Salerno: al Teatro dei Barbuti in scena “Il baraccone dell’amore”

Per la XXXIV edizione della rassegna estiva di teatro “Barbuti Festival”, organizzata dalla Bottega San Lazzaro, giovedì 22 agosto alle 21.15 va in scena lo spettacolo “Il Baraccone dell’amore”, scritto da Giampiero Moncada e Claudio Lardo. Con Annamaria Conte, Francesco Langone e Claudio Lardo. (ingresso 10 euro). Nella stessa serata per Sapori a teatro, in collaborazione con Coldiretti Salerno, verranno offerte degustazioni di prodotti tipici del territorio.

È un baraccone. Ma ci abitano Neruda e Di Giacomo, Schubert e Giuliani, Jimenez, Brecht e tanti altri. Ciascuno a parlare, suonare e cantare del sentimento eterno. E si potranno risentire tutti, poeti, umoristi e musicisti, in uno spettacolo a metà tra il recital e il concerto.

“Quando abbiamo iniziato a lavorare a questo progetto” dice Claudio Lardo, coautore e coprotagonista de Il baraccone dell’amore “ho subito avuto la sensazione che il flauto e la chitarra parlassero, facessero dei discorsi come li facciamo tutti con la nostra voce. Dopo poche prove, ho capito che ero io, in realtà, a usare la mia voce come fosse uno strumento musicale. E siamo andati avanti così, come un trio concertistico, anziché un attore accompagnato da due musicisti”.

“Sull’amore si sorride, si piange, ci si commuove – spiega Lardo – l’abbiamo scoperto andando a conoscere cosa ne hanno scritto artisti davvero diversi tra loro. Questo sentimento è come un carburante che ci fa sognare e poi ci dà la forza per realizzare i nostri sogni; ciascuno i suoi! Ciò che abbiamo voluto evitare è l’amore sdolcinato, ad alto tasso glicemico, cercando proprio quegli autori che prendono in giro l’amore da cioccolatini, e lo fanno anche in maniera dissacrante: magari con una bella risata liberatoria”. Se Lardo può vantare una lunga esperienza d’attore in teatro, cinema e tv, in ruoli molto diversi che vanno dal brillante al drammatico, i suoi compagni di viaggio, entrambi musicisti a tempo pieno, diplomati al Conservatorio, non hanno avuto certo una carriera noiosa. Francesco Langone è partito dallo studio delle musiche del ‘700 per poi approfondire la “didattica assistita dalle nuove tecnologie” presso il Politecnico di Milano. Oggi, insieme all’attività concertistica con chitarra classica, sostiene associazioni e organizzazioni per la produzione e la promozione di eventi culturali in Basilicata e Campania.  “È forse la prima volta che, in uno spettacolo teatrale, mi sono sentito coprotagonista” dice Langone “perché in genere gli attori tendono a considerare la musica al pari di un elemento scenografico, un accompagnamento delle loro parole. Invece qui la musica diventa parte integrante del testo recitato; il lavoro più impegnativo, infatti, è stato proprio quello di selezionare le partiture giuste e di riadattarle successivamente, affinché testo e musica respirassero insieme, con le stesse emozioni e i medesimi colori.”

Per Annamaria Conte, il flauto non è solo lo strumento ideale per i concerti di musica da camera, ma anche un modo per migliorare la qualità della vita degli studenti. Alterna l’attività didattica alle collaborazioni con una rivista specializzata e continua nel lavoro di ricerca: perfeziona la tecnica esecutiva giorno dopo giorno e sperimenta nuove forme di espressione musicale. “Abbiamo costruito questo recital come un discorso da fare insieme” dice “e insieme abbiamo scoperto che in genere si pensa a un solo tipo di amore, quello di coppia. Mentre invece basta cambiare qualche sfumatura e viene fuori quello per i figli, per il proprio Paese, perfino per il cibo”.