Regione Campania: PIP Scafati, Gambino scrive a De Luca

“Piano di insediamenti produttivi nel Comune di Scafati. Finanziamento regionale per 27 milioni €. Richiesta intervento”. È l’oggetto di una nota a firma del Presidente del Gruppo Fratelli d’Italia in Consiglio Regionale Alberico Gambino indirizzata al Presidente della Giunta Regionale Vincenzo De Luca

Egregio signor Presidente, premetto, in linea preliminare, che il Comune di Scafati con atto deliberativo di Consiglio Comunale n. 76 del 24.06.1998 approvava definitivamente il Piano Insediamenti Produttivi e con proprio atto n. 69 del 21.12.2004 ne affidava l’attuazione alla società Agroinvest Spa. Con atto di G.R. n. 496 del 22.11.2013, la ricordata area PIP è stata individuata come destinataria di un finanziamento regionale POR FESR 2007/2013 per “ realizzazione e completamento opere di urbanizzazione primarie e secondarie” per € 27 mln. Nonostante le continue rassicurazioni mediatiche, però, il ricordato decreto di finanziamento non è stato mai formalizzato nonostante il Comune di Scafati si fosse adeguato alle specifiche disposizioni normative, che disciplinano i finanziamenti comunitari, istituendo uno specifico Settore operativo PIP all’interno della dotazione organica dell’Ente e non “ rinnovando la convenzione con AGRO INVEST SPA”, inizialmente soggetto attuatore. Sulla scorta di tale realtà fattuale, con specifica interrogazione consiliare REG. GEN.LE 39/2015 del 15.07.2015 chiedevo, ai competenti organi regionali, di fornire informazioni dettagliate in ordine allo stato procedurale del decreto di finanziamento di cui trattasi. In data 20 Ottobre 2015 mi è stata trasmessa la risposta scritta prot. 693499 del 15.10.2015, a firma dott.ssa Daniela Michelino e dott.ssa Roberta Esposito, con la quale si comunicava che “ dopo il preavviso di rigetto in quanto in capo ad Agroinvest Spa non ricorreva la fattispecie dell’affidamento in house” il Comune di Scafati informava, con nota prot. 3177 del 16.02.2015 di “ non aver dato seguito alla stipula della nuova convenzione per l’attuazione del PIP con Agroinvest Spa e di avere, invece, internalizzato l’attività, istituendo nell’ambito della propria struttura organizzativa  l’Unità di intervento gestione PIP”. A seguito di tanto Il Dipartimento regionale Programmazione e Sviluppo economico chiedeva, con nota prot. 143025 del 02.03.2015, la trasmissione di tutta la documentazione di riferimento a nome del beneficiario Comune di Scafati atteso che quella agli atti era “stata predisposta ed adottata da Agroinvest Spa”. Ed infatti, il Comune di Scafati inviava la documentazione richiesta integrandola successivamente con note del 28 e del 29 Aprile 2015 che erano finalizzate a “ chiarire l’aspetto relativo agli espropri delle aree connesse all’intervento per le quali si specificava che: 1) a seguito dell’eventuale ammissione a finanziamento sarebbero state rendicontate esclusivamente le somme corrisposte alle ditte espropriate per le superfici interessate dalle opere di urbanizzazione; 2) per le aree destinate a lotti industriali le aree erano già acquisite mediante procedura espropriativa e risultavano già acquisite catastalmente di proprietà del Comune di Scafati”. Verificato il tutto, il competente ufficio regionale era ovviamente costretto a rilevare che le “ criticità connesse al contenzioso scaturito dalle procedure di esproprio delle aree non erano – né sono superate – essendo incontestabile che condizione essenziale per l’ammissione al finanziamento del progetto PIP era – ed è – la piena ed incondizionata disponibilità delle aree oggetto dell’intervento e delle aree a favore delle quali questo si realizza” circostanza questa non garantita allo stato essendo noto e pacifico che la sola intestazione catastale non costituisce perfezionamento delle procedure di esproprio con la definitiva acquisizione delle aree al patrimonio comunale. Oltre a tale aspetto, allo stato impeditivo dell’ammissione al finanziamento, sussistono ulteriori aspetti bloccanti per la favorevole definizione della concessione del finanziamento di cui trattasi: a) termine del 31 Dicembre 2015 per l’ammissibilità delle spese sostenute dai beneficiari ovvero possibilità di accogliere le richieste di suddivisione delle spese su due periodi di programmazione a patto che il progetto preveda due fasi chiaramente identificabili da un punto di vista materiale e finanziario; b) ammissione, ai fini dell’acquisizione delle aree, di una percentuale non superiore al 10% dell’importo complessivo del progetto al netto di IVA. Purtroppo, allo stato della problematica, la condizione di cui al punto a) non è superata non per la scadenza del 31 Dicembre 2015 – essendo il progetto superiore a 5 mln di euro – ma per le condizioni del progetto allora presentato che non identifica chiaramente le due fasi richieste, mentre la condizione di cui al punto b) non permette di far fronte – con il finanziamento di cui trattasi – a tutti i costi relativi alle procedure espropriative che sfiorano – se non addirittura superano – i 10 mln di euro il che riverbera sull’Ente costi oggettivamente insostenibili, a maggior ragione se dovessero essere ribaltati sugli imprenditori che hanno prenotato lotti nell’area PIP. E’ oggettivamente una situazione molto grave e preoccupante che deve indurre tutti, in primis la Regione Campania, ad individuare urgenti soluzioni operative concertate e ope legis consentite, essendo tutti consapevoli che “l’ambigua, anomala, inopportuna e inutile trasformazione di Agroinvest Spa in società in house, con la estromissione concordata del risibile apporto privato dal capitale sociale, non solo non consente ad essa società di ridiventare SOGGETTO ATTUATORE , ma addirittura induce a ritenere scientificamente perseguito un anomalo e pericoloso tentativo di aggiramento delle norme imperative oggi in vigore attuato al solo fine di mantenere in vita una struttura senza futuro e che ha già clamorosamente fallito in termini di realizzazione degli stessi scopi sociali che si era prefissa all’atto della costituzione”. Non pare revocabile in dubbio,infatti, che l’attuata pubblicizzazione del capitale sociale di Agroinvest Spa – avvenuta peraltro senza ricapitalizzazione attraverso l’apporto di capitali pubblici adeguati e mediante l’ignobile riduzione della forza lavoro fino a poco tempo fa impegnata – risulta essere un mero tentativo di mantenere in vita una struttura decotta che si basa, per la propria sopravvivenza, esclusivamente sulla possibilità, teorica, di poter gestire le attività di realizzazione dell’area PIP del Comune di Scafati e quelle relative al  completamento di quella di Sarno, ambedue possibili solo se vengono concessi i finanziamenti comunitari. Tanto chiarito e precisato, ritengo che eventuali errori commessi e/o attuali accordi spuri ed ambigui finalizzati solo ad occupare spazi e cariche per fini diversi da quelli istituzionali che dovrebbero essere perseguiti a tutela  delle comunità amministrate, non possono né debbono ricadere né sulla città di Scafati, né sulla comunità in essa residente, né sugli imprenditori che hanno speso tempo, risorse e abbondanti dosi di impegno e fiducia in un progetto (i.e. PIP) che era, ed è, vitale per lo sviluppo del territorio di Scafati e dei comuni circostanti. Da qui il mio accorato appello affinchè, anche grazie alle capacità professionali ed alle competenze che caratterizzano il Dipartimento Regionale Programmazione e Sviluppo, l’Ente Regione – largamente inteso – sviluppi ogni iniziativa possibile affinchè sia individuata una soluzione concreta che consenta al Comune di Scafati, e non ad Agroinvest Spa, di poter disporre delle risorse strumentali, giuridiche e finanziarie in misura tale da risolvere tutte le problematiche in atto, a partire dalla necessità urgente di far fronte agli oneri di esproprio per come complessivamente dovuti a seguito della definizione compiuta del contenzioso che tale procedura ha innescato. Egregio signor Presidente, tutti noi – a partire da Lei – abbiamo l’obbligo morale, civile e istituzionale di individuare e portare avanti ogni iniziativa possibile per tale fattispecie (i.e. Area PIP comune di Scafati), al di là delle posizioni politiche e partitiche e respingendo ab initio ogni tentativo di inserire in un contesto già drammatico ulteriori finalità e scopi che nulla hanno di istituzionale e men che mai di utilità per i cittadini amministrati, garantendo e tutelando fino in fondo le aspettative e gli interessi degli imprenditori che nella realizzazione dell’opera hanno riposto fiducia e la speranza di poter sviluppare le loro imprese. Mai possiamo consentire che errori e/o finalità anomale producano l’insostenibilità di un aiuto concreto per l’agognata realizzazione dell’area PIP del Comune di Scafati. Resto in attesa di un concreto riscontro a questo mio accorato appello confidando nel Suo personale interessamento per la risoluzione del problema evidenziato.

Alberico Gambino