Alunni italiani, meno domestici!
di Rita Occidente Lupo
Un tempo l’istitutore curava la formazione culturale, tra le pareti domestiche. Poi, con l’istituzione scolastica, via via con l’accesso e con l’obbligo, i banchi visitati quotidianamente da varie fasce d’età. C’è però ancora chi opta per un apprendimento domestico. Tale fenomeno, contrariamente ad altri Paesi, non molto diffuso in Italia: l’homeschooling, nello Stivale, annovera pochi genitori che istruiscono a casa i loro figli, senza mandarli a scuola. Gli alunni in istruzione parentale, in tutt’ Italia sono 945: 307 nella Primaria, 638 nella Secondaria di I grado. La regione con più alunni che studiano a casa, la Sicilia, con 255 alunni; le regioni con meno alunni, il Molise, con soli 2 alunni e la Basilicata, con 3. Seconda alla Sicilia la Campania, con 127 alunni tra i libri a casa. Fanalino di coda, Lombardia e Lazio. Contro l’evasione dell’obbligo, il Miur ha inviato una nota ai dirigenti scolastici, affinchè vigilino sulla dispersione, insistendo su esami finali, che poi devon esser espletati presso istituti statali o paritari. Anche se, non essendoci una legge nazionale a tal riguardo, non tutti si presentano agli esami di idoneità o di licenza.