Appello amico ai Cilentani “Cambiare per non morire”

Giuseppe Lembo

Cari cittadini del Cilento che, ancora come me, resistete ad acquistare ed a leggere un quotidiano, per vivere informati, per partecipare da cittadini responsabili e consapevoli e per dare il proprio contributo umano, sociale e culturale, nonché le proprie idee di insieme, come necessaria forza per il cambiamento e lo sviluppo possibile, da cilentano indignato e soprattutto da giornalista pubblicista di lungo corso, con forte determinazione cilentana, per come viene trattato il nostro territorio, vi invito a non comprare giornali faziosi. Noi, non produciamo notizie; non produciamo soprattutto le notizie accattivanti, considerate da chi, produce carta stampata, le sole “buone ed utili notizie” per vendere il prodotto, purtroppo, ahimè, sempre meno venduto per un rifiuto diffuso alla lettura e soprattutto, per i contenuti oggi funzionalmente in linea con le linee guida della carta stampata e con la più generale informazione radio-televisiva e digitale che è, sempre più, parte di noi, a partire dal proprio ambiente di vita; da proprio mondo in cui si vive. A malincuore, devo riconoscere che siamo di fronte ad un vero e proprio tradimento comunicativo; c’è, purtroppo, sempre meno attenzione per il comunicare autentico; c’è assoluta indifferenza e poco rispetto per il lettore che, da ricevente terminale delle notizie lette, dovrebbe avere personali vantaggi, sia in termini di crescita umana e culturale che di partecipazione attiva e di protagonismo nel giusto ruolo di cittadino informato e consapevole del proprio essere umano e sociale, per accompagnare responsabilmente e da protagonista il cambiamento e quindi lo sviluppo possibile. Purtroppo, il mondo dell’informazione non sa fare opportuna autocritica; attribuisce ai soli lettori la sempre più diffusa indifferenza per la carta stampata, un mondo di grande sacralità oggi inopportunamente violato da un nanismo informativo che si affida solo e sempre più, alla notizia strillata; agli scandali ed al malaffare politico-istituzionale che cerca di mettere sempre più il bavaglio alla libera informazione, filtrando e/o  soffocando, così facendo, la libera stampa (oggi il diritto del comunicare autentico, è, purtroppo, tra i diritti sempre più violati; sono nel nostro Paese, diritti maledettamente negati, ad un punto tale da collocarci al 77° posto al mondo, della libera stampa e del libero diritto al comunicare). I giornalisti, purtroppo e sempre più, non sono assolutamente liberi in Italia di fare gli operatori intelligenti di un libero ed autentico comunicare. Si preferisce, in alternativa, un loro ruolo di subalterna vicinanza ai poteri costituiti; tanto, per garantirne il consenso silenzioso; tanto, per amplificare la falsa propaganda di chi comunica, sulle masse fortemente disinformate che, così facendo, vengono più facilmente addomesticate e rese disponibili ad un “tutto va bene”, indebolendo, di fatto, l’Italia libera e democratica ed il protagonismo del cittadino che è utile per la democrazia italiana e serve assolutamente al futuro cilentano. Nel Paese tira un’aria non nuova, ma di restaurazione ad un antico che è senza senso e che, proprio non giova a nessuno; soprattutto non giova al nuovo italiano ed al futuro possibile del nuovo italiano, un percorso che è il solo buon frutto dell’insieme italiano; del protagonismo partecipato dei cittadini italiani alla società d’insieme; tanto, ovunque in Italia, al Nord come al Sud. Tanto in tutte le parti del Paese, comprese le aree deboli e considerate “negate” allo sviluppo possibile. Occorre, come percorso di un’informazione intelligente, per una comunicazione autentica, cambiare; cambiare, pensando ad un comunicare per la gente, utile a farla uscire dalle condizioni di disperata solitudine e da renderla protagonista; protagonista nel proprio mondo, avendo in sé l’importante forza di un’informazione utile ovunque per costruirsi insieme mondi nuovi, per i tanti cambiamenti che sono oggi parte del nuovo tempo del Millennio globalizzato. C’è da smetterla con un fare decisionista sempre più sbagliato e sempre meno utile alla gente che ha bisogno di riferimenti giusti e saggi, ricchi di contenuti autentici, possibili come sola espressione di un comunicare autentico. In Italia, ma soprattutto nelle realtà italiane periferiche ed emarginate, siamo ad una totale schizofrenia di sistema; ne sono ampiamente parti, in quanto interamente coinvolti, i media in generale e la carta stampata in particolare. Perdendo la loro specificità e mettendo da parte il loro ruolo di comunicazione autentica per la gente, pensando di potersi godere più facili rendite di posizione, hanno dato luogo ad un cervellotico e sempre più purtroppo ibrido informativo e comunicativo; tanto, dando sfogo a forme di nanismo umano e culturale che non giova a nessuno e che ha in sé il grave rischio di un forte arretramento umano e sociale, con la conseguente caduta dei valori, un bene antico che oggi interessa sempre meno e che non trova la giusta attenzione da parte di chi dovrebbe farsene carico e promuoverli, portandoli all’attenzione della gente che ne ha necessità, assoluta necessità per costruire e costruirsi insieme percorsi di futuro, ispirati ai tempi moderni, dove c’è aria di tempi nuovi; di tempi, umanamente nuovi, dove tutti sono assolutamente necessari a tutto ed a tutti, per quel saggio insieme umano basato sull’uomo; sulla sua centrale umanità e su di una solidarietà condivisa al fine di dare dignità condivisa a tutti gli uomini della Terra, in cammino verso il nuovo del mondo, già segnato con l’inizio del Millennio globalizzato.