San Valentino e San Faustino. E San Gilda?

 Aurelio Di Matteo

Povero san Valentino! Sempre più commerciale, sempre più vecchio, sempre più retorico, sempre più banale! Tutti, però, si sono dimenticati che il santo al quale è dedicata la festa, poverino perdette la testa, ma non come si potrebbe pensare parlando di innamorati. La perdette con un colpo di spada e per opera non di una donna ma di un soldato rude e senza cuore. Era un soldato che ancora non aveva scoperto i cuoricini di cioccolato né i bigliettini trasudanti frasi mielose e pensierini amorevoli, quelli famosissimi che come consuetudine, dopo 1515 anni dall’istituzione della festa, produce in gran quantità la città di Perugia, non lontana da Terni, città natale del santo che lo ha scelto a suo patrono.

È da molti anni che tutte le ricorrenze “affettive” si sono trasformate in occasioni per incrementare il commercio. Proprio quella del 14 febbraio si è prestata maggiormente a diventare strumento e fenomeno commerciale, accompagnato da un battage pubblicitario intriso di retorica e luoghi comuni, di dibattiti tanto più futili quanto più seriosi, di improvvisate e fantasiose statistiche di costume contrabbandate per ricerche scientifiche.

Allora viene spontaneo chiedere. Siamo sicuri che questo carrozzone e questo circo dell’apparire sia proprio la manifestazione dell’innamoramento? Che questo “giro” di rose, rigorosamente rosse, sia adeguata e vera testimonianza di sincero e profondo amore? Che le tante peluche, preferite dai più giovani; i gioielli scelti da chi può o da chi cerca, consciamente o inconsciamente, un perdono; i cioccolatini, rivelatori spesso di ricerca di gratificazione; la cena, rigorosamente fatta al lume di candela e con sottofondo di musica live, o le altre tipologie di regali che rappresentano il variegato mercato di San Valentino, siano inequivocabilmente segni di un legame dipinto di rosa e di un rapporto aperto ad un radioso futuro d’amore? O non invece una grossa annuale ricorrenza da centro commerciale che l’ipocrita retorica pubblicitaria ha reso simile agli insulsi romanzi di Moccia che si leggevano la sera e si dimenticavano la mattina?

E poi ci viene da chiedere anche altro.

Se il 14 è il giorno dei fiori, dei cuoricini e dei lucchetti, quando sarà mai il giorno della passione e della trasgressione, dell’amore che trascina e ch’a nullo amato amar perdona? Quando si festeggerà il giorno dei monili e della garconniere, della penombra dei ristoranti fuori mano e della lingerie griffata? E a quale santo sarà mai richiesta la protezione?  Ebbene se il giorno dopo, il 15 è dedicato ai single, alla “fausta” attesa, perché non dedicare il precedente agli amanti, all’amore senza cioccolatini e senza bigliettini, ma sanguigno e veritiero, deflagrante e scavezzacollo? E il santo protettore quale sarà?

La Chiesa festeggia in questo giorno, oggi 13 febbraio, ben quattro figure di santi, tra le quali San Gilda, anche questo martire come San Valentino.

Dimenticando che nel medioevo fosse usato al maschile, a pensarci bene mai nome sarebbe meglio evocatore di passioni travolgenti, sol se si pensa al film del 1946 con il volto di Rita Hayworth: la magia di un sorriso, l’incanto ammaliatore di uno sguardo, le movenze euforiche di un corpo sinuoso, una bellezza senza tempo, un sogno capace di dannare l’anima.

Tra tante feste che abbiamo in calendario, mi sembra quanto mai giusto festeggiare anche un Gilda day, il giorno dei clandestini e della trasgressione, degli amori precari e transitori, e magari anche su una romantica panchina baciata dai primi raggi del nuovo sole.

Peccato che il diffuso nuovo moralismo pruriginoso non sia il contesto sociale adatto a tale istituzione e noi non abbiamo nessuna intenzione di essere messi all’indice! Perciò, guardandoci intorno, tutto sommato, forse è meglio dire che preferiamo questo circo di cuoricini e di fidanzatini alla Peynet al carrozzone di accattivanti escort senza passione e senza dannazione! E allora anche noi auguriamo Buon San Valentino a tutti gli innamorati con tanti dolci baci di cioccolato!