Mercato San Severino: impianto compostaggio tra Pandola e Fisciano, no dei cittadini

Anna Maria Noia

I Sanseverinesi, particolarmente coloro che risiedono nelle frazioni di Pandola ed Acigliano sono sul piede di guerra per la prossima realizzazione di un impianto di compostaggio aerobico, da allocarsi tra il comune di Fisciano (nei pressi del sito di trasferenza) e via S. Rocco (area Asi) in Mercato S. Severino. Proprio a ridosso delle suddette località. Tre i comuni attraversati dal progetto: oltre a Fisciano e a S. Severino, anche Montoro. Si prevede che entro l’anno potrebbe essere realtà questo “mostro”, che servirà tutto l’ambito provinciale, e non – dunque – solo le aree tra S. Severino e il Fiscianese. La struttura fagociterà – pare – ben 32mila tonnellate annue di rifiuti organici. “Spalmati”, se così possiamo affermare, su ben 30mila metri quadri. Con il trattamento di 9600 tonnellate di materiale “strutturante”. Con gravi rischi per la salute dei cittadini dell’intera Valle Irno. A tal proposito, ma già da qualche mese (ottobre-novembre 2017), per impedire ciò (e per alzare la voce popolare, a mo’ di cittadinanza attiva) si stanno formando nella cittadina numerosi comitati ad hoc – alcuni dei quali “pare” sollecitati o comunque “ispirati” (cautamente…) dall’attivismo sul territorio da parte del Movimento Cinque Stelle (che non c’entra nulla con il costituirsi di questi sodalizi, nonostante quanto esposto in alcuni articoli di giornale). Anche se non si tratta – si sottolinea, è bene porlo subito e schiettamente in evidenza – di associazioni partitiche o meno. Bensì trasversali. Tutto apolitico e apartitico. Ma non solo: oltre al gruppo “Comitato a difesa del territorio e della salute”, “simpatico” (ma non affiliato, assolutamente!) anche ai Grillini e alla dinamica leader Annalucia Grimaldi (che è interessata all’urgente faccenda non solo come rappresentante dell’amministrazione bensì, soprattutto, in qualità di cittadina), vi sono altre realtà associative tese ad “osteggiare” l’impianto: uno di questi è “S. Severino dice No” – visibile sui social network.

Un altro sodalizio è “Ambiente futuro”; tra i responsabili di queste numerose associazioni trasversali e – ripetiamo, con forza e senza ambiguità – non politicizzate, anche il professionista Vincenzo Moscariello. Insieme a tanti altri “attivisti”. Del territorio e sul territorio. Sempre presenti.

Già intervenuti varie volte, in apposite riunioni e/o meeting (con tanto di volantini, programmi e proclami; manifesti e materiali informativi per sensibilizzare l’opinione pubblica), tenutisi spesso nella chiesa di Pandola (frazione del Sanseverinese vicina al tanto temuto impianto). Un’ulteriore riunione è in programma il prossimo 2 febbraio. E, stavolta, con i primi cittadini di Montoro (Mario Bianchino), Fisciano (Vincenzo Sessa, che il primo febbraio incontra la stampa locale per presentare i progetti) e appunto S. Severino (con a capo Antonio Somma). per capire di più e meglio. Per organizzarsi sul da farsi.

Emerge intanto preoccupazione per i miasmi, i cattivi odori, le puzze che renderanno sicuramente irrespirabile e inquinata l’aria. Anche perché, in tal zona, esistono istituzioni frequentate da bambini. Ma sembra che già i giochi siano stati organizzati: il Comune di Fisciano ha approvato due determinazioni o determine, datate 17 novembre 2017 (numeri 228 e 230) e inerenti (una) la liquidazione degli oneri istruttori in favore della Regione Campania, per tale opera pubblica; (l’altra) la liquidazione di spesa per pagare i corrispettivi di cessione a privati. Ieri vi è stato un incontro pubblico a Pandola. Si attendono sviluppi. Nel frattempo, le istituzioni e gli stessi cittadini non stanno certo a guardare: il fenomeno potrebbe essere preoccupante. Soprattutto per coloro che hanno le proprie abitazioni letteralmente di fronte alla struttura.

Si moltiplicano anche i contatti Whatsapp e – con essi – cresce l’interesse e l’informazione popolare, civica. Esprime l’ingegnere Eduardo Caliano, anche (ma non soltanto) dal punto di vista di consigliere comunale – al seguito del candidato sindaco Angelo Zampoli (ed, in precedenza, di Giovanni Romano): “Siamo disponibili a una gestione rifiuti consapevole, però questo progetto del Comune di Fisciano è per me altamente impattante”.

“Non è una scelta responsabile – prosegue – la costruzione di tal casermone; non è a misura di cittadino. E’ un impianto inquinante, nonostante quanto invece si affermi. Una soluzione potrebbe essere quella di convogliare solo i rifiuti di S. Severino, Fisciano e l’Irpinia e non, come invece sembrerebbe a tutti gli effetti, quelli che rappresentano il fabbisogno provinciale, per più della metà”.

“Un’altra risoluzione – esprime Caliano – dovrebbe andare nella direzione della riduzione di questo edificio. Per trattare esclusivamente la spazzatura delle aree limitrofe, magari conferendo la stessa immondizia in un’area più lontana e delocalizzata”.

“Inoltre riteniamo l’area non adatta alla tipologia e alle dimensioni dell’impianto” – dice. Inevitabilmente, conclude il Nostro – “ai miasmi si accompagneranno i disagi e disservizi provocati dal trasporto intensivo dei rifiuti”. Per non parlare dei pericoli per i residenti che vivono in quella zona. Già ben descritti sopra.

Rincara anche, tra altri “leader”, Moscariello – anch’egli molto ben informato, nonostante si occupi di ben altri campi dello scibile umano: “Come liberi cittadini, di eterogenea estrazione politica e di vari settori dell’intera società civile – ha affermato – diciamo no a quanto paventato dall’impianto. Dai nostri frequenti incontri, si spera effettivamente produttivi, sta emergendo la sensibilizzazione della gente. Grazie ad una mirata e massiccia campagna informativa. I cittadini devono sapere, necessariamente”.

“Non intendiamo legarci a compagini o a lobby politiche istituzionali – chiosa.

“Le date che interessano la realizzazione del trasformatore – esprime dettagliatamente Moscariello – non sono lunghe. Secondo il cronoprogramma, non si tratterà di autorizzazioni da attendere per mesi bensì di nulla osta d’impatto ambientale che potrebbero essere concessi in una ventina di giorni. Anche se – poi – la costruzione effettiva richiederà tempi più lunghi. Ed è per questo che è importante diffondere informazioni tra la gente”. Secondo i “calcoli” (diciamo così) e le constatazioni di Moscariello, l’impatto zero tanto decantato non è reale. Anche perché, calcolo per calcolo, l’edificio sorgerebbe a meno di 200 metri dal capoluogo e addirittura a soli 5 metri dalle altre case di questo hinterland. In pericolo, dunque, oltre che la salute (ovviamente) anche la qualità della vita dei Sanseverinesi ( ma anche dei Fiscianesi e dei Montoresi). Con piante e fiori distrutti o avvelenati. La gara d’appalto dovrebbe essere espletata a brevissimo – sembra, forse, tra marzo e aprile. Riusciranno – in questo pochissimo tempo, lungo tal periodo – i membri del comitato (o di altre realtà associative, sempre non istituzionalizzate) a instillare una coscienza maggiore nelle menti degli abitanti? Frattanto, si attende con trepidazione l’incontro con i tre sindaci (sopra citati). In ogni convegno, i soci dei civici consessi discutono sempre moltissimo: ben due ore di confronto fiume. Ed adesso tocca ai cittadini, portare avanti una battaglia in primo luogo ecologica ma anche legale. Vedremo, anche, quel che proporranno i tre vertici amministrativi delle località interessate dalla questione.