Veneto: Missionari Saveriani, festeggiato San Francesco Saverio 2019

Padre Oliviero Ferro

Le Buone tradizioni rimangono, anzi è bello riviverle insieme a degli amici. In questo caso con i sacerdoti delle Diocesi in cui lavoriamo noi Missionari Saveriani di Zelarino (in particolare Padova, Treviso e Venezia). Siamo alla Festa n°73 (si era iniziato nel 1947, quando nel mese di aprile. Il giorno 29, i Saveriani avevano aperto la Casa in via Visinoni). Molta gente ha vissuto in questa Casa (padri e ragazzi) e molti amici e benefattori hanno permesso che tutto potesse andare avanti ed è normale dire loro il nostro grazie. In questa occasione lo vogliamo dire in modo particolari ai sacerdoti che ci sono stati vicini in tanti modi. Così, quest’anno, è venuto ad incoraggiarci e a farci sentire di più in sintonia con il nostro patrono san Francesco Saverio, padre Mario Mula, vicario generale dei Saveriani. Prima di partire per il Messico, ci ha fatto il regalo della sua presenza.

Così pure la presenza di una trentina di sacerdoti della Diocesi di Venezia ed alcuni di quella vicina di Treviso ci ha riempito di gioia e di incoraggiamento. Dopo l’ascolto del Vangelo, padre Mario ci ha ricordato quello che ha detto il nostro fondatore san Guido Maria Conforti, cioè che noi abbiamo accettato “l’audace progetto dell’annuncio Ad Gentes”. E iniziando a parlare del Saverio, ha ricordato che lui viene dalla Navarra, una delle regioni della Spagna. I suoi concittadini, lo dice per esperienza avendo lavorato alcuni anni in quelle zone, sono delle persone che non si lasciano troppo incantare dalle parole. Francesco Saverio era un tipo pronto e deciso nel realizzare la sua vocazione missionaria. Come dicono i suoi biografi, si dedicava alle persone durante il giorno e alla sera trovava il tempo per la preghiera intensa (già lo aveva fatto quando arrivò a Venezia nel 1537 insieme ai suoi compagni e venne ordinato sacerdote in un palazzo di Fondamenta san Sebastiano il 24 giugno 1537).  Come gli apostoli, dopo la resurrezione, che si ritrovavano nella “sala alta” del cenacolo per stare insieme, pregare per poi ricevere lo Spirito Santo, così faceva il Saverio, dopo le notti in preghiera, si dedicava anima e corpo ai fratelli. Era un tipo con i piedi ben piantati per terra e non cercava i privilegi. Aveva l’urgenza (lo scrive spesso nelle sue lettere) di annunciare Cristo a tutte le nazioni e si aspettava che anche altri fossero invasi da questa urgenza, che dovrebbe essere tipica di ogni cristiano. I Saveriani, fin dalla fondazione sono riconoscibili per queste tre cose “Ad Gentes (a tutte le nazioni), Ad extra (uscire fuori dalla propria terra) e Ad vitam (per tutta la vita)”. Ora c’è anche l’Ad Gentes qui in Italia. Sono arrivati molti non cristiani in mezzo a noi e quindi, collaborando con la Chiesa locale, prima di partire “ad extra” (lontano) cerchiamo di sollecitare i cristiani d’Italia all’urgenza dell’annuncio del Vangelo. I non cristiani tra noi, come diceva qualcuno “sono una visita di Dio” in mezzo a noi e che richiede che tutti si impegnino nell’annuncio. Noi Saveriani vogliamo collocarci “nella Chiesa come una memoria missionaria, in qualunque luogo ci troviamo a operare”. Naturalmente, si cresce in età e c’è bisogno di altri e altre che ci diano una mano. Nessuno può tirarsi indietro e in qualunque luogo il Signore ci chiede di andare, cerchiamo di fare del nostro meglio per vivere lo slancio missionario. E come diciamo sempre “Sia da tutti conosciuto ed amato Nostro Signore Gesù Cristo”. Anche in questa occasione di festa, vogliamo ringraziare tutti quelli che in questi primi 74 anni a Zelarino e dintorni ci sono stati vicini in tanti modi. Che il Signore Gesù li ricompensi.