I Salotti del nulla

Giuseppe Lembo

C’è nel Paese l’aria triste di un’economia finanziaria senz’anima che, dopo avere cancellato il capitalismo, rincorre i falsi miti di un “impossibile italiano”, sempre più disumanamente ammalato ed in corsa verso il NULLA esistenziale dell’ESSERE IN DIVENIRE.

La prima grande vittima di questo sfascio italiano è il cittadino. È l’Uomo d’Italia, ormai solo con se stesso e sempre più dall’identità cancellata. Un Uomo tristemente dismesso e tragicamente dal futuro negato; dal futuro sempre più cancellato.

Il primo evidente e  forte segnale dello sfascio dell’Uomo italiano, dell’Uomo inteso senza differenza di sesso, nell’identità diversificata di Maschio/Donna, è nella grave crisi della Famiglia italiana. Di quella poco saggiamente in vita ed in condizione di un disagio mortale per il suo normale, ordinato ed armonico funzionamento.

Oltre alla Famiglia italiana che c’è e soffre le pene dell’inferno per la sua sopravvivenza, il malessere dei malesseri italiani è nel fare condiviso del Mondo giovane, che si nega al Futuro italiano, evitando di mettere in piedi una propria Famiglia e di dare la grande risorsa umana di nuove vite, assolutamente necessarie per pensare umanamente al Futuro, riequilibrando lo squilibrio umano di un’Italia senza figli.

Di un’Italia dalle culle vuote che, facendosi un male da morire, si nega al Futuro, affidando il percorso di vita da fine annunciata ad un mondo di vecchi, senza ricambio generazionale e quindi senza risorse umane per nuovi percorsi di vita italiana, purtroppo, sempre più dal Futuro negato.

Come si fa a non accorgersene da parte di chi dovrebbe avere piena consapevolezza di tutto il sistema Italia e prima ancora delle sue risorse strutturali ed infrastrutturali, delle sue risorse umane, assolutamente insostituibili nel progettare il Futuro e nel dare al Paese gli imput saggiamente capaci di creare sviluppo, avendo al centro l’Uomo e le sue sagge capacità creative ed innovative.

Avendo al centro, un mondo giovane di braccia e cervelli fiduciosi del proprio Futuro, senza più oltre, le tristi storie di “emigranti in cammino”, disperatamente alla ricerca di un Futuro possibile, in luoghi di vita non sempre amici e dagli ambiti extra moenia italiana, con un carico di incertezze e di disagi, spesso causa di gravi sofferenze e di una vera e propria crisi esistenziale.

Stiamo, purtroppo, tristemente, vivendo un ventennio da Italia negata; da Italia tristemente cancellata. Tanto facendo un male da morire al Futuro italiano, assolutamente indifferente alla maggior parte degli italiani increduli, rassegnati ed in solitudine in attesa del promesso nuovo italiano, negandosi, così facendo, alla partecipazione attiva e democratica, sempre più tristemente povera di italianità, gravemente dismessa, così come nello spirito diffuso della dismissione italiana ed in attesa silenziosa del miracolo proibito “del nuovo italiano” che, purtroppo, stando così le cose, non ci sarà mai, pur battendosi il petto senza fermarsi mai, per invocare il miracolo italiano, negato sia dal Mondo degli umani che dal Buon Padreterno, in tutte altre faccende affaccendato.

Siamo, facendoci male, all’Italia delle non regole, con un fare che fa tanto male al Paese, basato sulla illegalità diffusa, tristemente espressa in tante parti d’Italia, dall’antistato fortemente radicato e sostitutivo, per il suo potere ramificato, dello Stato gravemente assente, per così negarsi alle responsabilità che sono in sé la forte espressione della vita democratica e dell’insieme umano, saggiamente protagonista della vita democratica e di un saggio insieme umano, protagonista di una vita fatta di diritti e di doveri.