Salerno: rinviati a giudizio 12 attivisti antirazzisti contestatori passeggiata Lega, conferenza stampa

“Il dissenso non si processa” , conferenza stampa lunedì 4 novembre alle ore 10 presso il Bar Verdi.
Il 21 ottobre 2019 la Procura della Repubblica di Salerno ha rinviato a giudizio i 12 attivisti antirazzisti indagati per aver “inscenato manifestazioni di dissenso” contro la ronda organizzata da “Noi con Salvini – Salerno” oltre un anno fa. Il giudice delle indagini preliminari, Piero Indinnimeo, ha respinto infatti la richiesta di archiviazione proposta dai pubblici ministeri, e ne ha ordinato l’imputazione coatta ipotizzando per i 12 la violazione dell’articolo 18 del decreto regio in materia di pubblica sicurezza.
Noi rigettiamo nuovamente tutte le accuse, convochiamo una conferenza stampa lunedì 4 novembre, alle ore 10, presso il Bar Verdi Caffè Letterario (piazza M. Luciani, 28) per spiegare, insieme agli avvocati, le nostre ragioni e denunciare una situazione grottesca, in cui mancano tutti gli elementi – organizzazione, sobillazione, messa in pericolo dell’ordine pubblico – per ritenere applicabile il testo unico sulle leggi di pubblica sicurezza.
L’episodio citato in giudizio riguarda una spontanea manifestazione di dissenso verso l’odiosa xenofobia dei leghisti nostrani, che l’11 settembre 2018 sfilarono sul lungomare cittadino mascherando, dietro una fantomatica “Passeggiata per la legalità”, ciò che si configurava come una vera e propria ronda privata. Una squallida iniziativa che si inseriva in una più ampia strategia di criminalizzazione dei venditori ambulanti, prevalentemente di nazionalità senegalese e bengalese, portata avanti da anni in città.
Una contestazione assolutamente pacifica, solidale con i nostri fratelli e sorelle della comunità senegalese e bengalese, spontanea come la nostra opposizione a ronde e razzismo, in cui i presenti sul lungomare “hanno cantato invettive e slogan al passaggio del corteo della Lega”. Un’espressione di dissenso definita invece ‘disegno criminoso’ dagli atti della Digos, con l’obiettivo palese di colpire e intimidire liberi cittadini e cittadine mandandoli a processo con accuse fantasiose. Un’interpretazione così estensiva del T.U.L.P.S. rende quindi difficile capire se in Italia la libertà di espressione sia ancora garantita fino in fondo, nonostante l’articolo 21 della Costituzione sia lì a ricordarci che “tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero”.
Noi non ci stiamo.
Noi rivendichiamo il nostro dissenso contro chi comprime i diritti sul lavoro, nega il diritto alla casa, fomenta l’esclusione sociale e impone come norma il razzismo nella vita quotidiana.
Liberi e libere di dissentire. IL DISSENSO NON SI PROCESSA!
SALERNO METICCIA