Nisida: Sappe, violenta rissa carcere minorile, richiesti interventi

Una violenta rissa tra detenuti minorenni che ha portato all’aggressione, al ferimento e al ricorso alle cure mediche in ospedale per tre Agenti della Polizia Penitenziaria, con relativa prognosi di 7gg. ciascuno. Tale grave episodio, cade a distanza di appena 10 gg. dai disordini di Airola, ove invece, furono feriti due Agenti.“Sono stati momenti di grande tensione e la rissa è stata contenuta nel tempo dall’intervento decisivo degli Agenti di Polizia Penitenziaria”, spiega il Coordinatore nazionale Giustizia Minorile del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE, Carmine d’Avanzo Secondo le prime indiscrezioni pare che le tensioni siano state generate dal fatto che presso tale struttura, almeno tre fazioni rivali formate da gruppetti di detenuti, legati tra loro sia dall’appartenenza alla stessa “famiglia e/o clan camorristico”, sia dallo stretto collegamento e/o vicinanza ad una “determinata area territoriale”, tendono a far valere, sia fuori che all’interno del carcere, “la legge del più forte” che comanda e decide.“ Il SAPPE della Campania rinnova al Ministro della Giustizia Orlando e ai vertici dell’Amministrazione centrale la richiesta “di incrementare l’organico delle donne e degli uomini della Polizia Penitenziaria che quotidianamente devono assicurare la sicurezza del Paese, al fine di rafforzare la sicurezza delle carceri. Cosa si aspetta ad assumere nuovi agenti per garantire almeno il livello minimo di sicurezza?”Da Roma, il Segretario Generale Donato Capece torna a denunciare come sia sempre critica la situazione delle carceri italiane e come siano maggiormente i detenuti stranieri a rendersi protagonisti di eventi critici nelle celle del Paese. “Nel 2015 abbiamo contato nelle carceri italiane 7.029 atti di autolesionismo, 956 tentati suicidi sventati in tempo dalla Polizia Penitenziaria, 4.688 colluttazioni, 921 ferimenti. 7 sono stati le evasioni da Istituti penitenziari. Le carceri dunque sono ad alta tensione e scoppiano: ma per gli Agenti di Polizia Penitenziaria, sempre più al centro di violenze assurde e ingiustificate. Alla teoria di chi parla di carceri conoscendoli poco, ossia dalla parte della Polizia Penitenziaria, vogliamo rispondere con la concretezza dei fatti. Che parte da un dato incontrovertibile: la Polizia Penitenziaria continua a ‘tenere botta’, nonostante le quotidiane aggressioni. I problemi del carcere sono reali, come reale è il dato che gli eventi critici nei penitenziari sono in aumento da quando vi sono vigilanza dinamica e regime aperto per i detenuti. E nonostante la Polizia Penitenziaria sia carente di 8mila Agenti in organico la Legge di stabilità ha bocciato un emendamento che avrebbe permesso l’assunzione di almeno 800 nuovi Agenti, a partire dall’assunzione degli idonei non vincitori dei precedenti concorsi, già pronti a frequentare i corsi di formazione. E’ sotto gli occhi di tutti che servono urgenti provvedimenti per frenare la spirale di tensione e violenza che ogni giorno coinvolge, loro malgrado, appartenenti al Corpo di Polizia Penitenziaria nelle carceri italiane, per adulti e minori. Come dimostra quel che è accaduto nel carcere minorile di Nisida”.