Nocera Inferiore: Liceo “A.Galizia” alternanza Scuola-Lavoro “Dirigenti Buona Scuola: parla la Vigorito”

“Una persona in grado di lavorare con passione e amore, seguiti poi da razionalità e modalità”: è così che la dirigente del liceo psico-pedagogico “Alberto Galizia” di Nocera Inferiore, Maria Giuseppa Vigorito, definisce il ruolo ed il valore della figura del dirigente scolastico. Durante un’intervista che ha avuto luogo all’interno dell’istituto stesso del quale è dirigente, la Vigorito ha illustrato quali sono le difficoltà che affronta quotidianamente ogni dirigente scolastico, difficoltà legate alle responsabilità attribuite a questo ruolo dopo l’emanazione della legge numero 107 del 2015, definita anche “Buona Scuola”. Tale legge prevede che i dirigenti scolastici abbiano molte più mansioni rispetto al passato: si parte dalla sicurezza degli studenti, settore nel quale occorrono provvedimenti in caso di eventi inattesi, come incendi o calamità naturali, ed in caso di attività scolastiche; a ciò si aggiunge la pubblicazione di bandi per la scelta di nuovi professori e di graduatorie provvisorie e definitive; da responsabile legale dell’istituto ella ha responsabilità a livello di relazioni sindacali; è importante saper gestire la posta quotidiana, tra orientamento, alternanza scuola-lavoro, contratti, convenzioni e rapporti con gli enti locali; tra gli altri oneri amministrativi del dirigente ritroviamo anche la presidenza delle commissioni, l’ascolto e la ricerca di soluzioni a ricorsi e reclami, la valorizzazione del merito dei docenti, attività scolastiche da concordare con studenti, la gestione delle visite dei genitori e la presidenza di consigli di classe. Riunioni importanti sono quelle organizzate con l’RSU (Rappresentanza Sindacale Unitaria) della scuola: i rappresentanti, eletti dal personale, devono concordare, con la dirigente, l’uso dei fondi scolastici. A tutto ciò si aggiungono le richieste agli enti preposti per ottenere nuovi indirizzi o personale docente specializzato o sostitutivo, anche se, secondo la Vigorito, la Provincia è assente o non risponde alle richieste, ignorandole. Ciò la costringe, a livello di pulizie, a fare riferimento a società private, quali la napoletana Manital. La preside riassume il suo ruolo in tre attività: quella di avvocato, carabiniere e showman, poiché deve conoscere le leggi, farle applicare e presentare l’offerta formativa, le qualità e le attività scolastiche nel migliore dei modi. Allo stesso tempo, però, si tratta di dirigenti “atipici”, poiché i dirigenti di altri uffici, secondo dati ufficiali, hanno le stesse responsabilità, ma anche stipendi migliori. «Un’organizzazione che tende ad acculturare i ragazzi e a dargli degli ottimi studi superiori, questo è il mio sogno», dichiara con orgoglio e amore nei confronti degli studenti, un sogno che tenta di realizzare attraverso progetti e proposte culturali. La dirigente non ha mai dimenticato il suo trentennio da insegnante e quanto sia importante mantenere un contatto diretto coi ragazzi; ella stessa afferma: «Mi piacerebbe venire in classe, intrattenere un discorso con voi, cercare di comprendervi. Purtroppo, sono diventata un burocrate, perché la scuola è grande, coi suoi 5 indirizzi e devo organizzare tutto». Il ruolo di “burocrate”, però, non è adatto a lei: cerca sempre di mettersi in gioco e di dare una mano, senza tirarsi indietro. «Non voglio spaventarvi: se qualcuno di voi vuole fare il dirigente deve essere preparato e non deve demordere, perché le difficoltà della vita sono enormi, ma con una buona preparazione “uno su mille ce la fa”»; «Io sono legata a questa scuola: sono stata alunna proprio qui e quindi ci tengo, anche se non ho i mezzi per poterla recuperare»; «La scuola è prima di tutto luogo di incontro e confronto. Voglio che parliate tra compagni; purtroppo, tutti possiamo sbagliare, anche io, e partire con questa idea già porta ad una considerazione diversa dell’altro, per comprenderlo e passare sopra i suoi errori»; «Vi auguro che, anche grazie agli stimoli che state ricevendo dalla scuola, viviate meglio la vostra vita. È un’evoluzione: si impara a cambiare punto di vista e ad ascoltare quelli altrui». Queste sono solo alcune delle dichiarazioni della dirigente; poche, ma sufficienti a comprendere quanto vorrebbe fare di più per la sua scuola e quanto il processo di crescita sia continuo, dato che non si finisce mai d’imparare. La stessa preside fa riferimento ad un antico proverbio napoletano: “a vecchij tenev cient ann e ancor vulev ‘mparà”, veritiero in un mondo fatto di “animali sociali”, a detta di Aristotele, ed imperfetti. Se fossimo tutti uguali, sarebbe un disastro: il mondo è bello perché è vario e questa varietà va compresa ed accettata. «Non fare agli altri quello che non vuoi che venga fatto a te: questa deve essere la base per tutto, ovvero il rispetto. Questa caratteristica deve far parte del dirigente. Ci vogliono far passare per burocrati, ma come facciamo, noi che siamo stati impegnati per tanti anni a pensare a cosa sarebbe meglio per voi, a diventare tali?», si domanda perplessa la dirigente, consapevole del fatto che la civiltà di un popolo possa progredire soltanto se diventiamo tutti “missionari” che muovono le proprie voci verso un unico e necessario punto d’incontro. In conclusione, la Vigorito chiarisce quanto, con la modalità giusta, si possano raggiungere i propri obiettivi: «Vogliamo cambiare le cose? Dobbiamo cominciare a cambiare noi stessi in meglio».

Sofia Barone e Domenico Cappuccio – III B/U