Il dibattito delle idee

Giuseppe Lembo

L’Italia, attraverso la generosa umanità e disponibilità degli italiani, nonostante i momenti di gravi e diffuse difficoltà, riesce a garantire una rete di impegno umanitario che si adopera attivamente per sostenere le cause giuste, legittime e doverose, parte di un insieme italiano fortemente solidale. Purtroppo e sempre più, sono valori indifferenti al pubblico che governa questo nostro maltrattato Paese e che non sapendo fare altro, si appella sempre più al buon cuore italiano, per sostenere quelli delle “cause giuste”. Sono tanti gli italiani che cercano di aiutare sempre più la gente che vive nella sofferenza, fortemente vittima di un malessere profondo che, investe con violenza la vita dei deboli d’Italia, ma non solo dell’Italia, in condizioni fortemente disperate ed in gravi difficoltà di sopravvivenza. Tanto, per l’effetto crescente di una povertà diffusa; tanto, per un mondo, italiano ed oltre, che ha un fare di assoluta indifferenza per gli ultimi; per i tanti ultimi della Terra che trovano la sola giusta solidarietà nella gente, sempre pronta a tendere la mano agli altri che, nel silenzio assordante delle istituzioni, nella dimenticanza e nell’indifferenza dei più, soprattutto come organizzazione sistemica, fingono di non accorgersi e di non vedere. Ad accorgersi ed a vedere le tante sofferenze umane è invece la gente comune. La gente italica, in questo saggio fare solidale è campione di umanità diffusa, dando il più possibile, nonostante le difficoltà e le condizioni di grave disagio economico, per affrontare e quindi risolvere situazioni e problemi umani della gente che soffre ed è, purtroppo, sempre più, abbandonata a se stessa. E così le tante cause giuste, legittime e doverose, in Italia parlano all’unisono il solo linguaggio della grande umanità italiana, con protagonista eccellente, il popolo italiano; con protagonista la gente che non vuole, né tanto meno sa rimanere indifferente agli appelli delle cause giuste, verso le quali c’è la giusta solidarietà e la altrettanto giusta fiducia del “dove vanno a finire”. Per fortuna nel nostro Paese, sono tanti e sempre più, che si fidano del buon fare della saggia rete solidale italiana; si fidano, certi del buon fine di quello che donano, magari facendo per questo nobile fine, qualche sofferto sacrificio personale. La solidarietà umana è un saggio investimento; un importante investimento che chi lo fa, lo fa, prima di tutto per se stesso, mettendosi nelle condizioni umanamente giuste di poterne aspettare un giorno insieme agli altri i sicuri vantaggi che, come le piante producono i buoni frutti, ci saranno e ci saranno per tutti, indipendentemente dal proprio atto di saggia generosità. Oltre allo spontaneismo del fare bene, abbondantemente presente in Italia, c’è anche per legge la possibilità di destinare risorse ad enti ed organismi operanti in Italia ai fini socialmente, culturalmente ed umanamente utili. Il cittadino italiano contribuente, può destinare per fini socialmente utili, l’8×1000 come quota dell’imposta IRPEF che poi lo Stato italiano ripartisce a sostegno di enti che svolgono attività socialmente rilevanti; a discrezione del cittadino-contribuente, è contestuale alla dichiarazione dei redditi. Nel 2014 66 milioni di euro furono destinati dai contribuenti italiani all’Associazione italiana per la ricerca sul cancro (AIRC). Oggi c’è una grande attenzione, da parte dell’associazionismo italiano per tali risorse; c’è un grande darsi da fare per accaparrarsene una fetta, la più rilevante possibile; tanto, per garantirsi la non facile sopravvivenza e quel fare virtuoso attraverso l’insieme di attività socialmente utili che servono al Paese e che vengono concretamente realizzate solo attraverso un condiviso fare associativo, con alla base il diritto riconosciuto a godere di fondi da quote di tasse, messi a disposizione dell’insieme italiano per una causa giusta, legittima e doverosa. Come tale ed in quanto tale, ciascuno deve fare la sua parte quando c’è da intervenire come cittadino, anche al di sopra ed al di fuori dello Stato che non sempre è nelle condizioni di poter economicamente intervenire. L’utilità pubblica è una  grande risorsa di tutti, per cui tutti eticamente se ne devono sentire parte e quindi fare per questo, il proprio dovere, dando il proprio solidale contributo con risorse personali nei limiti del possibile; tanto, al fine di sostenere quell’umano-sociale che diversamente mancherebbe all’appello con un grave vuoto per tutti; tanto, sia quando si tratti di un progetto culturale, di un progetto per i giovani o di qualsiasi iniziativa importante, per il godimento dell’anima e per le vitali esigenze umane, spesso a tanti negate, da noi e nel mondo, per assoluta mancanza di risorse disponibili, con gravi conseguenze umane e sociali.