Salernitana crede nella salvezza

Maurizio Grillo

Ci credevamo prima di questa partita, ci crediamo ancor di più ora che la Salernitana ha finalmente regalato ai suoi straordinari tifosi una serata di gioia e spensieratezza, mettendo da parte per 90 minuti tutti gli errori che hanno contraddistinto il girone d’andata. Se da un lato è legittimo godersi il successo ed applaudire una squadra che ha tirato fuori gli attributi, dall’altro aumenta il rimpianto per quello che poteva essere e non è stato: in una serie B tecnicamente modesta, bastava operare con maggiore attenzione in estate per non ritrovarsi in bassa classifica a lottare con club meno blasonati e con una società non certo prestigiosa come quella granata. E’ ovviamente doveroso vedere il bicchere mezzo pieno: battere 3-0 una squadra reduce da otto risultati utili consecutivi ed in piena zona play off non sarebbe stato facile per nessuno, ricordiamo che il Brescia era stato capace di dare 4 gol al Cagliari, di pareggiare a Crotone e di vincere con Bari e Cesena, non certo le ultime arrivate. Quando l’Arechi spinge come stasera, tuttavia, c’è poco da fare per tutti. Non c’erano i 22mila che con l’Avellino cantavano “siamo sempre con voi”, ma il principe degli stadi ha ospitato i veri amici della Salernitana, quei 10mila spettatori che c’erano, sono e ci saranno e che saranno legittimati a salire sul carro dei vincitori quando sarà centrato l’obiettivo stagionale. L’atteggiamento di una curva compatta più come mai ha fatto la differenza: gemellaggio rinnovato, cinque minuti di silenzio in onore di chi non c’è più (nobile gesto social dell’ex Mounard, che ha dedicato un pensiero a Gennaro Di Domenico “dedicandogli” la vittoria), una bolgia infernale per 90 minuti ed il coro “Meritiamo di più” scandito a chiare lettere quando Lotito è andato sotto la curva “per rassicurare e non per prendere applausi”. Anche in questo caso Salerno si è dimostrata matura, con una contestazione civile ed un confronto pacato e costruttivo che servirà a crescere. Questo 3-0 cambi la classifica, ma non gli scenari di mercato e l’immediato futuro. Ben venga la presenza costante della società (che non vuol dire delegittimare chi sta operando ora), ben venga ammettere finalmente gli errori, ben venga mandar via chi non ha dato alcun contributo, ma guai a pensare che la rosa stia bene così. Serve un terzino sinistro (a proposito, l’ottimo Franco di stasera avrebbe giocato egualmente se ci fosse stato Rossi a disposizione?), un esterno d’attacco ed un centravanti. Coda, finalmente, ha disputato una prova largamente sufficiente, ma non è il bomber da doppia cifra che può caricarsi sulle spalle il reparto offensivo. Nota a margine su Gabionetta. Indolente, nervoso, sfiduciato, incomprensibilmente sorpreso dai legittimi fischi di un pubblico che lo ha coccolato fin troppo. “Da ora 21 battaglie, chi non se la sente riponga le maglie”…vale per tutti, anche per chi ha incantato ad inizio stagione, ma non può vivere sempre di rendita.