Mercato San Severino: al Teatro comunale Lucio Pierri in “Scacco Matto”

Anna Maria Noia

A Mercato S. Severino cala il sipario sulla rassegna teatrale per il 2018/2019 – targata “Teatro Più”, a cura della famiglia partenopea Caccavale. Sabato 27 aprile, al teatro comunale (cittadino), andrà in scena (ore 21) l’ultima visione: “Scacco matto”, con Lucio Pierri. Il copione (scritto in collaborazione con Lello Marangio) vede lo stesso Pierri alla regia. In scena, quattro diversi protagonisti – interpretati da Pierri, Claudia Mercurio, Ernesto Lama (talvolta, nello spettacolo, vi è la presenza/partecipazione di Massimo Carrino) – che paiono “affrontarsi” come in una partita a scacchi. Donde, appunto, il titolo dello show. La trama è fitta, piena di gag; battute fulminee e colpi di scena. Non mancano le azioni, che producono effetti esilaranti e umoristici, distensivi. Così il pubblico può divertirsi, trascorrendo un paio d’ore in serenità e senza gli assillanti affanni del quotidiano. È anche per questo, che esiste il teatro; che esiste la drammaturgia. Anche se, certamente, non occorre dimenticare i bellissimi spettacoli “tragici” o più impegnati, sperimentali o classici che siano. Le vicissitudini e le fobie dei quattro sul palco si intrecciano e si toccano, donando anche occasioni di riflessione. Come su di un’ideale scacchiera, sopra la quale giochiamo tutti le nostre tattiche. Sulla scacchiera della vita, del presente, spesso ci comportiamo come se studiassimo lo “avversario” – prima di… “colpirlo” (se così si può dire); prima di “giocare le nostre carte” (sempre per rimanere nel tema del gioco, del ludo latino). La pièce di Pierri, classe 1979 – autore, regista ed attore napoletano – prende di mira e metaforizza la nostra frenetica, complessa e convulsa società. Una realtà dove diviene alquanto difficile non perdere di vista le sole cose che contino. Infatti l’esistenza, particolarmente quella degli anni 2000 (in cui la società è “liquida”, senza midollo, senza forze), ci pone spesso dinanzi ad interrogativi cruciali; ad enigmi, da sfatare come in una partita a scacchi (tanto per restare in argomento). Un gioco di ruolo, di pensiero, di strategie. Alla fine – è il messaggio del plot – ciò che conta non è l’essere bianco oppure nero (le due antinomie e dicotomie ancestrali, per l’umanità) ma soltanto catturare il re. Tuttavia, capita talvolta che si resti imbrigliati nelle nostre stesse manie; il traguardo – lo scacco matto fatidico – diventa così impossibile da raggiungere. Il senso della rappresentazione è che ci troviamo tutti su un campo da gioco, nell’agone. Ognuno è pedina, dobbiamo solo calcolare come imprigionare il prossimo, l’altro. La metafora offerta dalla pièce si occupa delle tentazioni, delle relazioni “pericolose” (perverse), delle… “trappole” (proprio come nel gioco degli scacchi) che pervadono ciascun essere umano (almeno in determinate civiltà e/o società). “Scacco matto” viene definito quale un testo “modernamente comico”, in cui gli autori (Lucio Pierri e Marangio) fondono la comicità tipicamente anglosassone – densa di humour – e la nostra migliore tradizione teatrale. Il plot, assicurano i critici teatrali nelle note di regia o sinossi, non è scontato; non si contano i colpi di scena e il finale appare “completamente inaspettato”. Lucio Pierri è un raffinato talento comico, da tempo volto noto del parterre della commedia napoletana; Ernesto Lama, invece, si offre all’uditorio come attore eclettico; un vero e proprio ciclone – anzi: un vulcano pronto a esplodere e a veicolare lava incandescente. Lo show tratta lo spaesamento dalla realtà dell’essere umano – nella fattispecie della civiltà occidentale, capitalistica: tre le fobie che contribuiscono ad incentivare questo dato di fatto e cioè l’ansia, l’ipocondria, la sessuomania (o sesso-dipendenza). La trama, entrando maggiormente nello specifico, si sofferma sulle vicissitudini dello psicoanalista dottor Pugliese alias Lucio Pierri; costui visita due pazienti sui generis: uno, ossessionato dal cibo e l’altro dall’ansia. I momenti di divertimento e riflessione saranno “estremamente ironici”. A completare il quadro, la conduttrice tv Claudia Mercurio – qui nei panni di attrice. Una finta dottoressa, questo il suo ruolo – nell’economia dello spettacolo. Infine, Massimo Carrino impersona un collega dello psicoanalista, appassionato (nella finzione) di opere d’arte di inestimabile valore. Tutti ingredienti che – mescolati assieme – conducono al termine dello spettacolo in maniera impeccabile e salace. La rappresentazione fa emergere anche messaggi di vita, sul passato e su come doverlo – necessariamente – affrontare. Questi nove spettacoli sono stati molto seguiti – sia dai Sanseverinesi che da avventori da zone limitrofe. Soddisfatto, particolarmente, il responsabile della struttura comunale di via Trieste – che invita a partecipare al prossimo cartellone (stagione teatrale 2019/2020), sicuramente ricco di eventi e sorprese importanti. “Scacco matto” viene proposto dopo il musical “Priscilla, la regina del deserto” – di Stephan Elliott e Allan Scott. Una trasferta al teatro Augusteo di Napoli – prevista nell’ambito degli abbonamenti – che ha molto colpito gli spettatori.