Salerno: “Memoria in Movimento” aderisce Comitato NO referendum riforme costituzionali

Democrazia, lavoro, difesa della dignità della persona sono i principi fondanti della nostra Costituzione, forgiata ai più alti ideali della Resistenza. L’incontro delle forze politiche antifasciste in “Assemblea Costituente”, che proprio a Salerno mosse i primi passi, trovò fondamento nella condivisione del riconoscimento dei principi di eguaglianza e giustizia sociale, di tutela di libertà e diritti. Da qui venne costruita un’architettura istituzionale fondata sulla partecipazione democratica, sulla rappresentanza politica, sull’equilibrio tra i poteri dello stato. Nei fatti, oggi, la riforma approvata in Parlamento è il vessillo di un Governo privo di mandato popolare e di una maggioranza parlamentare eletta con una legge (il “porcellum”) che la Corte Costituzionale ha definito illegittima. Riforma della Costituzione che disgrega la stessa identità della Repubblica nata dalla Resistenza. Non basta argomentare che la riforma riguarda solo profili organizzativi migliorativi rispetto il passato. A questo affermazione di preteso efficientismo politico argomentiamo che l’assetto istituzionale è decisivo per l’attuazione dei diritti e delle libertà delle persone statuiti nella Carta Costituzionale, e che questa riforma determinerà, di certo, un impatto autoritario sulla sovranità popolare, sulla rappresentanza, sulla partecipazione democratica, sul diritto di voto, concentrando il potere sull’esecutivo, riducendo la partecipazione democratica, mettendo il bavaglio al legittimo democratico dissenso. Non basta affermare che la riforma è richiesta dai mutamenti dell’economia mondiale e dai parametri fissati nel “Trattato di Maastricht”, dichiarando di voler costruire una più efficiente Repubblica. A questo affermazione argomentiamo, insieme a tante altre voci del mondo della cultura, della politica e delle forze sociali, che altre strade legislative possono essere seguite ed altri strumenti possono essere impiegati. Dove sono gli ideali di libertà, democrazia, partecipazione, tutela dei diritti, quali le condivisioni, quali i metodi che hanno portato a questa riforma. Interrogativi che trovano desolanti risposte nel dibattito svoltosi nel Parlamento caratterizzato da astuzie procedurali, forzature di prassi e regolamenti, spaccature tra forze politiche, e da un voto finale di una maggioranza del tutto occasionale garantita dal premio di maggioranza figlio di una legge elettorale illegittima. Dobbiamo registrare, purtroppo, che nell’agone politico regni una sorta di amnesia sul fatto indiscutibile che le vere stagioni dei diritti sono quelle in cui i diritti individuali ed i diritti sociali procedono insieme e che i diritti sono indivisibili. È questo il modello della nostra Costituzione. È quello che accadde negli anni ’70, quando la capacità della politica di cogliere senza timidezze le dinamiche sociali cambiò davvero l’Italia, pur in un momento storico caratterizzato da forti tensioni sociali, ignobili stragi ed esecrabile terrorismo. Quella stagione vide l’emanazione dello statuto dei lavoratori, delle leggi sul divorzio ed sull’aborto, della riforma del sistema sanitario per garantire l’assistenza sanitaria universale svincolandola dalla carità, dell’abolizione dei manicomi. Riteniamo, quindi, doveroso mobilitarsi contro questa modifica della Costituzione nella competizione referendaria come quella che nel 2006 con il voto del popolo italiano portò alla caduta del governo di centro-destra. La nostra associazione aderisce con motivata convinzione al Comitato per il NO al referendum sulle riforme costituzionali che di fatto stravolgono i valori fondanti della nostra democrazia. La nostra associazione aderisce alla promozione dei referendum abrogativi della nuova legge elettorale (“Italicum”) che con i meccanismi vergognosi dei capilista bloccati e del premio di maggioranza lede la sovranità popolare, sottraendo agli elettori il diritto di scegliere liberamente i propri rappresentanti in Parlamento.

                                            Il Presidente

                                                Dott. Giacomo Battipaglia