La voce dell’Africa: Kuonyesha mostrare far vedere

 Padre Oliviero Ferro*

“Unyonyeshe sura” (fammi vedere la faccia). Chiedo a un bambinetto che mi girava intorno in modo interessato. Lo guardo negli occhi. Non parla, ma si capisce bene che ha qualche problema. Forse non ha ancora mangiato, o ha un po’ di malaria. Poi comincia a parlare. Mi racconta che non può più andare a scuola, perché i genitori non hanno i soldi per le tasse scolastiche. Sono in tanti in famiglia e lui è uno degli ultimi. Vengono favoriti i più grandi. E lui si arrangia come può. Mi guarda con una faccia supplichevole. Gli do qualcosa da mangiare e poi gli prometto che se mi accompagna a casa sua, verrò a parlare con i suoi. Lui si offre di farlo subito. E così insieme andiamo a casa sua. Come la maggior parte delle case del villaggio, non è una bella casa. Ci devono vivere in tanti e i soldi sono pochi. Busso alla porta e mi accoglie la mamma. Dà uno sguardo al figlio quasi a chiedergli perché era andato a disturbare il padre missionario. Io faccio finta di niente e accetta la sedia che mi offre e anche l’acqua. Parliamo per un bel po’ di tempo. Lei mi spiega la situazione. Nel frattempo arriva anche il papà. Il loro problema è quello di tante famiglie, ricche di figli e povere di soldi. Non prometto niente, ma ne parlerò con la chi si interessa in parrocchia dei poveri. Vediamo se riusciamo a recuperare qualcosa dalla piccola cassa. Non è molto, ma lo aiuterà a fare un po’ di mesi a scuola. Piccoli gesti, silenziosi, che fanno poco, ma è come la foresta che cresce in silenzio, ma cresce.

* missionario saveriano