Troppi falsi ciceroni d’Italia!

Giuseppe Lembo

Facendo, un uso abusato del proprio pensiero, sono convinti di poter recitare a soggetto, così facendo un uso abusato del pensiero di Cicerone, con la convinzione di poterne usare in modo abusato le sue parole, con una stitichezza mentale diffusamente presente nella propria mente che vive e sempre più di apparire, del tutto indifferente ai VALORI del proprio ESSERE IN DIVENIRE. Intanto nella disperata solitudine della Disumana UMANITÀ paesana cresce il silenzio, dovuto alla convinzione disumana del “parlare troppo”. Purtroppo l’indifferenza ed il silenzio non sono assolutamente buoni compagni di viaggio. Non producono niente di buono, tranne che triste solitudine e fuga disperata dai territori che hanno tanto, tanto bisogno dell’UMANITÀ DEL DIALOGO, DEL CONFRONTO e di un SAGGIO PENSIERO CONDIVISO, il frutto di un’UMANITÀ AMICA, capace di confrontarsi e di confrontare le proprie idee con quelle degli altri.

Usando CICERONE solo per crescere umanamente e culturalmente dentro, penso all’utilità presente e futura della nostra COMUNITÀ DIALOGANTE, se la vogliamo protagonista di FUTURO sui nostri territori silenziosi e sempre più tristemente sedotti ed abbandonati e dal FUTURO UMANO, SEMPRE PIÙ TRISTEMENTE NEGATO.

Le parole ancora oggi, a duemila anni dal pensiero ciceroniano, sono una grande risorsa di UMANITÀ.

Il Silenzio complice è un grave male di DISUMANITÀ che nega la povera Gente Nostra al Futuro che vuole da NOI, come nel Mondo globale, il CITTADINO PROTAGONISTA E COSTRUTTORE DI SAGGIA UMANITÀ, risorsa per vivere bene non solo il presente, ma per COSTRUIRE e COSTRUIRSI INSIEME IL FUTURO ANCHE NELLA TERRA DEI PADRI.