La voce dell’Africa: Kuangalia fare attenzione

Padre Oliviero Ferro*

“Fanya, angalisho, padiri, iko nyoka” (fai attenzione, padre, c’è il serpente). Me lo diceva colui che mi accompagnava nel safari(viaggio) In mezzo alla brousse. Loro lo sentono subito. Noi, invece, abbiamo l’udito un po’ rovinato e diventa complicato sentire il più piccolo rumore. Con il suo aiuto, ce l’ho sempre fatto. A volte, noi viaggiamo con la testa tra le nuvole. Ma i nostri fratelli africani (forse non fanno molte poesie), ma sono molto concreti. La vita è dura ogni giorno e c’è poco tempo per scrivere poesie. Se non lavori, non mangi. Tranne che tu sia nella politica o cose simili, o figlio di qualche capo. Allora non ti devi sporcare le mani. Ma non capita a molti. L’angalisho, l’attenzione, te lo dicevano anche quando ti incontravi con qualcuno che loro conoscevano come tipo a doppia faccia. Loro lo sapevano e te lo dicevano. Tu, se avevi fiducia in loro, facevi un po’ di attenzione. Non per disprezzare chi avevi davanti, ma per valutare con attenzione le persone. E spesso ti salvavano da un sacco di problemi. Poi, dovevi anche fare angalisho, attenzione a te stesso. Non sempre il modo di comportarsi da europeo era valido per l’Africa e viceversa. Era importante ascoltare i consigli (mashauri) delle persone anziane e,perché no, anche dei bambini. Anche se ti sentivi a casa tua, lì non c’eri nato e un po’ di angalisho, attenzione, non faceva male.

*missionario saveriano