Tradimenti italiani

Giuseppe Lembo

Con le “sporche” verità scomode, ma funzionalmente utili per ingannare l’Italia e gli italiani, si sta facendo morire per la seconda volta, Giulio Regeni, coprendo un “infame” omicidio di Stato, da parte italiana, ipocritamente onorato, con bandiere a mezz’asta e funerali di Stato. L’Egitto è una terra da tempo istituzionalmente vocata per le morti da sparizioni forzate. Anche Giulio Regeni, scomodo al potere egiziano, è morto di potere, così come le 396 vittime da sparizione di persone scomode al potere degli ultimi otto mesi, a partire dall’agosto 2015. Siamo ad una vera e propria dittatura della morte; le tante sparizioni eccellenti sono la prova provata della disumanità diffusa nel barbaro mondo delle istituzioni egiziane dove, chi è scomodo al potere e si comporta, dando fastidio, in modo assolutamente scomodo, deve essere necessariamente eliminato. Tanto, si dice, per il bene comune; per il bene comune follemente inteso, in quanto bene non è, ma unicamente, espressione di sola barbara violenza utile e funzionale al potere. È grave, è veramente grave, contare in Egitto ben 395 desasparesidos (morti senza nome e senza un luogo ed una croce, dove poterli ricordare e piangere per la loro tragica e disumana fine). Se è disumanamente grave fare morire di morte violenta i propri cittadini in quanto scomodi al potere, è ancora più grave e senza alcuna possibilità di trovare appigli e/o giustificazioni, quando a morire, è uno straniero, ospite in Egitto, assolutamente da rispettare in quanto cittadino del mondo con tutte le dovute garanzie del mondo per tutti gli uomini della Terra che hanno il diritto di movimento e di azione, senza il rischio di gravi atti di violenta repressione, così come registrati in Egitto per la morte disumana, violenta e misteriosa di Giulio Regeni, preso prigioniero e poi violentato fino alla morte, facendogli vivere fino alla fine il suo calvario terreno, con una dose di atroce e disumana sofferenza. Tanto è assolutamente intollerabile; tanto è assolutamente senza giustificazioni e da condannare non solo a parole, ma prendendone le distanze, con una necessaria interruzione dei rapporti diplomatici e di un insieme umano che è e deve essere dei popoli civili. Sarebbe un’offesa, un’offesa grave alla memoria di Giulio Regeni, se l’Italia, con fare inopportuno e poco rispettoso dell’umanità italiana, decidesse di mettere il silenziatore e, facendo finta di niente, continuarne i rapporti, macchiati del sangue italiano, con un Paese, che governa uccidendo (tra l’altro anche gli stranieri) senza alcun rispetto per la vita umana e per i diritti umani in Terra straniera di cittadini di altri Paesi, per i quali ogni possibile controversia, deve avvenire nel rispetto delle garanzie umane che devono valere per tutti, in ogni parte del mondo, Egitto compreso. Per falso ed inopportuno buonismo, l’Italia, come non mai prima, per dare prova di civiltà, di umanità, di solidarietà verso gli altri del mondo, apre senza alcun rispetto delle regole, le porte a tutti; una vera e propria “Terra franca” di tutti quelli regolari o irregolari che siano, che decidono di venire da “padroni” nel nostro Paese. Fanno, indisturbati di tutto; sono, senza freni, liberi di abusare dell’Italia, permettendosi, tra l’altro, il lusso di farci anche del male, rubando a più non posso, degradando le nostre città, commettendo atti di violenza e, sempre più spesso, violentando anche le nostre donne. L’Italia umana e solidale deve aprirsi agli “altri” del mondo; tanto, nel rispetto delle regole che devono garantire l’umanità di chi viene, da cittadino del mondo, ospite da noi, pretendendo altrettanto per gli italiani che fanno del mondo, la loro casa. Non si può fare finta di niente se Giulio Regeni è morto di morte violenta, per mano di uno Stato amico. Bisogna assolutamente ricercare ed avere la “verità” anche se scomoda. Se non si fa questo, il giovane Giulio Regeni, per colpa italiana, morirà una seconda volta, offendendo e tradendo, con la sua morte violenta, la dignità di tutti gli italiani.