Salerno: piccoli giornalisti dell’IC “San Tommaso d’Aquino” a Villa Wenner

Il giorno 22 Maggio 2019, gli alunni del Pon di giornalismo digitale dell’IC. San Tommaso d’ Aquino, diretto dalla Preside Annalisa Frigenti, guidati dall’esperta, giornalista MariaPia Vicinanza e dalla tutor prof.Teresa Greco, sono andati in visita a villa Wenner, un’antica dimora di proprietà di una famiglia svizzera che venne a Salerno per fondare le cotoniere e dare vita all’area industriale al tempo più produttiva e importante dell’intera zona. I Wenner arrivarono a Salerno intorno al 1832 e nel 1862, per volere di Federico Alberto Wenner, fu realizzato il villino. Dal 1976 la proprietà è passata alla famiglia Scarpa, gestita  dalle figlie. Tra curiosità ed entusiasmo, girando in lungo ed in largo per l’augusta dimora, naturale l’ intervista alla proprietaria  Rosa Scarpa, che oggi si occupa di dare linfa nuova alla dimora storica, per continuare a farne vivere un autorevole passato.

Da quanto tempo è proprietaria della villa?
Io sono qui con la mia famiglia dal 1976, sono arrivata che avevo 9 anni.
Quando fu costruita la villa?
La villa è stata costruita nel 1863.
Quanto è grande la villa?
La villa è realizzata su 3 piani, ogni piano è 250/300 mq2: quando sono arrivata nel ’76 tutto il parco che circonda la villa era circa 2ettari. Adesso la proprietà Scarpa si è un po’ ridotta per varie vicissitudini.
C’è ancora qualcuno dei primi proprietari?
No, dei primi proprietari non è rimasto nessuno, ma io conosco i discendenti, in particolare ho il privilegio di essere amica di Tommaso Wenner, un archeologo della famiglia Wenner che vive a Napoli.
Di cosa si occupa lei esattamente?
Mi occupo di questa casa, organizziamo eventi, diamo in locazione la struttura per cerimonie, per feste, anche per visite perchè un luogo è di chi lo ama. Queste case così grandi richiedono tanta manutenzione e soprattutto richiedono presenza, conoscenza, sapienza e quindi il modo migliore è proprio condividere con chi deve festeggiare un evento importante della propria vita. Villa Wenner fa parte anche del circuito delle dimore storiche.
Chi la fece costruire?
 Federico Alberto Wenner nel 1862, per venirci ad abitare e come si può notare è già una dimora borghese, ossia ha una comunicazione più agevole fra le sale, poichè gli Svizzeri avevano una visione della vita già un po’ più moderna rispetto ai nobili di età più antica, solitamente proprietari di dimore così grandi.
Quanti proprietari ha avuto la villa?
I primi sono stati i Wenner e poi gli Scarpa.
La villa si è sempre chiamata cosi ?

Sì, prima soltanto “Wenner”, ma dal 1976 si chiama anche villa “Dina”, che è il nome della mia mamma che ha tanto amato questa villa. 
Perchè la villa è sorta proprio qui?

Gli architetti che l’hanno costruita sono Stefano Gasse e Adolfo Mauke, che hanno costruita tutta l’area, in una posizione strategica, vicino alla ferrovia che dominava tutta l’area industriale, vicino alle cotoniere e con possibilità di costruire altri villini adiacenti.
In che occasione è utilizzata la villa oggi?
E’ una dimora privata, ma che viene utilizzata per ricevimenti ed eventi culturali. Viene vissuta come bene culturale, infatti viene aperta anche in occasione di mostre ed eventi culturali con il Comune di Pellezzano. E’un modo per comunicare il territorio e farla conoscere.
In questi anni la villa è stata modificata?
Il tempo l’ha modificata, da quando ci sono io posso testimoniare che dal ’76 in poi ha subito qualche modifica. Ad esempio, dopo il terremoto dell ’80, che ha causato molti danni ed ha distrutto il piano mansardato, dove alloggiava la servitù che poi è stato tutto ricostruito. Dal ’84 abbiamo il vincolo delle belle arti. Comunque i cambiamenti significano vita, che la villa continua a vivere, che non è un mausoleo ma una dimora abitata, viva e centro di interesse.
Chi ha affrescato e decorato la villa?
I nomi non si conoscono, ma si sa certamente che sono artisti svizzeri portati dagli architetti.
Prima la villa era di un solo proprietario?
Era certamente dei 4 fratelli Wenner, prima le donne dedicavano più tempo alla casa e gli uomini gestivano le fabbriche. Oggi abbiamo riconvertito l’uso della villa anche per eventi culturali, perchè la cultura è un bene spendibile, che deve essere utilizzato da grandi e piccini. Quando cedo per un evento la villa, non vendo la struttura muraria, ma il suo valore culturale, storico, l’amore che le persone negli anni hanno investito in questa struttura. La cultura è un bene illimitato ed essenziale, che voi giovani dovete sempre cogliere e sfruttare come occasione di crescita.
Grazie mille per l’accoglienza e per averci resi parte di questa meravigliosa storia di villa “Wenner – Dina

Gli alunni del Pon