Mercato San Severino: Costa, Referendum, Gargani “Paese arretra allo Statuto albertino”

Maria Pia Vicinanza

Un talk show sul Referendum costituzionale, nell’ambito della “Sagra dell’Ambiente e dello Sport”,organizzata da Luigi Pergamo, in calce ad un cartellone ricco d’iniziative. Al dibattito, condotto dal Direttore del nostro quotidiano, Rita Occidente Lupo, hanno preso parte: il viceSindaco di Nocera Superiore Maria Josè Vigorito, l’avvocato Massimo Passaro Lega per l’Italia, il presidente ADBI Intesa San Paolo Giorgio Sortino. Le conclusioni, affidate all’europarlamentare Giuseppe Gargani. “Un Referendum che non sarà abrogativo- ha proluso la Lupo- e che pertanto non richiede la soglia del quorum per il suo passaggio, ma decreterà le sorti del Paese in base alla maggioranza del Si o del No.” “Pertanto indispensabile che l’elettorato conosca fino in fondo cosa dovrà scegliere- ha aggiunto Passaro-sì da poter decidere autonomamente per quale delle due soluzioni optare. Un Referendum che, partorito in fretta, non detta criteri costituzionali, in quanto stravolge lo stesso dettato, in nome di un rinnovamento nel Paese, che di fatto non si verificherà.” “Opportuna un’informazione adeguata anche alle nuove generazioni- ha punteggiato la Vigorito- in quanto la scuola, cassa di risonanza della formazione delle nuove generazioni, che si preparano ad acquisire i diritti democratici, anche con l’espressione del consenso popolare.” “Certamente anche il mondo economico- ha aggiunto Sortino- risentirà di tale risultato elettorale, nel momento in cui l’Italia vive con affanno la crisi economica che l’attanaglia.” “E che dovrebbe essere prioritaria nell’agenda renziana- ha concluso Gargani- giacchè insieme alla situazione immigrata, l’altro zoccolo duro che attanaglia lo Stivale. Col Referendum, diventato un cavallo di battaglia del governo, il Paese arretrerebbe, privando i cittadini del diritto democratico, in nome dell’abolizione del bicameralismo. In effetti se le leggi debbano essere varate da entrambe le Camere o da una soltanto, noncosì rilevante nell’ordinario civico. Nel momento in cui la crisi lavorativa affligge i nuclei familiari, la disoccupazione spinge sempre più giovani ad emigrare, l’esodo immigratorio continua a rimbalzare sul nostro territorio, creando caos e problemi, non certamente il riassetto, come suggerirebbe il premier, prioritario. Con l’abolizione delle autonomie locali, Province e Regioni, la centralizzazione romana del Governo non garantirebbe miglior stato sociale. Inoltre, le ventilate contrazioni dei costi della politica con il riassetto previsto, di fatto non si verificherebbero. Di qui l’urgenza d’informare appieno i cittadini su cosa scegliere al Referendum Abbiamo costituito dei Comitati, a favore del No, per far sì che dietro la lungaggine del testo da votare, più snellita la comprensione. Al momento, anche se l’autunno dietro le porte, non ancora partita l’organizzazione vera e propria per le urne, per cui credo che date le tiritere che sta creando, probabilmente salti. Me lo auguro, giacchè il Paese ha bisogno di ben altro per poter guardare allo Stato centrale, come referenziale interprete dei suoi bisogni primari.”