Il Progetto politico italiano

Giuseppe Lembo

Va nascendo il Progetto politico italiano con nuovi soggetti politici e nuove nascenti aggregazioni che sconfessano la vecchia politica ed i suoi ormai vecchi e poco ripensati percorsi di idee e di uomini da non considerare giovani solo per la propria età anagrafica e con di fatto, un nulla di nuovo e soprattutto nelle idee del fare e per il fare. E così, dopo il movimentismo consolidato della Lega secessionista e nordista che, cammin facendo si è andata costruendo percorsi di un insieme italiano condiviso al Nord come al Sud, è nato, come forte insieme italiano, con caratteristiche dirompenti e mai sperimentati prima dall’universo politico italiano, il Movimento politico italiano Cinque Stelle. Ben presto e con un’accelerazione crescente degli ultimi tempi, la politica italiana, sconfessando le origini nobili dei partiti storicamente accreditati, dopo il Movimento della Lega e di Cinque Stelle della Casaleggio associati, va ricercando nuovi soggetti politici e nuovi spazi di un movimentismo umano e territoriale più vicino al Governo reale e non solo virtuale e/o di un potere fine a se stesso, con le caratteristiche del fare politica per la società e non solo per se stessi, in quanto espressione di una rappresentanza senz’anima, va mettendo in piedi un movimentismo politico diffuso nel Paese dal Nord come al Sud, per un governo della rappresentanza attento alla gente e capace di spendersi per il bene comune della gente, il cui insieme, forte di un’attiva partecipazione è e deve necessariamente essere, il cuore palpitante della democrazia, al punto tale da cancellare il cittadino ed i suoi diritti, facendoli diventare sempre più protagonisti silenziosi di soli diritti negati. In tal senso la geografia delle diverse regioni italiane va dando forti e condivisi segnali di un’attenzione umana e sociale alternativa ad un esistente rappresentanza del fare negato a favore della gente rappresentata. I nuovi e forti segnali italiani di un concreto cambiamento italiano vengono tra l’altro dal nascente Movimento politico con radici nella società da parte di Vittorio Sgarbi, che darà vita al Movimento nuovo “Rinascimento italiano”; a questo se ne andranno ad aggiungere altri ed in prima fila, quelli tutti meridionali con forti radici in Campania ed in Puglia, dalle costole sinistre del PD di De Magistris, Sindaco di Napoli e del Governatore della Campania Vincenzo De Luca che ha ormai rotto il suo patto di alleanza politica con Matteo Renzi e corre a piè spedito verso il suo Movimento “Campania libera” di cui, De Luca ne è in solitaria autonomia il leader maximus. Dopo la sua tenuta a battesimo ed il suo pronunciamento movimentistico di una buona politica campana e meridionale più in generale, assolutamente necessaria, si presenta come il nuovo politico al “cittadino tradito” ed alla società più in generale. Tanto, a partire soprattutto dal Sud, purtroppo un mondo dalla politica piatta e senza quella vitalità necessaria per dare le giuste ed attese risposte sociali ed umane al cittadino, alla società ed ai territori che, nell’indifferenza di tutti, stanno morendo per una politica che non c’è; per una politica italiana sempre più dismessa ed indifferente alla gente, rendendola così, orfana di un potere decisionale che serve all’uomo per tutte le dovute garanzie istituzionali e sociali, senza le quali si ha, come si sta avendo, una società orfana e senza riferimenti, con alla base le scelte e le sagge decisioni della buona politica.  Per questo obiettivo in Puglia si è allertata anche la sinistra del Governatore Emiliani, mentre dalla Sicilia e Calabria vengono segnali altrettanto forti per sostituire la politica che non c’è con il mondo della società civile con tanti cervelli, importanti risorse italiane che potrebbero finalmente cambiare le sorti dell’Italia ormai morente. Soprattutto dalla Sicilia in cui il movimentismo politico è di casa, arrivano segnali forti di nuove aggregazioni di gruppi e movimenti politici, per uscire dalle condizioni tristi di una solitudine profonda dovuta ad una società orfana di protagonismo e di una rappresentanza che non c’è e se c’è è fortemente escludente, avendo in sé le sole tristi caratteristiche della cattiva politica di un “qui comando io”, allergico ai rompiscatole di una partecipazione considerata inutile, perditempo, fastidiosa e di nessuna utilità per quel potere imperante che preferisce la solitudine del fare, al fare condiviso ed allargato alla partecipazione del sociale – politico ed umano. Nel sistema Italia, con la Politica del potere unico al comando si è andata man mano cancellando la presenza politico – partitica, con cui i partiti fortemente aggregati ed attivi protagonisti del consenso delegato per ben rappresentare così le istanze del cittadino che da elettore del consenso deve sentirsi protagonista di scelte condivise. Siamo ormai di fronte ad una crisi della rappresentanza politica partitica sempre meno presente i sempre più senz’anima viene sostituita dall’emergente protagonismo di gruppi e di movimenti che, così facendo, verranno sicuramente a rappresentare “l’altro” della politica italiana; verranno ad essere il nuovo italiano, sostenuto da un fare organizzativo utilmente partecipato, con saggi percorsi del tanto atteso nuovo politico italiano, con dentro una solidale e saggia presenza sociale ed umana di un’Italia in movimento; di un’Italia in profonda trasformazione alla ricerca di vie e mondi nuovi anche nella sua rappresentanza politica e nella sua governance, non assolutamente eterna, in quanto così non è e così, come capiscono sempre di più gli italiani, non deve assolutamente essere. La più grave mancanza di cui soffre oggi l’insieme italiano è una diffusa, mancata cultura della conoscenza e dei saperi, purtroppo e sempre più indifferente ai più di un mondo italiano, sempre più indifferente a tutto; tanto, per effetto di un fare italiano caratterizzato e dominato da un diffuso falso modello di avere-apparire che, anche da Noi va poco saggiamente, determinando la cancellazione dell’ESSERE, contrabbandandolo con un falso valore che, nel momento in cui ti prende e diventa parte integrante di te, ti fa un male dell’anima, isolandoti e rendendoti egoisticamente indifferente al solidale mondo degli altri.