“Umorista sarà lei!”: Achille Campanile, quarant’anni dopo, ricomincia il “giro d’Italia” con il pensiero della Campania

Lo scorso 10 giugno è partita la rassegna “Campaniliana”, che avrà la sua settimana culminante in ottobre con un Convegno, una Mostra, e vari spettacoli nonché la premiazione del vincitore della prima edizione del premio. Il legame di Campanile, di origini napoletane da parte di padre, con la Campania è indissolubile. Achille Campanile, l’umorismo e la letteratura, il teatro e la narrativa, quarant’anni dopo e ripartendo dalla Campania. Il noto scrittore, drammaturgo e giornalista, che ha segnato un’epoca sdoganando un genere senza rinunciare alla pratica degli altri (e in tal senso, i romanzi come Amiamoci in fretta, In campagna è un’altra cosa, per fare due titoli rappresentano la grandezza e la qualità narrativa della produzione campaniliana) morì nel 1977, esattamente quaranta anni fa. Impossibile non ricordarlo, come avvenne per il centenario della sua nascita che vide l’organizzazione di una mostra a Napoli. Il padre, Gaetano Campanile Mancini, nacque a Napoli e fu giornalista con Edoardo Scarfoglio, che lo inserì in Redazione, e Matilde Serao. Proprio in Campania è nato il Laboratorio Teatrale di Scrittura Umoristica intitolato ad Achille Campanile. Le sue piece teatrali continuano ad essere rappresentate in tutta Italia, compresa la Campania, e a far ridere e riflettere proprio come avrebbe voluto l’autore romano. La sua vita non fu per niente semplice, sin dagli inizi quando i suoi romanzi e le sue opere teatrali creavano autentiche divisioni di pubblico e di critica, tra feroci demolizioni e lusinghieri complimenti. Alla fine degli anni Sessanta, poi, la scelta: proprio perché in campagna è un’altra cosa e c’è più gusto Achille Campanile si trasferì con la sua famiglia alle pendici del monte Artemisio, nei pressi di Velletri, dove non rinunciò alla scrittura e all’attività letteraria pur distaccandosi dalla città e preferendo l’amena campagna di contrada Arcioni. Furono comunque anni intensissimi, come racconta la bibliografia: Manuale di conversazione (1973 e premio Viareggio), Gli asparagi e l’immortalità dell’anima (1974), Vite degli uomini illustri (1975), L’eroe (1976, dopo la cui uscita vi fu un’intervista particolare della Rai proprio nell’abitazione dello scrittore). Il legame di Campanile con la Campania (l’associazione dei due nomi, con l’assonanza piuttosto evidente, chissà quali giochi di parole avrebbe prodotto nel Maestro) iniziò sin dagli anni Trenta quando lo scrittore laziale scrisse la sceneggiatura di Animali pazzi (1939), secondo film di Totò. Fu amico di Gaetano Afeltra, giornalista amalfitano di circa venti anni più grande. Nel 2017, proprio dalla città di Velletri che fu la sua dimora e lo sfondo alla ricercata e amata tranquillità parte una ambiziosa rassegna di teatro e letteratura che vedrà al centro la rivalutazione di Campanile e la sua riscoperta. I biografi e studiosi dell’autore, Silvio Moretti e Angelo Cannatà, insieme al figlio Gaetano si occuperanno dell’allestimento di una mostra (la cui prima ‘uscita’ avvenne proprio in Campania, nel capoluogo partenopeo) che vedrà l’esposizione di bozzetti, disegni, manoscritti, immagini e oggetti personali dello scrittore. L’Associazione Culturale Memoria ’900, invece, sta lavorando al convegno di apertura della settimana che prende il nome di “Campaniliana”: il 21 ottobre, nella suggestiva cornice dell’Auditorium della Casa delle Culture e della Musica di Velletri, avrà luogo un incontro tra studiosi che con testimonianze e spunti critici daranno un punto di vista diverso rispetto alle stereotipo affibbiato a Campanile. Saliranno sul palco Vito Molinari, regista RAI e amico storico di Campanile, Giorgio Montefoschi, scrittore affermato e vincitore del Premio Strega nel 1994 e Premio Mondello nel 2003, Arnaldo Colasanti, conduttore televisivo, direttore della rivista Nuovi Argomenti, fondata da Carocci e Moravia, nonché critico letterario. Durante il convegno avranno luogo degli sketch campaniliani a cura di attori locali. Altra parte fondante del progetto è il Premio Nazionale Teatrale, indetto e promosso dalla Fondazione di Partecipazione Arte e Cultura diretta dal Maestro Claudio Maria Micheli. “Con emozione e orgoglio – ha detto il noto direttore d’orchestra, da febbraio alla direzione della partecipata veliterna – daremo risalto alla figura di Achille Campanile”. Il premio di 1500 € è destinato ad un’opera inedita che si avvicini al genere umoristico, e il bando di concorso scadrà il 12 agosto. Molte università hanno aderito al progetto e diffuso il bando stesso, a cominciare dal campano Centro Studi del Teatro Meridionale ed Europeo. La premiazione del vincitore avverrà domenica 29 ottobre alle ore 18 presso il Teatro Artemisio Gianmaria Volonté di Velletri (storica struttura che ha ospitato concerti, un Festival della Canzone Italiana condotto da Corrado e da Enzo Tortora, e numerose iniziative internazionali). Alla presenza della giuria, composta da Arnaldo Colasanti (Presidente), Simona Marchini (giurata) e Gaetano Campanile (giurato) sarà premiato il miglior copione, poi passato alla UILT – Unione Italiana Libero Teatro, per la messa in scena. Successivamente alla cerimonia spazio al teatro campaniliano con La moglie ingenua e il marito malato, una commedia scoppiettante e ricca di colpi di scena a cura de “Il Teatrone”. Una iniziativa nazionale con ospiti di rilievo per ricordare nel quarantesimo dalla sua scomparsa un personaggio di primo piano nel panorama letterario novecentesco, molto legato alla Campania e alle sue città, e visto il mese in arrivo, si prevede un rinnovato interesse anche proprio da Salerno, Napoli, Caserta e dagli altri capoluoghi di provincia: in Agosto, moglie mia non ti conosco – infatti – Campanile dichiara: «Napoli è la mia nostalgia». Dalla città partenopea a Velletri, nel segno del genio campaniliano per una rassegna che si preannuncia ricca nonostante sia solo alla prima edizione.

 

Rocco Della Corte*

*membro del Comitato Scientifico-Organizzativo della “Campaniliana 2017”