Bullismo in aumento

Giuseppe Lembo

Il fenomeno del bullismo italiano, pericolosamente violento al Sud, con la triste criminalità, rappresentata dalle baby gang che, soprattutto al Sud ed a Napoli in modo tristemente particolare, sono la nuova anima del crimine che alleva ed organizza il passaggio di potere in un mondo giovane se non addirittura bambino, assolutamente senza certezze umane, dalla Famiglia, alla Scuola, alla Società.

Tanto, succede nella Napoli che, un cinquantennio addietro era protagonista del sogno rivoluzionario del sessantotto napoletano, con radici profonde e dalle certezze di una teoria universitaria vista come l’unica strada da percorrere per cambiare il Mondo a partire da Napoli con un mondo giovane, infervorato di marxismo con le radici nell’hegelismo, alla ricerca di quella emancipazione umana possibile solo grazie all’apporto della Filosofia e della Scienza, una concezione fortemente napoletana per lungo tempo, anima dell’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici, fondato da Gerardo Marotta.

A Napoli, come altrove e più di altrove, si andava pensando ad un’emancipazione globale, con l’anima viva dei giovani napoletani, protagonisti di un Futuro possibile, così come negli anni della Rivoluzione napoletana del 1799.

Ma il sogno rivoluzionario dei giovani del 68 napoletano, andava sempre più tristemente intrecciandosi con la crescente diffusione del capitalismo consumistico che alimentava una cultura giovanile di massa, basata sui valori del solo avere-apparire che da virus epidemico prende le coscienze di un mondo giovane, che abbandonava il sogno rivoluzionario, per entrare nel mondo del consumo di massa, liberandosi per questo triste fine, dei valori di un passato che veniva velocemente e con spregiudicatezza cancellato.

È in questo momento del falso nuovo che cambia al Sud la condizione giovanile. Cambia soprattutto a Napoli ed in qualche modo in tutte le diverse realtà italiane, dove poco saggiamente, il mondo adulto, si manifestava, senza una ragione, indifferente al mondo dei giovani che diventava sempre più, un mondo dal Futuro negato, con bambini piccoli e protagonisti abbandonati al rischio della strada, sempre più soli con se stessi.

È a Napoli, come non mai prima in nessuna altra parte d’Italia che, si riscrivono le età della vita con l’età dell’adolescenza fino a 24 anni.

Un’adolescenza che si espande, diventando adolescenza deviata, con i bambini sempre più precoci degli adulti sempre più tardivi, avendo diffusamente, come unico riferimento di vita, la strada.

È sulla strada e nella strada che tristemente cresce un mondo sempre più abbandonato a se stesso di bambini precoci e di adulti sempre più tardivi.

Così facendo si costruisce un Futuro meno adulto, con i vecchi senza figli per effetto delle culle vuote e gli adolescenti sempre più tardivi a varcare la soglia dell’età adulta, con l’anomalia dilagante da “giovani adulti”, negati al vivere socialmente insieme, mancando tragicamente l’opportunità di ingresso nei sistemi sociali.

In questi universi, siamo ormai e sempre più, in una condizione dai confini sempre più ammalati.

Quali gli effetti e le conseguenze umane e sociali per il nostro Paese dal mondo della giovinezza senza confini? Purtroppo, comportano condizioni comportamentali umanamente nuove e dalle caratteristiche sconvolgenti, con fenomeni di devianze individuali e/o di branco, aggressive verso i deboli ed i soli della società ed in formazione permanente per trasformare il proprio ruolo di bulli, branco, in bande armate, anima del malaffare e di una criminalità diffusa da antistato, considerata l’unica soluzione possibile per vivere in violazione della legge; tanto, in numero gravemente crescente, con il 60% dei ragazzi meridionali e napoletani in particolare, portatori di un sempre più triste disagio sociale che, in altissima percentuale si trasforma nelle disumane condizioni di un illecito diffuso, con un percorso di provenienza di un bullismo aggressivo e violento, poi sfociato nella sofferta opportunità di inclusione sociale nel triste e disumano Mondo della droga, della prostituzione e delle violenze quotidiane, che si negano ad una politica di coesione, necessaria a garantire anche al Sud un Futuro di umana civiltà.

L’Italia ed il Sud in particolare si deve svegliare da un incubo che da troppo lungo tempo opprime le coscienze, adesso tragicamente anche dei giovani, tristemente impegnati a taglieggiare i cittadini, a partire dai ragazzi, vittime della prepotenza disumana di bulli uniti in un branco fortemente coeso ed impegnato a fare il male degli altri, senza una ragione, se non per il solo sadico piacere del “fare male”, come una vera e propria ragione di vita, pur trattandosi, di una ragione disumana e senza senso.

Il bullismo inteso come supremazia sul prossimo, ha ormai superato i confini del mondo giovanile; si è diffuso e non poco, anche nella società degli adulti che, sempre più spesso, senza una ragione, esercita in modo disumano e violento, la propria supremazia sul prossimo, facendolo maledettamente soffrire.

C’è un evolversi del bullismo fortemente coinvolgente; sta, purtroppo, rientrando a fare parte di un sempre più condiviso modello culturale e di un comportamento della gente comune che narcisisticamente sente di possedere in sé una coscienza da bullo, utile a far prevalere se stessa, con un fare da clima di terrore, sottomettendo altre persone in una realtà sociale sottomessa e sempre più tristemente senza l’autorità necessaria, a tutela della legalità che, con la forza di un vero e proprio potere da antistato, viene violentemente cancellata.