Baronissi: al FRaC, inaugurazione mostra personale di Michele Attianese

Sabato 23 febbraio alle ore 18:30, apre al pubblico la mostra personale di Michele Attianese dal titolo GROUND. La mostra curata da Massimo Bignardi, ripercorre le esperienze del giovane artista campano, dal 2009 ad oggi: dipinti che segnano una decisa svolta nella sua esperienza creativa. «Dopo la mostra dedicata a Pino Pascali organizzata in occasione del cinquantesimo anniversario della morte – osserva il Sindaco Gianfranco Valiante – l’attenzione del Museo-FRaC torna a puntare la sua attenzione sulla realtà dell’arte della nostra regione. Uno sguardo sulle nuovissime esperienze, sui giovani che oggi segnano una traccia significativa nel dibattito culturale: sguardi che si aprono all’Europa, in un confronto di rinnovamento e, al tempo stesso, di promozione di una nuova proposta all’interno dell’articolato dibattito sulle arti e, in generale, sulla cultura». «La pittura che inclina il suo sguardo sulle proprietà del reale – annota Massimo Bignardi –, registra da tempo un trend positivo, un apprezzamento del pubblico dei collezionisti, solito delle grandi rassegne o delle fiere d’arte contemporanea. Immagini soprattutto di città, inclini a raffigurare frammenti di vita di un’epoca posta sotto l’imperativo dell’aggettivo ‘istantaneo’, nella quale ‘attendere’, sosteneva Laura Potter, “è diventata una parola oscena”. La vita, nell’epoca della surmodernité, governata dalla dittatura delle immagini che, dagli smartphone ai grandi schermi posti ad icona dei non-luoghi, bombardano da ogni angolo la nostra quotidianità, è il tema che tiene insieme, in pittura, l’esperienza creativa di Michele Attianese. Il suo è uno sguardo che si muove tra le ‘geografie’ di marginalità urbane, tra architetture mute e le figure che vi abitano, ponendo, di volta in volta, l’accento ora sulla dimensione dello spazio, ora sulle cose. Non c’è, o almeno non nelle opere di questi ultimi anni, nelle quali si fa avanti un certo approccio percettivo che tende a parametrare le diverse proprietà della realtà, il bisogno di una sua raffigurazione, vale a dire di una composizione ove la pittura si fa riporto del vedere. Le opere recenti segnano l’avvio di una nuova fase esplorativa del reale: un processo che, per alcune affinità se pur alla luce dell’imperativo tecnologico-digitale, non è distante, da quella ‘risemantizzazione del reale’ della quale parlava Sanguineti, a metà degli anni Sessanta, riferendosi alle esperienze degli artisti che diedero vita a Napoli al Gruppo 58. Nella loro azione di riappropriazione degli spazi e delle cose, degli oggetti propri del patrimonio iconico-antropologico partenopeo, si ritrovava l’identità esistenziale di una generazione che palesava una nuova formula, scriveva Sanguineti, “per un progetto che ha radici ben solide, in questo terreno napoletano”. Attianese muove dalle stesse coordinate; cioè avvicina lo spazio (che è materia della sua formazione di architetto) e le cose che hanno origini diverse e non sempre attinenti al reale, conservando una concezione animistica propria della cultura vesuviana. Un indirizzo che è riconoscibile nei lavori realizzati nel 2015, penso in tal senso a Right place #3, Crowd, Partitura anonima, piccoli dipinti ad olio su carta o su tavola, per i quali l’artista si sporge verso lo spazio, oppure Assembly boy ove, invece, sono le cose a prevalere». MICHELE ATTIANESE, Castellammare di Stabia (NA) 1976. Dopo i corsi di Tecniche dell’Incisione presso l’Accademia di Belle Arti di Napoli, si laurea nel 2009 in Architettura. Significativa è l’esperienza dei “laboratorio di quartiere” di Riccardo Dalisi nel Rione Sanità, uno storico quartiere di Napoli caratterizzato da una forte anima popolare ricca storia e tradizione. Di grande importanza è la collaborazione con l’associazione umanitaria Emergency con cui realizza un progetto di pittura e illustrazione introducendo nella propria ricerca personale temi fortemente legati al mondo umanitario e all’accoglienza al diverso. Tiene la prima personale dal titolo “Derma” nel 2002, anno in cui tra l’altro è segnalato al premio Novara. Nel 2010 è presente a disegni diversi, presso il MAT – Museo dell’alto Tavoliere, Sansevero. L’anno seguente è nella rassegna “Aperto ‘11” ospitata dalla galleria Fёs Show Room di Minori con la personale “Mémoire de sucre”. Segue la personale “Di Passaggio” presso la galleria Studio Legale di Napoli. Nel 2012 partecipa alla collettiva “InterRail” ospitata dal Centro Art’s Events di Benevento e alla rassegna sulla giovane arte contemporanea “Green Dreams” a Salerno presso il Tempio di Pomona. Nel frattempo è invitato a dare veste al progetto musicale di Enzo Avitabile “Black Tarantella”, realizzando un disco con una forte impronta pittorica e con una estetica sperimentale. È del 2015 la presenza a “Unexpected Beauty” mostra ospitata negli spazi di Intragallery a Napoli e successivamente evolutasi in un progetto site specific presso gli spazi di LAC Sapartament a Milano. Nel 2016 è invitato a Setup Art Fair con la galleria Casa Turese con cui, nello stesso anno, inaugura la personale “Peryphery” curata da Marcella Ferro. Notevoli consensi riscuote la partecipazione ad Art Fair Cologne, sempre con Casa Turese, esperienza che apre le porte al collezionismo internazionale. Nel 2017 partecipa alla collettiva “in Limine” curata da Luca Palermo negli splendidi spazi del museo castello in Sant’ Agata dei Goti. Nel 2018 partecipa alla suggestiva collettiva “Dimensione fragile”, mostra curata da Jasmine Pignatelli nelle splendide sale del Borromini del palazzo della Biblioteca Vallicelliana a Roma. Contact: