Lo sfascio italiano- l’Italia dei disastri annunciati

Giuseppe Lembo

La Terra italiana è, per colpa dell’uomo, in condizioni di grave sofferenza. Si è rotto, purtroppo, il buono e saggio rapporto Uomo-Terra, con un comportamento dell’uomo gravemente indifferente ad un fare rispettoso nei confronti della Madre Terra che, sempre più abbandonata a se stessa, agisce e reagisce, vendicandosi, così facendo, dei torti subiti e rimpiangendo tutto di quel saggio mondo contadino, che un tempo, sapeva amare la Terra, avendo con le sue sacre zolle, un rapporto di amorosi sensi; un rapporto di sacro rispetto che gli veniva ricambiato con il buon cibo, il frutto di un lavoro faticoso e sudato per vivere insieme con le famiglie che sapevano volersi bene; che sapevano essere un insieme familistico aggregante e rispettoso degli affetti umani e del buon rapporto con la Terra che coltivava, sapendola volere bene; sapendola amare. L’abusato suolo italiano, nell’indifferenza e nei mancati controlli, manifesta una condizione di gravi rischi in agricoltura, con un suolo sempre più inquinato di veleni incontrollati che ci ritroviamo a tavola nel cibo, causa di gravi malattie che, provocano contro l’uomo, sofferenze e morte.Tanto per abbandono, per una mancata manutenzione del suolo esposto al fuoco, alle frane, a gravi fenomeni atmosferici che lo trovano impreparato; ad interventi sbagliati, per un fare che, viene normalmente attuato se funzionale a se stessi ed alla propria quotidianità, con guadagni leciti e/o illeciti che siano. E così il male uomo, diventa male natura che si ritorce contro.  Quando, in agricoltura si usano abusandone, i veleni devastanti per il massimo profitto, con produzioni sempre più avvelenate, c’è un indifferente ed egoistico “tiremm innanz del così deve essere; di un tira a campare disumanamente indifferente all’uomo ed alla natura che da Madre saggia e giusta, viene inopportunamente considerata matrigna disumana e cattiva. Ma la colpa del malfatto italiano da che parte sta? Che si fa per ridurre i danni inquinanti le cui tracce velenose restano una costante che ritroviamo poi nel cibo che mangiamo, nell’acqua che beviamo e nell’aria che respiriamo? La colpa è soprattutto umana, quando inquiniamo ed avveleniamo; quando abusiamo sconsideratamente di quella tanta energia consumata e tra l’altro prodotta, con risorse naturalmente esauribili ed assolutamente non rinnovabili. Oltre all’immediato danno economico che ci regala nel presente, condizioni di povertà diffuse, ne consegue un grave danno nel tempo che verrà e che regalerà (si fa per dire regalerà), all’uomo della Terra, distruzione e morte, per effetto di un sempre più grave inquinamento atmosferico (effetto serra), con il conseguente fenomeno devastante di aumento del caldo che influirà sul clima, causa senza ritorno, per il futuro dell’uomo della Terra, che diventerà disumanamente, un tempo umano da futuro negato. Tutto perché l’uomo egoisticamente pensa al sé stesso di un presente senza futuro; tanto, pur sapendolo; tanto, pur avendone consapevolezza. Oggi invece, cancellata da un processo di deglobalizzazione che produrrà grave indifferenza umana nel presente e peggio ancora, grave cancellazione dell’umanità futura, con un tempo negato, da futuro negato, già in atto; già in cammino, con fenomeni diffusamente crescenti di disumanità vicini a noi, nelle acque del profondo mare Mediterraneo, dove ogni giorno, i disperati della Terra, pagano il loro prezzo di morte, per rivendicare a sé quel diritto alla vita, purtroppo, ostinatamente negato. Tutto questo ed altro, altro ancora, è il mondo di oggi. Un mondo disumano di sofferenze e di morte; un mondo dal fiato corto che non sa fermarsi per capire che fare per evitare la distruzione di questo universo gravemente ammalato di uomo e sempre più destinato a pagare il conto, da uomo della Terra, costruttore di morte e dal futuro negato. C’è da augurarsi, nel saggio rinsavimento del fare umano; un rinsavimento da Io-Noi, per una Terra-Stato, in una Società-Mondo che, sappia riprendersi la sua giusta dimensione di rispetto della vita umana. L’Italia è, purtroppo, in una condizione di grave sofferenza, sia fisica che antropica. Deve registrare un malessere che parte dal suolo italiano per diventare e sempre più, degli italiani, parte di un Paese invecchiato, dismesso, senza lavoro e con un fare di suicida indifferenza per i giovani, dal futuro negato; di un Paese dove crescono le debolezze umane, il disagio territoriale e le tante diffuse povertà dal futuro negato.