Salerno: protesta tirocinanti distretto giudiziario per perdita Borsa di studio

Anna Maria Noia

Per una “falla” del sistema, circa un centinaio di stagisti del distretto giudiziario di Salerno è fuori dall’elenco ministeriale 2019 dei beneficiari di borse di studio. L’assurdo. A Salerno, nel luglio-agosto 2019. Un numero considerevole – tuttora imprecisato, ma compreso tra ottanta e cento – di tirocinanti negli uffici giudiziari di Salerno e provincia risulta attualmente sfornito di borsa di studio, nonostante ne abbia pieno diritto. Questo l’esito della graduatoria stilata e pubblicata – come ogni anno, dal 2013 – sulla Gazzetta Ufficiale dal Ministero di Grazia e Giustizia, il 9 luglio scorso. Il tutto – sembra ormai certo – è dovuto ad un difetto del sistema di trasmissione dei dati, interno alla Pubblica Amministrazione (P.A). Un “intoppo” burocratico, insomma. I ragazzi – tutti laureati con belle speranze, tirocinanti nel 2018 chi presso i Tribunali di primo grado di Salerno, Nocera Inferiore o Vallo della Lucania; chi presso la Corte d’Appello del capoluogo di Provincia – avevano presentato le relative domande di erogazione del beneficio in denaro, complete di tutti i requisiti necessari, nei termini di legge. Depositandole – con tanto di documentazione Isee U (attestante il non superamento della soglia reddituale massima – 62.123,98 euro) – al fine dell’attribuzione delle borse, nel maggio scorso. Presso gli uffici competenti. Eppure si sono visti rispondere “Picche”. Ora resta da capire se la Corte di Appello di Salerno, ricettacolo delle domande degli stagisti, le abbia regolarmente inoltrate – o meno – al Ministero, prima della stesura dell’elenco. La mobilitazione. I ragazzi, beffati da questa situazione – tanto paradossale che pare tratta da un film della commedia all’italiana – non sono rimasti a guardare. Hanno, anzi, preso contatto tra loro e fatto gruppo sin da subito. Per saperne di più, tra metà e fine luglio, hanno avanzato formale richiesta di accesso agli atti, all’indirizzo sia della suddetta Corte di Appello che del Ministero. In sessantatré hanno, inoltre, sottoscritto istanza di autotutela – rivolta ad ottenere la modifica od annullamento di un atto amministrativo viziato o illegittimo qual è – appunto – la graduatoria ministeriale. Risale, infine, a qualche settimana fa una mail di sollecito; inviata al Ministero della Giustizia (pure proveniente dagli stessi tirocinanti) in cui si chiede espressamente il riesame della lista degli assegnatari. Il da farsi. Se è evidente che gli esclusi si sono finora mobilitati, facendo tutto ciò che fosse in loro “potere giuridico”, non sono ancora chiari i contorni che la vicenda assumerà nel prossimo futuro. Da parte loro, i ragazzi – nell’attesa di una risposta dalla P.A (finora non pervenuta) alla richiesta di agire in autotutela – promettono di continuare ad impegnarsi a far valere i loro diritti. Eventualmente avvalendosi di altri mezzi, pure messi a disposizione dall’ordinamento. E, se fossimo scommettitori [asseriscono i diretti interessati, i tirocinanti], forse varrebbe la pena di puntare qualche euro sulla voglia di giustizia di questi giovani. D’altronde, se non si attivano loro… Così si conclude la nota/comunicato stampa.