Salerno: presentato libro “Corridoni, il sindacalista rivoluzionario”

Francesca Carrano

Terzo incontro culturale per il Circolo Proudhon di Salerno. Ieri, presso la libreria Imagine’s Book di corso Garibaldi, è stato presentato il libro “Filippo Corridoni, un sindacalista rivoluzionario”. A introdurre la figura di Corridoni il Prof. Roberto Parrella, docente di Storia Contemporanea presso l’Università degli Studi di Salerno che ha seguito nella stesura del lavoro l’autore, Luca Lezzi. Edito dalla collana editoriale Circolo Proudhon per l’Associazione Controcultura, il testo si propone di far conoscere il cofondatore del sindacalismo rivoluzionario italiano che, insieme ad Alceste De Ambris, portò alla scissione della CGIL con la conseguente formazione dell’Unione Sindacale Italiana. Un giovane che dalla provincia marchigiana va a Milano, spinto dal trasporto emotivo per l’emancipazione dei lavoratori ad opera dei lavoratori stessi. Non più accordi interni con i moderati, ma un percorso nuovo, spontaneo, rivoluzionario. Corridoni nel suo scritto “Sindacalismo e Repubblica”, in appendice al libro, descrive la sua idea di Stato, un modello che coniuga le idee risorgimentali di Mazzini alle rivendicazioni del popolo. Chi è Corridoni e perché non si studia? Personaggio scomodo- dice il Prof. Parrella- integro, idealista, coerente con se stesso. Tutti hanno cercato di etichettarlo in una qualche corrente, fascista per l’amicizia con Mussolini, antifascista per le scelte dell’amico De Ambris, nulla di tutto ciò per il destino che lo fa cadere in trincea a 28 anni nel 1915. Come sarebbe stato il Corridoni post 1917 non è dato sapere, neppure ipotizzarlo, si tradirebbe l’autenticità di un personaggio che va storicizzato nel suo tempo- puntualizza il Prof. Parrella- propositore di uno Stato nuovo, concepito come società di liberi produttori, cittadini di uno Stato nazionale repubblicano organizzato sulla base di un federalismo di autonomie locali. Un Corridoni che va conosciuto per ciò che è stato e non per ciò che sarebbe potuto diventare. Dalle carceri giudiziarie di Milano dove più volte sarà detenuto, Corridoni scrive “…Proudhon ci ha suggerito che non basta appartenere fisicamente ad una classe per avere coscienza di classe…”.  La grande guerra fu il collante dell’amicizia con Mussolini, i sindacalisti rivoluzionari aderirono non solo alla propaganda, ma partirono volontari per il fronte, in prima linea, come lo erano stati nella lotta sindacale. Rivoluzionario anche in questo Corridoni, lo sciopero generale era un modello superato per lui, sosteneva infatti che avvantaggiasse gli industriali. Un bel lavoro quello di Lezzi, che coniuga l’animo etico a quello politico di Corridoni, nato dalla sua tesi di laurea triennale in Scienze del Governo e dell’Amministrazione presso l’Università degli Studi di Salerno. Filippo Corridoni, un personaggio da scoprire e da studiare.