Pagani: Casa Babylon Teatro In Fuori Classe

“Scenari pagani” saluta portando in scena la compagnia di casa. Come da tradizione, uno degli spettacoli della rassegna guidata Nicolantonio Napoli lascia spazio agli attori forgiati all’interno della bottega di formazione continua sul teatro di Casa Babylon. Per la ventesima edizione della rassegna, che stavolta ha come tema “cambio senso”, Casa Babylon Teatro ha scelto per la chiusura di portare in scena “ Fuori Classe”. L’appuntamento è per sabato 25 marzo 2017 alle ore 21.00 al Teatro del Centro Sociale di Pagani (SA). Alle 20.30 va “in scena” l’AperiSpettacolo “Tarallucci e Vino”, organizzato in collaborazione con Ritratti di Territorio della giornalista Nunzia Gargano, e che per l’ultima serata affianca uno spettacolo ironico giocando anch’esso con ironia sul suo nome. Ed ecco che l’apprezzato AperiSpettacolo si declina nella formula pura abbinando ai “tarallucci” del Panificio Malafronte di Gragnano (NA) il “vino” della casa Santacosta di Torrecuso (BN). Lo spettacolo “Fuori Classe”, costruito, vissuto e fatto crescere nel corso dei laboratori di teatro dello scorso anno, è una riflessione irriverente, ironica e divertita, che pungola a ragionare fuori dagli schemi su, appunto, la crescita.  Dedicato a Tadeusz Kantor, uno dei più grandi maestri della scena mondiale, e molto liberamente ispirato al Pinocchio di Collodi, lo spettacolo richiama l’universo circense come metafora di una vita in perenne esercizio acrobatico. Fata, Lucciola e Bugia erano tre note di un accordo, ma poi Bugia, crescendo, è cambiato, si è allontanato lasciando di sé l’indelebile ricordo dell’energia pura, delle risate di pancia, della fresca disubbidienza. Ma è un ricordo forte solo in alcuni. In molti è ormai sbiadito, una eco lontana. E ora quelli che sono rimasti sono da soli a urlare il loro diritto di essere ragazzi, di sbagliare senza i consigli di ‘insentibili maestri’, di riprendersi lo spazio vitale della fantasia, dei giochi contro ogni forma di autorità perché essa non spiega, non dialoga, ma si impone in modo vessatorio. Vaccinati contro i furbetti che gli raccontano le storie più incredibili e con una vera attrazione ipnotica per il teatro di Mangiafuoco. L’agire scenico riverbera una serie di domande. Come si diventa quando ci si fa adulti e si smette di lottare? Come ci si trasforma, nel corpo, nella faccia, nelle parole, nelle idee, nei sogni? Cosa di noi sarà più riconoscibile, da quello che eravamo e sognavamo da ragazzi? E’ un interrogativo questo, che investe appunto la crescita e che include anche la riflessione sul percorso di artisti che vogliono trovare una morale profonda al loro ‘fare teatro’. Trovare il coraggio di scegliere un percorso preciso, fissare la convinzione che il teatro non può che essere rivolta, e insieme ricerca, per trasmettere questo senso di ribellione senza esserne sopraffatti.