Salerno: Santa Maria de Lama, uno scrigno longobardo nel centro storico

Rita Occidente Lupo

Capita che, passeggiando alla scoperta del cuore della city, addentrandosi dentro vicoletti, che detengono la patina del passato, tra le note contemporanee partenopee, non solo bucati strizzati ad asciugare, ma anche palazzi gentilizi ed affreschi semiscoperti, a polarizzare l’attenzione. Tra quelle che un tempo furono vestigia autorevoli, non solo della Scuola Medica Salernitana, la traccia di un passato autorevole, a striare i secoli in corsa. E lì, dove un tempo sembrava che l’incuria, governasse sovrana, tra le ragnatele del tempo e la polvere dei secoli, un antico convento, con le sue colonne e pitture, a creare un catartico tuffo non solo nel MedioEvo. Grazie ai volontari del Touring Club Italiano, promotori della tutela del patrimonio culturale, la Chiesa di Santa Maria De Lama, oggi restituita alla fruizione non solo turistica.  Dagli ampi gradoni, l’antico complesso il cui nome, dal torrente che gorgoglia sotto il livello stradale. Un cimelio storico per le vestigia longobarde pittoriche. Un tempo, la cripta, struttura originaria. Tra la fine del X sec., di proprietà della famiglia del principe Gisulfo Successivamente varie ricostruzioni, in età medioevale e poi, nel XIII sec.. Pregevoli affreschi: Santi eretti, Bartolomeo, Andrea, Lorenzo e la Vergine, circondata di angeli. Ben mantenuta la pittura di Santo Stefano e di San Leonardo Restaurata dagli anni ’70, oggi la Chiesa resta uno dei monumenti più storici della città- Pertanto non solo scolaresche e turisti, ma anche gli stessi cittadini, che probabilmente non conoscono tale monumento, possono visitarla, riandando ad antiche usanze di popoli che hanno scritto una pagina di storia urbana col proprio passaggio. E’ grazie al Touring che l’opera di maquillage ambientale, s’è verificata, cercando anche di ripulire dalle numerose incrostazioni idriche e dalle erbacce uno dei luoghi di culto più completi.