Mercato San Severino: al Convento Sant’Antonio presentazione libro di Pasquale Natella sui “Sanseverino”

Anna Maria Noia

Appuntamento con la cultura, nella fattispecie con la storia locale, sabato 6 aprile (ore 19.30) – a Mercato S. Severino: la cornice del convento dei frati minori francescani (S. Antonio) ospiterà la presentazione del volume “I Sanseverino di Marsico. Una terra, un regno” – opera di Pasquale Natella. È il secondo contributo storico-letterario, a seguito di una prima pubblicazione curata dallo storico salernitano (ma di origini sanseverinesi), che tratta – come il testo precedente – delle vicende che si riferiscono alla nobile stirpe della famiglia Sanseverino. Questo nuovo libro si concentra – in particolare – sulle fonti archivistiche e bibliografiche relative al periodo che va “dalle Signorie alle Contee, ai Principati (1081-1568)”, come recita il sottotitolo. Una sorta di remake dell’opera realizzata dal Natella stesso molti anni fa, ma più dettagliato e arricchito di nuovi studi e ricerche. In cui lo scrittore illustra ed espone le sue tesi – derivate da un attento vaglio documentaristico – in merito al susseguirsi degli eventi all’interno di battaglie ed imprese eroiche (ma anche di momenti critici e/o particolarmente travagliati) inerenti ai principi Sanseverino. Che conquistarono, tra altri prestigiosi feudi, la contea di Marsico (in Lucania). Donde, appunto, la denominazione di “Sanseverino di Marsico”. Un passato da importante schiatta del Meridione, quella dei Sanseverino; dalle origini normanne con Troisio o Torgisio de Rota (poi de Sancto Severino) – che ha dato impulso alla presenza del cognome Troisi sul territorio, mentre il fratello Angerio ha fatto derivare quello di Filangieri – alle ultime congiure dei baroni che ne hanno sancito il declino nel corso del tempo. E poi, tanti eroi e tante eroine – a cominciare da Teodora (o Maria) d’Aquino, sorella di S. Tommaso (che, secondo la leggenda, ebbe l’estasi del Paradiso sul castello della cittadina) andata in moglie a Ruggero; per finire con Fenizia e Marotta. Anche le enciclopedie on line riportano numerose notizie riguardo i Sanseverino. Altri studiosi e/o curiosi hanno prodotto ingenti e significative pubblicazioni su tale famiglia. Merita un cenno lo stemma della stirpe, inizialmente solo con un campo grigio (pare che tale stemma abbia ispirato il logo di una volta della Regione Campania) che è stato (col trascorrere degli anni) “arricchito” con le numerose annessioni da parte dei battaglieri guerrieri sanseverinesi: la fascia rossa orizzontale, che attraversa il grigio del campo, rappresenterebbe il sangue di un nemico al di sopra dell’armatura di questi; la cotta dell’avversario fu posta a mo’ di bandiera sulla lancia di Ruggero – per aizzare ed esortare, spronare, i suoi uomini in un momento decisivo e critico di una battaglia. Il volume, come il primo, è piuttosto corposo: quasi 1000 pagine – per l’esattezza ben 936. Tutto edito in collaborazione con il sodalizio “Arci Postiglione”, nonchè con il Centro di Cultura e Studi Storici “Alburnus”. La “fatica letteraria” è stata licenziata alla fine del 2018, mentre la prima edizione – in collaborazione con il Centro Servizi Culturali, allora esistente in S. Severino – è del 1980. Al convegno – che si tiene proprio nel giorno in cui nacque il compianto storico sanseverinese Gino Noia, deceduto nell’ottobre 2011, amico e collega di Natella – parteciperanno il parroco della chiesa di S. Antonio, padre Leone Esposito Mocerino – per gli indirizzi di saluto; il docente di Storia Massimo Del Regno (intervento); l’autore Pasquale Natella, cui saranno affidate le conclusioni. Natella è venuto alla luce nel 1938, a S. Severino. Il padre era salernitano. Frequenta il convento di S. Antonio, dove operò anche padre Gabriele Cuomo – un insigne grecista che ha impartito lezioni e/o ripetizioni di Greco e Latino, inculcando a svariate generazioni di ginnasiali e liceali classici di S. Severino le nozioni e i rudimenti di tali materie. Trasferitosi a Salerno negli anni ’50 (poco più che adolescente), resterà sempre legato a Mercato S. Severino. Nel 1965 pubblica un’opera sul castello dei Sanseverino, dopo due anni di lavoro “sul campo”. Il testo è scritto assieme al professore di Archeologia Paolo Peduto. Dagli anni ’70 frequenta il già citato Centro di Servizi Culturali, dove opera Gino Noia. Nasce un’amicizia profonda e decennale, basata su una reciproca stima. Tra l’80 e l’81 dà alle stampe “I Sanseverino di Marsico” – di cui (adesso) la riedizione riveduta, corretta, ampliata. Nel 2008, ecco anche uno dei primi suoi volumi sul Gastaldato di Rota (il gastaldato è un centro di potere longobardo). Ha studiato anche Troisio, il capostipite della famiglia Sanseverino – la più potente del Regno di Napoli e del Meridione (ma non soltanto), fino a Ferrante (principe di Salerno). Re-incontra Noia alla biblioteca provinciale di Salerno, della quale Noia è direttore. Per quanto concerne, invece, lo storico Massimo Del Regno è da dire che anch’egli ha frequentato il Centro di Servizi Culturali. Amico del Noia e di tanti altri esponenti della S. Severino “culturale” di anni fa, insegna la disciplina storiografica con passione ed impegno. Ha anch’egli all’attivo diverse pubblicazioni – tra le quali, alcune opere collettanee. Ha prodotto elaborati sui Sanseverino (1991); un testo su padre Gabriele Cuomo e “Caro Gino…” – una raccolta di testimonianze sull’operato di Gino Noia, che comprende scritti in suo onore tributatigli da prestigiosi intellettuali e/o politici e/o da tantissimi suoi amici. Ma non solo: “Caro Gino…” vede all’interno disegni e studi proprio a cura di Gino Noia. Un lavoro improbo, immane, che ha impegnato Del Regno e i suoi collaboratori per circa due anni. Il testo è stato presentato nel dicembre 2014 al Comune di Mercato S. Severino. Sono intervenuti autorità e curiosi. Grande il merito da parte di Massimo Del Regno, con la sua caparbietà, nell’aver fortemente propugnato il venire alla luce di “Caro Gino…”. E questo la dice lunga sulla quantità – e qualità – di valori che, una volta ma anche oggi, permeava i frequentatori del Centro Servizi. Come Pasquale Natella.