Nocera Superiore: PdZ S1, consiglio comunale riapre partita

Si riapre la partita sul Piano di Zona, Ambito S1. Il consiglio comunale di Nocera Superiore, riunitosi ieri sera, fa registrare un dato politico importante attraverso il voto unanime alla proposta a firma del sindaco, ovvero «scongiurare l’interruzione dei servizi e, in attesa di una programmazione finanziaria adeguata a giustificare la proposta di creazione di un’Azienda consortile, valutare intese diverse». Il che, tradotto, è un ulteriore ed accorato invito ai Comuni pro-partecipata a fermarsi e ragionare: «Al momento non ci è stata fornita la necessaria ed analitica documentazione finanziaria richiesta e prevista dal TUEL per valutare l’opportunità di creare una partecipata e, quindi, non vi è certezza di cosa andremo incontro – spiega il sindaco Giovanni Maria Cuofanodi contro abbiamo certezza rispetto alla qualità dei servizi sociali erogati sino ad oggi. Sono servizi efficienti che soddisfano i bisogni delle comunità: andiamo avanti su queste certezze, per il momento, e ragioniamo, nel contempo, su come possiamo migliorarli valutando intese diverse». Unito e compatto, il consiglio comunale ha detto sì alla proposta a firma del sindaco, che prova, ancora una volta, a snocciolare una posizione che non è pregiudiziale rispetto all’Azienda consortile, ma improntata alla cautela, all’opportunità di non lanciarsi a testa bassa in assenza di elementi fondamentali (vedi Piano finanziario triennale) ed alla tutela dei reali bisogni dei cittadini. «Abbiamo scelto di portare in consiglio e di coinvolgere l’intera assise su un argomento delicato e ciò che è emerso, è stato un voto corale, una convergenza unanime su una scelta ponderata e responsabile – sottolinea – che ha unito l’intero arco istituzionale di Nocera Superiore. Quest’ulteriore passaggio invita i Comuni dell’Ambito S1, ancora una volta, ad una riflessione serena ed un approfondimento serio, ovvero carte alla mano, rispetto alla necessità di non prendere una decisione avventata su una struttura, l’Azienda consortile, della quale non abbiamo ancora contezza. Chi ha deliberato in favore di questa forma giuridica lo ha fatto votando la creazione di un contenitore vuoto e senza programmazione». L’invito di Cuofano ad un’analisi più accorta è legato anche all’indirizzo scelto da molti Comuni d’Italia: «Attraverso i dati forniti dall’Anci – prosegue Cuofano – rileviamo che il 70% dei Comuni non ha scelto l’Azienda consortile ma la gestione diretta associata in Convenzione e lo stesso Decreto Madia è orientato verso la soppressione delle partecipate, considerate centri di costo per gli enti pubblici». E conclude: «Ad oggi non abbiamo neanche un verbale delle sedute sino precedenti svolte: come possiamo pensare di poter garantire un sistema di gestione ordinato e trasparente? Non è il momento d’innamorarsi delle forme, né tantomeno dei tatticismi politici e dei cartelli: è il momento di far prevalere l’interesse delle nostre comunità».