San Gennaro Vesuviano: incontro-esibizione musicale al Centro studi “D’Avino”

Anna Maria Noia

Nuova occasione di incontro, al Centro Studi “Michele D’Avino” – S. Gennaro Vesuviano: giovedì 16 maggio – alle 18 – le sale dell’associazione, sita in via Ferrovia 14, ospiteranno l’ultimo (nel senso di “più recente”) appuntamento con le melodie “d’autore”. La musica (propriamente), nelle sue sfumature, è al centro del ciclo di incontri denominato appunto “Le narrazioni della musica”. Stavolta, nella cornice del sodalizio tanto caro allo scomparso prof (università di Salerno) Natale Ammaturo (ed adesso retto dalla compagna Tullia Saccheri), saranno “di scena” (presenti) i musicisti Giusi (sic!) Del Pezzo – vocalist – e Mimmo Langella alla chitarra. In “Le tre anime del nero: blues, soul, jazz”. Una serata sicuramente piacevole, “condita” da assaggi di tali, note tipologie di musica. Questi generi di sound sono molto antichi, veicolano recondite tristezze da parte degli schiavi e/o degli umili – tra Africa, America ed Europa. Da parte dei “neri”, ma non soltanto. Sono esempi di melancolia trascritta sui pentagrammi, che – ormai da tempo – coinvolgono cantautori e artisti “bianchi”, dal colore della pelle chiaro. E accomunano tutti noi, ad ogni latitudine. Sono diventati parte integrante delle nostre culture, oramai. Fan parte del quotidiano, sono suoni conosciuti ed apprezzati da giovani, anziani, adulti, bambini e adolescenti. Perciò meritano un (dovuto) approfondimento. Ne discuteranno (in esibizione canora), quindi, i due esperti. Giusi Del Pezzo ha una voce calda, profonda; sin da giovanissima, ha apprezzato e “sposato” la “causa” del jazz – per cui è sempre stata predisposta. Anche il proprio repertorio è incentrato sul blues e sul jazz – ma la cantante non disdegna i brani di musica leggera e del pop. In collaborazione con altri musicisti, partecipa a festival e concerti di caratura nazionale. Per quanto riguarda – invece – Langella, il suo curriculum è decisamente più lungo (anche se la Del Pezzo è bravissima comunque) – in quanto ha (avuto) più esperienza. Chitarrista e compositore partenopeo, l’artista vanta all’attivo quattro dischi da solista: “The other side” (autoprodotto, nel 2002, e poi inciso per “Smoothnotes” – 2012); “Funk that jazz” (del 2008, prima autoprodotto – poi prodotto sempre a cura di “Smoothnotes”, nel 2012); “Soul town” (“Smoothnotes”, “Gb music” – 2012) e “A kind of sound” (licenziato nel 2018). Il secondo elaborato di Langella ha visto la partecipazione (straordinaria) di Scott Henderson. Come “sideman” oppure “turnista” (questa, pare, la “traduzione” dall’Inglese – inerente a un musicista convocato per suonare negli studi di registrazione oppure per precisi progetti, in appoggio ad artisti e a band di cui non è un membro “stabile”) Mimmo Langella ha effettuato esperienze nelle orchestre del “Dopofestival” di Sanremo 1998 (su Raiuno); poi ha suonato per il Festival di Napoli (Retequattro, edizioni 2001 e 2003); infine, tra tanto altro, ha partecipato agli show di Nino D’Angelo. Ha preso parte, anche, alle trasmissioni “Scherzi a parte” (in onda su Italia Uno) e “La vita in diretta” – sul primo canale Rai. Il Nostro è attivissimo in campo didattico. Dal 2016-2017 insegna la disciplina “Chitarra pop-rock” al conservatorio di musica “Nicola Sala” – Benevento. Insomma, due personalità molto interessanti e competenti, che certamente innalzeranno il livello di gradimento da parte dell’uditorio afferente al centro “D’Avino”. Appuntamento al 16 maggio, alle 18.