Salerno: SOS Impresa, Golden Hand, Battaglini ”Denuncia arma in più di vittime usura”

 «Denunciare sempre, perché le vittime di usura non sono sole».Così Tommaso Battaglini, presidente di SOS Impresa Salerno, all’indomani del blitz che ha portato agli arresti decine di soggetti accusati di usura e furti. «Abbiamo seguito da vicino il filone investigativo fornendo assistenza legale ad alcune vittime degli strozzini – sottolinea Battaglini – il risultato raggiunto dalle forze dell’ordine è la prova per cui la denuncia è l’arma in più nelle mani di chi finisce, suo malgrado, nel baratro degli strozzini e che dalla denuncia la vittima non è sola, ma ha il sostegno e l’appoggio della nostra associazione e degli organismi interessati, a vario titolo, impegnati sul versante investigativo e giudiziario». L’appello del presidente è chiaro: «Non abbiate timore a denunciare, abbiamo un numero verde attivo sempre (800 900 767) a disposizione di chiunque voglia essere ascoltato, di chiunque abbia bisogno di una mano tesa per uscire dalla spirale dei cravattari». La rete orizzontale di SOS Impresa e Confesercenti si è estesa molto nell’ultimo anno attraverso l’apertura di nuovi avamposti di legalità. «Abbiamo siglato diversi protocolli di intesa con altrettanti Comuni salernitani, tra i quali Angri e Cava de’ Tirreni – spiega Battaglini – adesioni che vanno ad aggiungersi alle città nelle quali in precedenza abbiamo insediato un nostro presidio, e cioè Mercato S. Severino, Eboli, Battipaglia e Unione dei Comuni dell’Alto Cilento. Altri sportelli antiracket e antiusura saranno inaugurati a breve in altre località della provincia, per avere una presenza sempre più efficace e capillare sul nostro territorio, dove continueremo a svolgere il nostro ruolo, nel segno della prevenzione e del contrasto a tali fenomeni». Qualche dato sull’attività di sostegno alle vittime di usura viene snocciolata dal coordinatore provinciale Antonio Picarella: «L’Associazione in questi ultimi anni si è costituita parte civile al fianco delle vittime in più di venti processi penali, alcuni dei quali sono stati già definiti con sentenze di condanna confermate anche in appello e dinanzi alla Corte di Cassazione. Fondamentale è il ruolo della denuncia da parte della vittima per accedere al fondo di solidarietà e ottenere la sospensione dei termini di esecuzione».