Italia dalla Sanità ammalata

Giuseppe Lembo

Purtroppo, il nostro Paese, è sempre più ammalato di sanità. La sanità pubblica italiana, soprattutto al Sud, tra non risposte, ritardi ed errori di percorso, non si traduce in sanità-salute.

Negandosi ad un diritto costituzionalmente garantito, non riesce a dare agli italiani, percorsi certi di salute italiana.

Tra i principi fondamentali della Costituzione italiana, unanimemente voluti dai nostri Padri Costituenti, oltre al lavoro, alla libertà individuale e di insieme, nella prima parte, troviamo il diritto dei cittadini alla salute.

L’assemblea costituente con la Costituzione approvata il 22 dicembre 1947, pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale il 27 dicembre 1947 ed entrata in vigore il 1 gennaio 1948, ha regalato all’Italia ed agli italiani del presente e del futuro, un grande strumento di vita italiana.

Un grande ed insostituibile strumento di vita italiana, con saggezza dei diritti garantiti ai cittadini. È stato un saggio regalo dei Padri Costituenti al Futuro, a benevola ed amorevole testimonianza di amore per il Futuro da parte dei padri italiani che hanno duramente lottato per un’Italia nuova.

L’Italia, per Costituzione è attivamente impegnata a difendere la salute italiana; tanto, con interventi di difesa e di tutela sia individuale che collettiva.

Il Diritto alla Salute è disciplinato dall’articolo 23 della Costituzione che recita: “La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività e garantisce cure gratuite agli indigenti”.

Dopo avere opportunamente richiamato la Costituzione ed il suo cammino, con la dovuta attenzione mi soffermo a considerarne i suoi mali di percorso ad un punto tale che il costituzionale “Diritto alla Salute”, è per tanti un solo diritto di carta, in quanto tristemente negato dalla sanità italiana che non è mai diventata sanità/salute, soprattutto per gli indigenti dalla salute sempre più tristemente negata, in percentuali che fanno tremare le vene ai polsi ed offendono le sagge volontà dei nostri Padri Costituenti. Sono allarmanti le cifre degli italiani poveri, impossibilitati ad accedere alle cure, così come previsto dall’articolo 23 della nostra Costituzione. Per gravi condizioni di indigenza, oggi 11 milioni di italiani non accedono alle cure.

Questa triste considerazione umana fa in modo che il diritto alla salute diventi di fatto diritto negato e causa di ingiustizie sociali che spingono all’indietro la povera Italia nostra, cancellandone, tra l’altro, anche i diritti costituzionali. Purtroppo, siamo in un grave tradimento italiano.

Con la negazione del Diritto alla Salute, nel nostro Paese vengono sempre meno i diritti dei cittadini.

Quello della Salute è il primo inviolabile diritto. Tale non è per l’Italia che facendosi un male da morire, con fare complice, si nega alla salute dei suoi cittadini esposti disumanamente a vecchi e nuovi mali, senza difese e/o tutele, come per i danni causati da inquinamento, dalle droghe, dalla prostituzione e da tantissimi altri mali, cause di sofferenze sociali che recano un danno da morire alla dignità umana degli italiani.

I mali che ormai sono parte integrante del Diritto alla salute, di fatto, tristemente diritto negato, sono tanti e purtroppo crescenti.

L’impegno della sanità, soprattutto pubblica, ma non solo, oltre a curare responsabilmente le malattie, deve tendere a prevenirle, riducendo così le sofferenze delle persone ammalate ed i costi sempre più alti di un sistema/salute che ha sempre meno soldi per andare avanti, permettendo al carrozzone sanità di curare senza prevenire, sprecando; sprecando risorse che, tra l’altro, l’Italia non ha e ne rendono sempre più debole e fragile il sistema, a grave rischio implosione.

Tra i mali della sanità pubblica c’è anche quello di un vuoto pressoché totale di umanizzazione della sanità nel suo sistema farmacologico/ospedaliero.

Si tratta di un saggio, importante obiettivo, non più trascurabile. Tanto al saggio fine, non solo di curare le malattie, ma di prendersi cura delle persone in quanto “UOMO”.

Si tratta di una grande necessità italiana non più trascurabile; una necessità tristemente assente dal “sistema salute italiano”, centrato tutto sulle malattie e sulle cure, con assoluta indifferenza per la  persona ammalata in un sistema sanitario fatto di ospedalizzazione e di medicalizzazione, dove non conta niente l’”uomo ammalato”; tanto, facendo venire meno le politiche dei diritti umani della persona ammalata.