Il mondo chiede PACE

Giuseppe Lembo

Il mondo ha bisogno, tanto bisogno di PACE e di solidarietà umana. Ne ha assolutamente bisogno per evitare che, questa nostra Terra, sempre più ammalata di uomo, diventi disumanamente invivibile; diventi protagonista (si fa per dire, protagonista) di un insieme umano, assolutamente senza futuro; diventi protagonista di un insieme umano dal futuro negato. Tanto, anche e tra l’altro, oltre che per le sempre più diffuse sofferenze antropiche, anche per gravi fenomeni naturali, quali i sempre più vicini e devastanti cambiamenti climatici che, purtroppo, distruggeranno la Terra e l’uomo che la abita. Tanto, per colpa dell’uomo che sa vivere sempre meno saggiamente sulla Terra, nel dovuto rispetto degli altri. Purtroppo, questo, non si fa; purtroppo, l’uomo non riesce a capire come vivere insieme agli altri della Terra, sempre più fortemente ammalata di uomo, doppiamente carnefice (della Terra che amorevolmente gli dà il cibo e dei sui simili, compagni di viaggio che proprio non sa rispettare in quanto uomini e non sa assolutamente volere bene). Il populismo all’inizio del suo corso terreno, porta con sé il grave rischio dell’uomo contro gli altri uomini, ideologizzando egoisticamente guerre e genocidi e cancellando quella globalizzazione amica a cui, da tempo, guarda il mondo delle povertà e dei tanti ultimi della Terra che, così facendo, tornerebbero indietro e vedrebbero cancellati i sogni e le speranze di una vita possibile con alla base una necessariamente concreta trasformazione del mondo. Se l’uomo delle Terra da uomo globale si trasforma in deglobalizzato, avremo un ritorno all’indietro, con le tante possibili ed umane vie negate al futuro dello sviluppo umano, disumanamente interrotto con la consapevolezza di umanità cancellate da una divergenza diffusa degli uni per gli altri di una Terra protagonista indifferente alla povertà del mondo, costruendo muri di difesa del tutto per sé e cancellando ponti di umanità e di PACE. Ancora l’uomo si rivela per quello che egoisticamente è. Attento e sempre più, solo a se stesso, è assolutamente indifferente all’insieme umano. È indifferente agli altri; è del tutto indifferente alla vita degli altri e bada per proprio ed unico tornaconto alla centralità del progresso economico e tecnologico, organizzando territorialmente la sua sola umanità; la sua sola egoistica area di interessi economici ai soli altri del proprio vivere insieme. Dal sogno della globalizzazione di un mondo nuovo per l’uomo della Terra, siamo sempre più tristemente, in cammino verso un mondo chiuso nei propri recinti di un’appartenenza senz’anima, dove si consuma anche la speranza di un insieme umano globalizzato e, purtroppo, sempre più prossimo, ad essere disumanamente deglobalizzato. Tanto, cancellando, così facendo, le speranze di un mondo umanamente unito, fatto di un insieme di uomini in cammino verso vie di sviluppo sognate e da tanti della Terra, viste come possibili, ma di fatto negate, con una tragica continuità di vita sofferta per i tanti uomini del pianeta, in sé umanità negate ed assolutamente indifferenti a chi governa il mondo con il solo obiettivo di fare accrescere la grande ricchezza di chi già ce l’ha. È questo un pericoloso e disumano obiettivo per il futuro del mondo; per il futuro dell’uomo della Terra che, così facendo, non si salverà e morirà di uomo, cancellando la propria vita negata al futuro che non ha discontinuità e continua maledettamente a garantire i privilegi dei pochi, continuando a dare vita a mondi separati; a quei mondi senz’anima che vedono gli uni contro gli altri armati, con i ricchi, sempre più ricchi ed i poveri, sempre più poveri. Se dovesse crollare quella tanto attesa impalcatura di un mondo nuovo globalmente inteso, avremmo un ritorno umanitario all’indietro con gravi conseguenze per il popolo universale della povertà; un popolo che dai potenti del mondo sarebbe spinto verso quella catastrofe umanitaria, tanto temuta, ma che nessuno fa niente per evitarla concretamente, rendendo il mondo migliore e più umanamente vivibile per tutti.