Italiani senza certezze, cresce sfiducia

Giuseppe Lembo                 

Gl’ italiani hanno tragicamente perso la fiducia negli altri. Come da indagine ISTAT, sono solo due italiani su dieci a contare sugli altri. C’è una crescente indifferenza per l’altro; c’è, addirittura, un crescente vuoto di fiducia umana per l’altro in quanto uomo. Tanto, anche se trattasi di un “altro” italiano; anche se trattasi di un vicino con la stessa identità e la stessa appartenenza. Purtroppo e sempre più, l’italiano individualista non ha fiducia nell’altro; c’è il crescente convincimento dell’altro nemico e/o dell’altro che non merita la propria fiducia. Gli italiani, con i valori dell’insieme umano a forte caduta libera, sono fortemente convinti che bisogna stare molto attenti con il prossimo. Nella percentuale altissima del 78,6 per cento, gli italiani del 2015 credono assolutamente necessario stare molto attenti nei confronti degli altri; c’è per questo, tanta indifferenza e tanta, tanta diffidenza. Siamo ad un devastante vuoto di umanità solidale; siamo sempre più orfani della solidarietà condivisa. Familisticamente o peggio ancora individualisticamente è cresciuto un se stesso italiano assolutamente indifferente agli altri; un se stesso italiano convinto di non potersi né doversi fidare degli altri. Siamo, nei rapporti con l’altro, all’Italia di un crescente deserto umano dove prevale il solo se stesso; dove l’Io, indifferente all’altro, non vuole e non sa diventare Noi. Gli italiani, come non mai, tradendo cultura e valori, sempre più si fidano solo di se stessi. In questo nuovo italiano, come ci dice l’ISTAT, cresce enormemente la fiducia per se stessi, mentre l’altro è considerato assolutamente non degno di fiducia e di credibilità; trattasi di persona di cui c’è da dover diffidare e starne il più lontano possibile. L’altro è un potenziale nemico da cui è opportuno starne il più possibile lontano; da cui prenderne le distanze, in quanto potenziale nemico. Ad essere maggiormente fiduciosi solo in se stessi non sono tanto i giovani quanto gli anziani. Sta diventando un vero e proprio modus vivendi tutto italiano il confidare solo in se stessi. Dov’è l’italianità del fare solidale, un tempo di casa nel nostro Paese? Nell’ormai lontano mondo contadino la vita italiana era fortemente solidale ed aperta al confronto con gli altri. Solidale nel lavoro fatti di scambi; solidale nello stare insieme, fatto del bere insieme un buon bicchiere di vino. Fortemente solidale e fiducioso era nel passato il rapporto con l’altro. Le porte erano sempre aperte e non si pensava che l’”altro” potesse essere persona nemica di cui non avere assolutamente fiducia. Oggi non si cerca e non si vuole niente di tutto questo; oggi solo e sempre più si ha il solo mito di se stessi. Tutti diffidano di tutto e di tutti; si diffida anche dell’umanità lontana che non si conosce e non si vuole conoscere, perché trattasi di un insieme umano fatto di altri di cui non è assolutamente possibile avere fiducia. Siamo ormai al disumano isolamento; c’è in giro tanta, tanta solitudine. Ci sono gli “imbecilli del web” che vivono la loro quotidianità in modo esclusivamente virtuale, circondati dalla sola amicizia silenziosa degli invisibili del web. La solitudine, la crescente solitudine è la più grave e forse anche la più inguaribile malattia del nostro tempo; un tempo, purtroppo, fortemente ammalato di uomo.