Italia senza futuro

Giuseppe Lembo

Prima di tutto, per un futuro italiano nuovo, occorrono nuove regole; occorrono regole certe. Occorre che le regole oltre ad esserci, vengano applicate seriamente, correttamente e tanto, tanto concretamente. Occorre, tra l’altro, una forte sostenibilità sociale ed ambientale. Occorre una grande forza rigeneratrice, alla base di tutto e da parte di tutti. Nel nuovo dell’Italia è importante che all’orizzonte avanzi il lavoro per obiettivi. C’è, purtroppo, in Italia un grande vuoto dei tanti bisogni sociali non soddisfatti. C’è, nel nostro Paese, una forte e diffusa cultura dell’assistenzialismo fine a se stesso. Quale la crescita possibile? Prima di tutto, sapere scommettere nel futuro. Per questo, occorrono progetti d’insieme, con alla base un forte insieme operativo. È importante costruire piattaforme dell’uso allargato, mettendo in rete le idee; facendo in modo che le idee diventino imprese per un insieme Italia capace di fare la propria parte per il bene comune. Nuove imprese, sono da vedere anche nella start-up. Producono, più oltre, occupazione. Non pesano assolutamente sulle spalle della spesa pubblica. L’ITALIA non è, purtroppo, un Paese per giovani. Crescono, a dismisura i trentenni poveri senza reddito. Siamo di fronte a problemi strutturali gravi e profondi; tanto, trattandosi di problemi a cui non vanno pensate e tanto meno create le soluzioni possibili. Le famiglie italiane che vivono senza reddito sono 2,2 milioni (6 milioni di persone). Dal 2004 al 2015 sono passate dal 9,4% al 14,2%; al Sud raggiungono il 24,5%. L’Italia dagli scenari sempre più tristi, guarda al futuro con una  stratificazione sociale tendente a fare crescere le disuguaglianze che si perpetuano nell’indifferenza di un sistema potere che, proprio non è interessato al futuro italiano; al futuro possibile dell’Italia che ha bisogno assolutamente degli italiani “protagonisti di uno sviluppo partecipato” e quindi di futuro, il frutto dell’insieme italiano.