La voce dell’Africa: Jambo, ciao

Padre Oliviero Ferro*

E’ la prima parola che si impara in lingua swahili ed è il saluto che ci si scambia subito. A cui si aggiunge “habari gani?”, come stai? E così si entra subito nel clima africano. Di per sé, “jambo” vorrebbe dire “problemi”, ma viene trasformato in un saluto come per dire che ora, con il nostro incontrarci, i problemi se ne vanno. Spesso lo si accompagna con un gesto della mano (la destra allungata e la sinistra che si appoggia a metà della destra, come per dire che ti saluto con tutto me stesso e quindi non ho niente da nascondere). E’ un saluto che va bene per tutti: piccoli e grandi. Ed è bello salutare e sentirsi salutare. Ci si sente subito a casa propria. Il JAMBO lo utilizziamo ogni volta che incontriamo qualcuno, anche se non lo conosciamo ed è il primo passo di un’amicizia, di un costruire qualcosa di nuovo, di bello insieme.

*missionario saveriano