Salerno: Coronavirus, infettivologo Luigi Greco “Ospedale San Leonardo, dura Scuola di Resilienza!”

Pubblichiamo la lettera che il dottore Luigi Greco, da sempre in prima linea come infettivologo, ha inviato ai colleghi alla luce del trasferimento del Reparto Infettivi dall’Azienda “Ruggi” al “Da Procida”.
In queste settimane di intensa attività abbiamo acquisito esperienze con una malattia del tutto nuova, con molteplici punti ancora oscuri :non esiste una terapia mirata, non sappiamo perché alcuni sviluppano imprevedibili reazioni immunitarie con danni pluri organo, non sappiamo quante persone sono infettate, non possiamo fare alcuna previsioni ;il futuro è ignoto. Lo stiamo costruendo noi con il nostro lavoro.

 Molte le cose imparate dai malati ;arrivano in di stress respiratorio con una lunga storia di febbricola, astenia, malessere generale ;sono terrorizzati dalla sentenza COVID ;le immagini dei media hanno infisso 2 mesi di angoscia e morte.

In media per 14 gg a casa hanno vissuto le prime fasi della malattia,

Sono accolti in un ambiente soft, disteso, senza quelle infernali immagini di ospedali del nord.

Non è un reparto normale; è intera unita’ operativa dedicata full time ai malati COVID.

 Apprezzano il calore umano e  seguono alla lettera i consigli sull’uso dei faticosi dispositivi di assistenza ventilatoria.

Il ricovero è lungo e consente di familiarizzare :i malati non lesinano manifestazioni di affettuosa riconoscenza.

La macchina è perfetta con i suoi percorsi, con il personale che ha imparato a lavorare con i DPI, ha acquisito l’esperienza per assistere malati COVID e per evitare contagi tra sanitari.

Ora che I nostri malati cominciano a guarire dalla fase infettiva ,abbiamo bisogno di un follow-up riabilitativo :i nostri pazienti escono dalla emergenza fragili ,con capacita’  ventilatorie e scambi gassosi mortificati dalla malattia.

Ci vuol tempo per  avviare il paziente alla sua piena autonomia respiratoria.

In questa fase possono essere ancora contagiosi .

In alcuni casi anche dopo la guarigione clinica possono essere disperse residue particelle virali dalle vie aeree ;in letteratura sono riferiti  casi di riaccensione della polmonite virale.

L’evoluzione verso la fibrosi polmonare è una insidia costante.

La nostra è una esperienza sul campo che avremmo preferito condividere con i vertici : avrebbero potuto anche loro imparare dai malati cosa vuol dire la gestione del sopravvissuto a tale esperienza. Avrebbero potuto capire quali erano le esigenze che maturavano sul campo.

Ex abrupto, veniamo a sapere che la u.o. di malattia infettive e la subintensiva CoVID devono essere trasferite al “Da Procida”. Lunedì 6 Aprile 2020.

Dobbiamo smontare tutto, anche i pazienti; dobbiamo trasferirci tutti al Da procida e… ricominciare da capo.

Il reparto malattie infettive va via, scompare dalla pianta organica del s. Leonardo.

Di fronte a questa decisione ci si chiede se per caso il management del nostro ospedale si è reso conto di quello che sta succedendo in giro .

Ora, in un momento  di catastrofe planetaria causata da una malattia infettiva  questa sembra un parto demoniaco.

Ma come è possibile immaginare un ospedale come il nostro, in un momento cosi’ tragico a causa di una malattia infettiva, privato del reparto malattie infettive, scorporato in altra sede,

Ancora una volta siamo abbandonati a noi stessi ;alla nostra mesta esistenza, alla nostra contagiosità, picconati dai vertici con costante pervicacia.

Siamo abbandonati alla nostra ennesima delusione, alla costante depressione evocabile  dal contatto con le realtà della nostra dirigenza. Come siamo ridotti!

Il corona virus sta distruggendo il pianeta; l’insicurezza del presente e l’incertezze del futuro alimentano le paure più spaventose. In breve tempo è stata costituita una task force efficiente ; siamo rodati, pronti ad soddisfare i nuovi arrivi. Avere il Da Procida oggi significa avere la disponibilità di un centro d’eccellenza per le malattie respiratorie :oggi per i COVID  domani per tutti. Sembra razionale in questo contesto organizzare il trasferimento li’ dei pazienti ricoverati al S.Leonardo ; sono ARRIVATI IN EMERGENZA ora sono  stabili, hanno esaurito la  fase infettiva, devono recuperare i danni polmonari  prodotti dal virus. Al “Da Procida” non solo una riabilitazione ma anche una unita’ di subintensiva e una rianimazione per una eventuale ripresa della malattia . Il Da Procida non ha mai avuto un pronto soccorso e non credo che i covid possano arrivare li’ ,senza passare prima per il s:Leonardo.

Potevamo essere gli antesignani di un nuovo approccio terapeutico.

In momenti tragici come questi vorremmo poter fare riferimento all’istituzione rappresentata da persone capaci di unire tutti in un unico sforzo. Siamo sulla buona strada ,possiamo contenere la forza distruggente del virus ;evitiamo di alimentare con azioni improprie il fuoco della pandemia.

Distruggere quello che si è appena costruito rende Unfitted uno staff dirigenziale che continua a non capire l’importanza ed il valore della condivisione.

Luigi Greco