Racconti Africani: chi la fa, l’aspetti

Padre Oliviero Ferro

Ed ecco una nuova storia: quella di Mbuluku, l’antilope; di Kituki, il topo di boscaglia (savana) e di Kampienge, il topo. Mbuluku propose a Kituki: “Fratello, andiamo in foresta e costruiamoci una casa”. Kituku, essendo d’accordo due viaggiatori si misero in cammino e arrivarono vicino a un grande fiume. Nbuluku disse al suo compagno: “Amico, chiudi gli occhi che io possa  far agire la mia magia”. Il topo chiuse gli occhi. Subito, l’antilope posò un grosso ramo tra le due rive, passò al di là, tolse il ramo e lo nascose nella boscaglia, poi disse: “Apri gli occhi, la mia magia ha avuto successo”. Kituki fu molto meravigliato di vedere l’antilope dall’altra parte e con il pelo asciutto. E a lui toccò di entrare nell’acqua e di nuotare faticosamente fino all’altra riva. La sera, furono accolti in un piccolo villaggio. La notte, l’antilope svegliò il suo compagno: “Amico, sento delle capre nella capanna qui vicino. Uccidiamo un capretto e mangiamolo”. Così fecero. Ma, quando Kituki si fu addormentato, Mbuluku prese le ossa del capretto e le nascose nella bisaccia del topo di boscaglia. E così, quando le persone contarono le loro capre, si accorsero del furtarello e interrogarono i due viaggiatori. L’antilope disse in tutta tranquillità: “Guardate i nostri sacchi. Se vi trovate della carne, noi saremo colpevoli”. Le persone naturalmente scoprirono le ossa nella bisaccia di Kituki che fu picchiato fino a lasciar la sua vita di povero topo… Orgogliosa di questa vittoria, l’antilope ritornò al proprio paese; bussò alla casa di Kampienge e l’invitò a fare il medesimo viaggio. E così Kampienge partì con lei. Arrivati al fiume, l’antilope disse: “Amico, chiudi gli occhi che io possa far agire la mia magia”. Kampienge si coprì gli occhi con le due zampe, ma ebbe cura di lasciare dello spazio tra le dita, così da accorgersi della furbizia del suo compagno. Quando l’antilope disse: “Apri gli occhi, la mia magia ha avuto successo”, fece finta di meravigliarsi: “Sorella mia” disse “Ma come hai fatto? Dai, passami questo ramo che io vedo per terra nella boscaglia”. L’antilope fu obbligata di tendergli la pertica (il ramo) e Kampienge attraversò senza bagnarsi. La notte stessa lei gli fece la medesima proposta: “Amico. Sento delle capre nella capanna qui vicina. Uccidiamo un capretto e mangiamolo”. Kampienge partecipò al festino, fece finta di addormentarsi e si accorse che l’antilope era occupata a nascondere le ossa nella sua bisaccia. Non disse niente. Poi, quando l’antilope si addormentò in pace, sicuro di quello che faceva, spostò le ossa dalla bisaccia Al mattino, quando il furto fu scoperto e si cominciò l’inchiesta, chi fu condannato? Mbuluku!…Lei morì sotto i colpi, dicendosi: “Chi riesce con uno, non riesce con l’altro. Anche se è piccolo, il lukumbi (piccolo tamtam), non entra nella bocca di suo fratello”.

Come dice il proverbio: “Anche se un tamtam è piccolo, non può entrare nella bocca di un altro” (Anche se sei agile e lucido, non puoi entrare nel fondo del cuore di un uomo. Costruisci la tua vita secondo le tue disposizioni e le convinzioni originali. Non cercare di copiare quelle che un altro ti presenta. Soprattutto non lasciarti dominare e divorare  dagli altri).