Roma: Investing in people, investing in culture, presentazione Raccomandazioni Ravello Lab 2018

Ratificare la Convenzione di Faro;

 Mettere in campo azioni efficaci di audience development per incrementare la partecipazione culturale dei cittadini;

Rafforzare i legami tra cultura ed educazione, politiche urbane, ricerca e innovazione;

Implementare modelli di valutazione delle performance e degli impatti anche sociali
delle imprese culturali;

Avviare una nuova generazione di politiche pubbliche che affronti il tema della gestione del patrimonio, al fine di creare nuove imprese di filiera e nuovi bacini di occupazione.

Sono queste alcune delle principali indicazioni emerse dalla presentazione delle Raccomandazioni di Ravello Lab 2018 che si è svolta ieri a Roma in un incontro al quale hanno partecipato Claudio Bocci, Consigliere delegato Comitato Ravello Lab, Direttore Federculture; Renzo Iorio, Presidente Gruppo Tecnico Cultura e Sviluppo Confindustria; Andrea Cancellato, Presidente Federculture; Alfonso Andria, Presidente Centro Universitario Europeo per i Beni Culturali e Comitato Ravello Lab; Andrea Prete, Presidente Camera Commercio Salerno e Unioncamere Campania e Vincenzo Boccia, Presidente Confindustria.

La presidenza nazionale di Confindustria ha ospitato ieri l’incontro nel quale sono state presentate le “Raccomandazioni” dell’edizione 2018 di Ravello Lab, il documento nel quale sono condensate le risultanze dei tavoli di lavoro del forum europeo promosso dal 2006 da Federculture e dal Centro Universitario Europeo per i Beni Culturali, che ormai rappresenta uno dei riferimenti più autorevoli di elaborazione e di proposta rispetto alle politiche di sviluppo territoriale a base culturale.

Il tema del 2018 “Investing in people, investing in culture”, è stato declinato in due tematiche distinte, ma interconnesse: “Audience engagement, Audience development: la partecipazione dei cittadini alla cultura” e “L’impatto economico e sociale dell’Impresa Culturale”, discusse nei tavoli di lavoro dai quali scaturiscono i contenuti delle Raccomandazioni, il documento di proposta che risponde alla finalità di trasferire agli stakeholder pubblici e privati utili indicazioni orientate alla valorizzazione del patrimonio culturale e al sostegno alle industrie creative.

Ai due chairman dei panel di discussione – Francesco Caruso, 1° panel “Audience Engagement, Audience Development: la partecipazione dei cittadini alla cultura” e Pierpaolo Forte, 2° panel “L’impatto economico e sociale dell’Impresa Culturale” – è stata affidata l’illustrazione delle tematiche emerse dal confronto svolto a Ravello.

Tra le principali indicazioni sul fronte dell’incremento e del coinvolgimento dei pubblici i panelist di Ravello hanno voluto sottolineare innanzitutto la necessità che il Parlamento italiano proceda senza ulteriori rinvii alla ratifica della Convenzione di Faro, che sancisce il fondamentale diritto dei cittadini alla partecipazione culturale. Invito ad una convergenza parlamentare sulla ratifica che si fa più forte visto la rinnovata maggioranza che si è venuta a formare nelle Camere.

Nel contesto italiano, infatti, è necessario sollecitare una “riabilitazione culturale” del Paese, a fronte di un quadro statistico “deprimente” in merito alla partecipazione dei cittadini alla vita culturale del proprio territorio (ancora nel 2018 l’80% dei cittadini non frequenta il teatro, quasi il 70% non si reca in un museo e il 60% non legge libri. Istat 2018) alla quale si accompagna un altrettanto esiguo consumo di prodotti culturali su larga scala. Il tasso di partecipazione inoltre diminuisce con l’aumentare dell’età e per quelli appartenenti a fasce di reddito medio-basse, andando a creare forme di isolamento e di esclusione sociale presso anziani, meno abbienti e stranieri.

Dalle Raccomandazioni di Ravello Lab emergono dunque numerose indicazioni tra cui: aumentare i punti di contatto tra la scuola e l’offerta culturale; incentivare l’azione coordinata tra pubblico e privato in materia di valorizzazione; analizzare in maniera strutturata le differenti cause di esclusione dalla partecipazione culturale e avviare azioni specifiche in risposta ai diversi target.

Complementare al tema dei cittadini è quello delle imprese culturali, trattato nel secondo panel, un settore strategico nel nostro Paese e in Europa dove il settore delle ICC rappresenta circa 8,7 milioni di occupati (di cui oltre 800mila in Italia) pari al 3,8% degli occupati totali, dato in crescita di quasi 1 milione di unità dal 2011 (Istat, Eurostat 2018).

Ma le imprese culturali e creative, introdotte nell’ordinamento italiano con la Legge di Bilancio 2018 (L. 27 dicembre 2017, n. 205, art. 1, cc. 57-59), sono espressione di un ricco immaginario con innumerevoli declinazioni, che rendono difficile un’esaustiva codifica per cui diviene urgente al di là di dibattiti semantici, tracciare una cornice entro cui strutturare processi di implementazione e di monitoraggio per l’applicazione della nuova qualifica.

Inoltre, si legge nelle Raccomandazioni, è ormai indispensabile mettere a punto strumenti che permettano di far emergere il valore sociale (in senso lato) dell’impresa culturale la quale, proprio per il particolare settore in cui si trova ad operare – che per sua stessa natura è “bene comune”, “bene pubblico”; per questo occorre adottare tecniche di misurazione multidimensionali di natura quali-quantitativa per misurare il valore e l’impatto generato dalle attività dell’impresa culturale; ed è necessario che una nuova generazione di politiche pubbliche affronti correttamente il tema della gestione del patrimonio, al fine di creare nuove imprese di filiera e nuovi bacini di occupazione di cui si sente necessità nell’intero territorio italiano, ma in particolare nel Mezzogiorno. La correlazione tra l’investimento pubblico in cultura e il conseguente sviluppo di una filiera imprenditoriale culturale e creativa non è assodato: occorre, dunque, strutturare nuove politiche che riescano a stimolare e trasformare un’atmosfera culturale in vere e proprie iniziative imprenditoriali.

«Con RavelloLab – Colloqui Internazionali – commenta Alfonso Andria, Presidente del Centro di Ravello – è nata e negli anni maturata una “Community” costituita da stakeholder pubblici e privati più di recente accompagnata dal mondo dell’Impresa. L’alleanza tra Cultura e Impresa fu stipulata proprio ad iniziativa di RavelloLab in occasione della presentazione alla stampa di una delle passate edizioni presso il Ministero per i Beni e le Attività Culturali e il Turismo. Allora, come oggi, Ministro Dario Franceschini, Presidente Vincenzo Boccia. Non è un caso che il tema 2019, a partire dal presupposto che la Cultura rappresenti una risorsa per lo Sviluppo locale, verta sull’alleanza Pubblico-Privato.

Ma i Colloqui Internazionali di Ravello fin da subito si sono qualificati come un’occasione di elaborazione di proposte e di concreti spunti operativi. Almeno due disegni di legge sono scaturiti dal laboratorio di Ravello: le Città italiane della Cultura, poi recepito dal Decreto Cultura Franceschini e il fondo per la progettualità culturale concretizzato nel bando MiBACT ‘Progettazione per la cultura’.

Dallo scorso anno è iniziata l’attività di sensibilizzazione, presso le Istituzioni parlamentari nazionali, tesa ad ottenere la ratifica della Convenzione di Faro sulla partecipazione dei Cittadini alla Cultura, che si spera possa presto essere votata favorevolmente. È comune impegno di Federculture e del Centro di Ravello continuare a insistere!».

«Ravello Lab – dichiara Andrea Cancellato, Presidente di Federculture – si conferma un punto avanzato di elaborazione e di proposta su temi di particolare rilevanza per nuovi percorsi di sviluppo a base culturale. E’ nostra intenzione dare al lavoro frutto dei Colloqui di Ravello un carattere di sempre maggiore concretezza e tradurre in strumenti operativi le proposte per accrescere la partecipazione culturale di tutti i cittadini, affinché l’Italia – come indica la convenzione di Faro – sia una vera “comunità di patrimonio” consapevole della propria eredità culturale.

Inoltre, auspichiamo che il nostro lavoro contribuisca a far emergere le potenzialità del ‘fare impresa’ nella cultura. Per questo siamo particolarmente felici della vicinanza con il mondo delle imprese che si realizza grazie a Ravello Lab, e siamo certi che il nuovo governo vorrà proseguire il cammino del percorso normativo per l’impresa culturale e creativa».

«Ravello Lab è un appuntamento importante – ha dichiarato Renzo Iorio, Presidente del Gruppo Tecnico Cultura e Sviluppo di Confindustria – un’occasione di confronto e ascolto nel quale siamo fieri di essere riusciti a portare anche le imprese. Un lavoro di cucitura e dialogo non solo tra pubblico e privato, ma un reale e concreto sforzo per individuare strade di consapevolezza e reale ingaggio delle cittadinanze e delle imprese nei territori intorno alla loro cultura identitaria e al patrimonio, perché tutto questo possa trasformarsi davvero in prospettiva di crescita economica e sociale, in particolare nelle aree interne».

Fabio Pollice, componente il Comitato Scientifico del Centro Ravello e Rettore eletto Università del Salerno, ha presentato il tema dell’edizione 2019 di Ravello Lab che si svolgerà, come di consueto presso Villa Rufolo, dal 24 al 26 ottobre, con il tema “La cultura come risorsa dello sviluppo locale. Una nuova alleanza pubblico-privato”, che sarà sviluppato nei due tavoli di lavoro: Panel 1 – Strumenti e metodi di Partenariato Pubblico-Privato per la valorizzazione delle risorse culturali; Panel 2 – La valutazione delle performance economiche e sociali dell’offerta culturale.

Ravello Lab si avvale del sostegno del MiBACT, di Confindustria, della Rappresentanza italiana della Commissione Europea e della Camera di Commercio di Salerno e del patrocinio di: Segretariato Generale del Consiglio d’Europa, CNEL, Conferenza delle Regioni, ANCI, UPI, UNIONCAMERE, Assessorato all’Istruzione e alle Politiche Sociali della Regione Campania e Provincia Salerno.

Per il 2016, 2017 e 2018 Ravello Lab è stato insignito della Medaglia del Presidente della Repubblica.