Cibo che nutre

Giuseppe Lembo

Parto, per parlare di cibo, dal principio fondamentale che, “Noi siamo quel che mangiamo” e che il cibo ha alla base il saggio principio valoriale della CULTURA CHE NUTRE.

A questo principio va saggiamente rispondendo soprattutto la cultura biologica che produce, forte della cultura che diventa cibo, ”il cibo che nutre”, un cibo che, nel rispetto della natura, viene dalla fertilità del suolo della Terra usata, rispettandola.

Coltivandola con interventi di un uso limitato, saggiamente rispettoso della generosa Madre Terra che, volendo bene a chi la coltiva, con grande sinergia produce cibo, fonte di vita assolutamente necessario all’Uomo per vivere, nel rispetto del sacro diritto fondamentale del cibo-vita.

Un diritto universalmente riconosciuto nei trattati e negli accordi delle diverse umanità in cammino, ma sempre più virtualmente; sempre più e solo di carta.

Il cibo serve all’Uomo per vivere, ma non solo. Infatti grazie ai cicli produttivi correttamente intesi, si ha una saggia economia per l’Uomo, rispettando la Terra.

È questo un percorso virtuoso da rendere sempre più diffusamente vivo, coinvolgendo il più possibile l’Uomo della Terra che, nonostante le tante diaboliche innovazioni e tecnologie del rinnovamento, proprio non sa sostituire quel saggio e sano cibo che viene dalla Terra e con l’Uomo attento a coltivarla rispettandola e producendo sinergicamente, in virtù del valore universale della “Cultura che nutre”.

Il cibo non è un prodotto di moda e tanto meno un prodotto optional di cui si può fare assolutamente a meno.

Il cibo, soprattutto il cibo della Buona Terra, è parte di NOI per vivere; è parte di NOI nella scelta della salute quotidiana.

Il cibo naturale, così come dato dalla Terra, è salutare. Se tale non è, inevitabilmente ne conseguono danni spesso gravi per la salute che, a lungo termine, crea situazioni di malessere e sofferenza da cibi poco naturali che diventano sempre più cibo spazzatura, che affollano le tavole dei consumatori che, per una vita finalizzata alla sopravvivenza non badano più alla qualità di quello che mangiamo, acquistando sugli scaffali populistici di un falso risparmio, con assoluta indifferenza per il rapporto qualità/prezzo.

La Terra, in crescente sofferenza per colpa dell’Uomo che le fa un male da morire per un’infinità di motivi, è sempre meno in condizioni naturali per “nutrire il pianeta”, con tante sue aree per i tanti della Terra che muoiono per fame nell’indifferenza del Mondo. Purtroppo, per colpa dell’Uomo si produce poco e male; si produce soprattutto male.

Si riducono le eccellenze per effetto di un fare umano che vuole ricavare dalla Terra una grande ricchezza, facendo in tutte le direzioni, business.

La Terra sempre più contaminata con un suolo sempre meno disponibile per effetto di un elevato livello di urbanizzazione e con l’uso abusato di sostanze pericolose come gli interferenti endocrini che alterano maledettamente le nostre funzioni ormonali.

Al centro del rapporto Uomo/Terra c’è la crescente necessità di nutrire il pianeta. Un obiettivo che si cerca di realizzare, con grave indifferenza per quel saggio principio di vita della “Cultura che nutre” e del “siamo quel che mangiamo”. Purtroppo, tutto va in altre direzioni con in primo piano una crescente contaminazione del pianeta, sempre più sottoposto ad addomesticazioni che producono un cibo poco sano e naturale; un cibo spazzatura, funzionale a chi lo produce, facendo male all’UOMO, per un business disumano indifferente alla vita dell’Uomo a tutela diffusa della buona salute.

La Terra, sempre più ammalata di Uomo che, facendole un male da morire, indifferente al Futuro, la avvelena, cancellando la tradizione contadina, saggia compagna do viaggio del buon cibo che nutre, sta subendo una falsa rivoluzione verde con un grave danno per il cibo qualità-salute e con il raddoppio o addirittura la triplicazione delle produzioni sempre più avvelenate da una rivoluzione chimica ricca di fertilizzanti di sintesi, utili a fare crescere le produzioni; tanto, con indifferenza per la qualità del cibo, sempre più sacrificato alla quantità di produzione.

Siamo ad un cibo da laboratorio sempre più lontano dal mondo naturale, nella logica di sempre UOMO/TERRA. Tanto è, purtroppo, sempre meno!

La qualità del cibo, con gravi danni per la salute dell’Uomo, è sempre più scadente, anche in condizioni tradizionalmente positive come per NOI ITALIA e le aree che si affacciano sul Mediterraneo, con una saggia dieta dei prodotti della Terra.

Per rimanere tale, deve conservare sinergicamente il suo rapporto con la Terra che, non maltrattandola, non violentandola, non avvelenandola, può darci, da Madre buona e generosa che sa volere bene all’Uomo, i suoi buoni frutti della vita per oggi e per il futuro che verrà ed a cui, da poco saggi padroni della Terra, non dobbiamo negarci, facendoci annullare da un presente della materialità senz’anima del tutto e subito. Tanto non giova alla buona vita dell’Uomo che, senza una ragione, da padrone e non custode, si accanisce a fare male alla Madre Terra, storicamente generatrice di amore e di vita.

Dalla Terra, coltivandola con amore, in un rapporto sinergico di grande empatia di insieme, l’Uomo ha prodotto il grano, il primo oro del Mondo.

Quel grano che diventa pane della vita è sempre più necessario produrlo nel sacro rispetto Uomo/Terra, evitando percorsi deviati e zolle e chicchi sempre più avvelenati.

La Terra, la buona Madre Terra, saprà garantire, se l’Uomo saprà comportarsi saggiamente anche in Futuro il pane della vita, evitando la fame e la morte per fame per tanta gente del mondo, una vergogna dell’umanità non più tollerabile ed a cui deve essere posta la parola fine.

Per il bene dell’umanità, il saggio UOMO DELLA TERRA deve imparare ad amare la PACE ed a volersi bene, pensando al CIBO della vita come un diritto umano per tutti; a tal fine, con saggezza infinita, imparare a camminare insieme, “svuotando gli arsenali” e “riempiendo i granai”.