Salerno: riformismo di Papa Bergoglio “Continuità o rottura nella missione della Chiesa?” presentato libro di Josè Antonio Ureta

Rita Occidente Lupo

“Continuità o rottura nella missione della Chiesa? Un bilancio quinquennale del pontificato di Papa Francesco”  Stimolante non solo per il mondo cattolico il cursore che titola la fatica letteraria di Josè Antonio Ureta.

Presentato il libro ieri sera al bar Moka, alla presenza dell ’Associazione Tradizione Famiglia, organizzatrice dell’evento, alla presenza anche dell’ avv. Giovanni Formicola accanto all’autore. Tanti gl’interrogativi alla luce della ventata riformista del Pontefice argentino, che rischiano di far smarrire l’identità del mandato petrino. Infallibilità, ma anche fragilità umana nell’Uomo vestito di Bianco.

Pietro era un uomo debole, così appare nei Vangeli, che rinnega Cristo– il commento critico di Formicola-per evitare di trasformare il Papa in una sorta d’altoparlante. In quanto alla Sua elezione, non ascrivibile allo Spirito Santo, ma al libero arbitrio dei cardinali. Una figura col carico della sua umanità, quindi coi suoi limiti umani, ma con l’autorevolezza del Magistero. La ventata riformista, l’apertura, all’insegna dei tempi, che anche se difficili, richiedono più che mai la perseveranza cristiana. Al Pontefice, il potere delle chiavi: il mandato petrino, carica di responsabilità il Vicario di Cristo, Pietra su cui fondata la casa non sulla sabbia, ma sulla roccia.

” I nuovi rigurgiti contemporanei, di un abbandono del sacro, sotto le spinte laiciste e positiviste, denudano un deserto dei luoghi di culto, rispetto alla tradizione passata. “Eppure, nonostante le aperture di Papa Bergoglio, – la conclusione di Ureta– sia in merito alla pastorale per i divorziati, che per l’aborto  e per l’eutanasia, Piazza San Pietro non è più gremita come un tempo alle assisi domenicali. Una Chiesa in cui emerge la visione della Misericordia divina, di un Dio che accoglie e che chiede pertanto all’uomo di spalancarGli il cuore, pur tuttavia stenta a far presa sulle nuove generazioni. Il Magistero resta quello fondata sulla roccia delle intramontabili parole di Cristo, duro a volte anche con Sua madre ed insistente annunciatore di pene per quanti non battono la via della salvezza. Anche se consacrati!

Nessuna meraviglia se lo scenario attuale denuda scandali, specialmente da parte di coloro che dovrebbero invece essere testimonial di vita cristiana. La stessa Chiesa, che sembra vacillare dinanzi a costanti venti, non deve disorientare dal percorrere quella via di ieri e di domani, che Cristo ha battuto oltre duemila anni fa, nella Sua fedeltà al Padre, essendone incarnazione.”