Iran e Nucleare: ultimatum all’ Unine Europea

L’Iran ha annunciato di essere pronto a riprendere parte del proprio programma nucleare in risposta alle sanzioni imposte dagli Stati Uniti di Donald Trump. La decisione arriva nel giorno dell’anniversario del ritiro statunitense dall’accordo , a pochi giorni dall’annuncio di Washington della volontà di non rinnovare le esenzioni sull’ acquisto di petrolio iraniano  e di rinnovare per soli 90 giorni, anziché 180, le esenzioni che permettono a Cina, Russia e alcuni paesi europei di  collaborare con Teheran nella realizzazione del programma nucleare civile.

Si tratterebbe della prima parziale violazione dell’accordo da parte di Teheran, in risposta a quella che l’Iran percepisce come una violazione dell’accordo da parte degli Stati Uniti e una mancata implementazione da parte degli altri stati, europei in primis. Qual è il significato del gesto? Quali scenari si aprono? 

La decisione iraniana rappresenta dunque più un ultimatum all’Unione europea e una risposta alla politica statunitense di “massima pressione”, che non una manifestazione della indisponibilità a continuare ad adempiere all’accordo. Con questo gesto, Teheran intende lanciare un segnale agli Usa e alla comunità internazionale: la via diplomatica è ancora aperta, ma se non si troverà il modo per far sì che l’Iran possa continuare a ricevere la contropartita stabilita dall’accordo in cambio dello stop al programma nucleare (ovvero la sospensione delle sanzioni), al paese non resta che ritirare la propria adesione all’accordo stesso e riprendere in toto le attività di sviluppo del proprio programma nucleare. Sarà cruciale dunque osservare la risposta dell’Ue: se i paesi europei considereranno la ripresa parziale delle attività nucleari iraniane come una violazione dell’accordo, dovranno dare il via allo snapback delle sanzioni. Ciò significherebbe il collasso ufficiale del JCPOA .

 

Ellera Ferrante di Ruffana