Pozzilli: a Bruxelles, nella Giornata mondiale del Cuore, Gruppo Neuromed tra protagonisti iniziativa contro insufficienza cardiaca

“Investire in prevenzione, attraverso la diffusione di corretti stili di vita, significa affrontare tempestivamente quello che si accinge a diventare un problema di enormi proporzioni”. A parlare è il professor Giovanni de Gaetano, responsabile del Dipartimento di Epidemiologia e Prevenzione dell’I.R.C.C.S Neuromed di Pozzilli (IS). L’Istituto molisano ha partecipato ieri all’evento “Portare l’insufficienza cardiaca all’interno delle principali politiche sanitarie”. Due ore di discussione per affrontare una sfida: fare in modo che l’insufficienza cardiaca diventi una priorità in termini di prevenzione, terapie, personalizzazione delle cure e assistenza ai pazienti. Organizzato dall’Heart Failure Policy Network, un gruppo interdisciplinare composto da esponenti politici europei e nazionali, ricercatori, medici e organizzazioni di pazienti, il meeting ha puntato a sensibilizzare le istituzioni verso l’adozione di misure drastiche, comuni a tutti i Paesi europei, per contrastare una patologia destinata a diventare sempre più diffusa. “E’ uno tsunami di pazienti quello che ci aspetta nel futuro – ha detto Nick Hartshorne-Evans, dell’Associazione Pumping Marvellous – e che abbiamo il dovere di arginare con la prevenzione e con le cure, garantendo un’accettabile qualità della vita dei pazienti. Siamo di fronte a una situazione simile a quella del cancro venti anni fa: non se ne parlava affatto e la conoscenza era molto poco diffusa”. L’insufficienza cardiaca, conosciuta anche come scompenso, è una patologia che colpisce quindici milioni di persone in Europa e le prospettive sono di un aumento dei casi dovuto ad un invecchiamento della popolazione e, paradossalmente, al fatto che sempre più persone sopravvivono all’infarto.  Per questo nel corso dell’incontro è stata sottolineata la necessità di una diagnosi precoce tramite anche strumenti innovativi di monitoraggio e cure personalizzate. L’approccio che il network persegue è fatto di inquadramento prioritario nei sistemi sanitari nazionali, specializzazione del personale, educazione terapeutica del paziente, personalizzazione delle cure. E una forte attenzione alla prevenzione.“La tradizione della Dieta Mediterranea – ha aggiunto de Gaetano – risulta essere uno dei mezzi più efficaci, anche dal punto di vista del rapporto costi/benefici, per prevenire l’insufficienza cardiaca. Parallelamente, abbiamo bisogno di sviluppare metodi predittivi per una diagnosi ancora più precoce e per seguire l’evoluzione della malattia. In questo ambito, il nostro impegno nel Progetto europeo BiomarCare è proprio di individuare dei marker, indicatori biologici, magari riscontrabili da una semplice analisi del sangue, capaci di individuare i pazienti più a rischio”.