L’universalità degli uomini del sapere universale: Beltrand Russell

Giuseppe Lembo                  

Un pensatore dell’umanità assolutamente non allineato; lo vediamo, nel corso della sua vita di pensatore, impegnato in molte lotte ideologiche. Al primo posto c’è il suo attivo impegno per la pace e contro le armi atomiche; ma, con altrettanto impegno, lottò per l’emancipazione della donna e per una nuova morale familiare che gli costò l’espulsione dagli Stati Uniti. Sempre al fianco dei più deboli; è sempre in prima linea a difendere le minoranze oppresse (boeri, ebrei, negri). A novant’anni compiuti, con l’istituzione di un apposito tribunale, si attivò a denunciare le atrocità commesse dagli americani in Vietnam. La sua fu una grande vita spesa in difesa del genere umano e della conoscenza. Russell non fu assolutamente un pensatore sistematico; non si preoccupò mai più di tanto di contenere, in ambiti definiti, il suo pensiero. Analista convinto, non ebbe particolare cura per la sintesi del suo pensiero libero ed in quanto tale, molto spesso, apparentemente privo di organicità e di coerenza. La logica russelliana, nonostante tutto, resta uno dei capisaldi della filosofia contemporanea. Tutto ciò che può essere pensato, afferma Russell, ha l’essere; il suo essere è una precondizione, non un risultato, del suo essere pensato. Se, dice Russell, è possibile una scienza psicologica non è altrettanto possibile una scienza universale e necessaria dei valori pratici. Nel pensiero di Russell oltre all’interesse e la passione per i problemi etico-politici, vi è l’incrollabile convinzione del senso assolutamente legittimo nel giudicare razionale o irrazionale una certa condotta umana, una istituzione o una legge della vita associata. L’etica russelliana è ispirata al convincimento che le nostre nozioni psicologiche, economiche, storiche, dovrebbero servire quali premesse allo studio di riforme del costume, delle leggi, delle strutture economiche e politiche della società umana; le immense risorse della tecnica, dovrebbero invece servire a promuovere una produzione sempre più intensa e razionale di beni; tanto, a beneficio di un’umanità fortemente pacificata e non più divisa da barriere politiche ed economiche. Russell ha lasciato all’umanità una importante lezione di serietà, sincerità e di un coraggio spregiudicato e con una forte libertà di giudizio, l’umanità ed il pensiero di Russell sono particolarmente importanti in un’età come la nostra, fortemente incline al fanatismo, all’intolleranza, alla retorica moralistica e demagogica. Russell è un grande pensatore dell’umanità; il suo è un pensiero vivo che fa parte di noi in quanto patrimonio dei saperi del mondo, a cui con intelligenza, l’uomo pensante della Terra deve sapersi saggiamente rivolgere ed attingere, se non vuole evitare di correre il grave rischio del male dell’oscurantismo del pensiero, sempre più in agguato e sempre più pericoloso per l’umanità di oggi, tutta presa dai falsi miti dell’avere e dell’apparire, con assoluta e grave indifferenza per l’essere, sempre più estraneo ai più che corrono velocemente verso il nulla esistenziale.“Un uomo che non dissente è un seme che non crescerà mai”. Quanta saggezza nel messaggio di Beltrand Russell all’umanità! Nelle sue parole-testamento c’è un messaggio di vita che ciascuno, per vivere attivamente e da protagonista la propria vita sulla Terra, deve intelligentemente assumere come giusto riferimento del buon vivere. Non si può essere indifferenti all’appello-testamento di Russell al mondo. È un appello-testamento di tutti; ma prima di considerarlo di tutti, è tuo; è soprattutto e prima di tutto, tuo. Dice Russell “un uomo che non dissente è un seme che non crescerà mai”. Siamo di fronte ad una verità assolutamente incontestabile. Un uomo che vuole vivere bene la sua vita ed essere protagonista, deve saper dissentire. Il pensiero di Russell, partendo dal suo convincimento che un uomo che non dissente è un seme che non crescerà mai; riguarda da vicino tutti noi; è parte di noi. È un pensiero da amare e da seguire. Oltre a questa amara e sofferta massima verità sui silenziosi e la loro negatività di vita per sé e per gli altri, Russell ci affida altre importanti massime che non solo vanno conosciute ed attentamente valutate, ma che da ciascuno di noi, devono essere fatte proprie, per il proprio bene; per seguirlo, applicandolo alla propria vita. È un utile insegnamento che, oltre al dubbio, può dare a ciascuno di noi quelle certezze che diventano forza individuale e di insieme per opporsi alle violenze di chi ha la pretesa delle verità vangelo che, pensate da pochi della Terra, devono poi silenziosamente diventare patrimonio condiviso da parte di tutti; tanto, in base al solo principio del “così è” e del “così deve essere”. Un principio di potere che viene scientificamente e sempre più applicato per “fottere” soprattutto l’umanità silenziosa. Un principio, purtroppo, carico di disumana violenza da parte del “potere” che tutto può e che in nome della sua sovranità costituita, nessuno, ma proprio nessuno, deve contestare, opponendosi. Il comportamento sottomesso dei silenziosi del mondo è un grave danno umano per tutti; così facendo, i silenziosi della Terra compromettono la loro vita, rendendola una vita non vita, in tutto somigliante a quel seme che non crescerà mai foto filosofico.net.