Salerno: inaugurata alla Parrocchia S.Trofimena, nella SS.Annunziata, opera Mater Dei

Rita Occidente Lupo

Inaugurata in mattinata, alla Chiesa di Santa Trofimena, nella SS.Annunziata, un imponente opera artistica del professore Giuseppe Turi. Ennesimo sigillo ad un nutrito palmares anche di consensi critici, per la fertile ed efficace verve artistica che l’autore vanta. “Pregevole occasione l’inizio dell’Avvento-in apertura Mons. Claudio Raimondo, Priore, che nel salutare i numerosi intervenuti, ha plaudito all’ottimo lavoro del prof.Giuseppe Turi– che conferisce al luogo un ulteriore fascino di spiritualità”.

Infatti il lavoro, realizzato con vetri ad alta irradiazione cromatica, dipinti a mano con ossidi metallici pregiati tipo oro, cobalto, rame e argento, consente alla luce filtrata, riverberi accattivanti. La tecnica utilizzata,  a “Grisaille”. Ispirandosi ad un’opera pittorica di donna Teresa Greco, pittrice salernitana, il prof. Turi ha sviluppato con grande talento un progetto creativo, coniugando l’iconografia della Vergine-Madre di Dio, nella semplice rappresentazione di una donna con il suo bambino in braccio. Con note personali, nel rispetto dell’impianto compositivo e cromatico dell’opera originale, declinata la storia sacra della Vergine, con l’aggiunta di note personali in immagini, colori e forme. In una nota critica Michele Citro scrive: ” Turi è un artista, che sa padroneggiare con estrema semplicità l’opera che produce.

Lasciandosi ispirare dalla raffigurazione sacra di due artisti di un passato non lontano: Teresa Greco, madre di Sua Eminenza, cardinale Raffaele Renato Martino ed il maestro Domenico Morelli, pittore della resistenza e della libertà. Numerosi i simboli visivi introdotti da Turi: il giglio senza pistillo nè filamenti, indice di castità e purezza assoluta; la rosa mistica ‘nascosta’, appellativo alla Madonna per metterne in luce una caratteristica unica nell’agiografia cristiana; il ‘pellicano’, metafora del sacrificio e dell’incondizionato amore materno, che lacera le proprie carni per sfamare i propri figli ed onorarne la vita; il ‘pavone’ uccello meraviglioso di rinomata bellezza ed emblema dello spiegamento cosmico dello Spirito e dell’eternità dell’anima; la corona di 12 stelle scure, le ’12 tribù d’Israele’ , che scure non sono. Simbolica la rappresentazione della Vergine, che sprigiona forza, fede, maternità”. “La vetrata- ha concluso il Priore – un modo per onorare Maria, un invito ad imitarne le virtù.”