Salerno: cinghiali, l’altra faccia della medaglia
Nuove operazioni, di contrasto al bracconaggio e tutela fauna alloctona, nella provincia di Salerno. Nel comune di Cava dei Tirreni , sabato poco prima dell’alba, il personale dell’Enpa, individuava alcuni lacci cappio piazzati lungo i corridoi percorsi da cinghiali e potenzialmente anche da animali d’affezione. Dopo aver atteso invano per alcune ore l’arrivo del bracconiere, procedevano alla rimozione di poco più di 10 lacci cappio. Si sente solo parlare dei danni provocati da queste orde di cinghiali affamati e delle soluzioni a base di piombo da adottare, ma non viene mai detto che la “caccia” al cinghiale, con e senza mezzi vietati, è praticata tutto l’anno. Basta controllare i campi ai confini con montagne e zone di bosco per trovare lacci e gabbie trappola per ungulati – commenta Pasquale Vernacchio guardia Enpa – muoiono soffocati, dissanguati e uccisi nei modi più cruenti ma i dati non emergono mai. Il bracconaggio al cinghiale è una piaga purtroppo sottovalutata e priva di dati reali. Durante il rientro alle auto le guardie hanno individuato una Ghiandaia illecitamente detenuta e hanno provveduto al recupero e alla liberazione in luogo idoneo. Un’altra squadra intanto provvedeva al recupero di 05 tartarughe Trachemys scripta scripta adulte. I proprietari, date le dimensioni degli animali, hanno avuto il buon cuore di contattare la Protezione Animali per recuperarle e portarle in un laghetto privato dove potranno vivere tranquillamente. Le Trachemys, vendute o date in premio alle feste, provengono dall’America e non possono essere liberate nei nostri corsi d’acqua, vanno quindi sistemate nel miglior modo possibile per dare anche a loro la possibilità di camminare sul terreno e nuotare in laghetti adatti alle loro esigenze. L’Enpa sottolinea di essere contraria al commercio di fauna, consigliando l’adozione di un cane o un gatto presenti presso i canili comunali. Nella giornata di domenica, in occasione dell’apertura della stagione venatoria, nel territorio di Castel S. Giorgio veniva intercettato un cacciatore intento alla caccia alle quaglie con l’ausilio di un richiamo. Le guardie, seguendo il richiamo, sono arrivati sul posto e hanno provveduto ad identificare e denunciare un soggetto. Allo stesso veniva sequestrato il richiamo vietato. Nella mattinata di oggi 22 ad Ascea e Camerota sono stati liberati due esemplari di Caretta caretta, tartarughe marine recuperate a largo e soccorse dai biologi della stazione zoologica Anton Dohrn di Napoli. Salve, la tartaruga liberata ad Ascea ha circa 10 anni ed è rimasta intrappolata nelle reti. L’altra, Tempestina, ha circa 20 anni e le è stato rimosso un amo che aveva ingerito. Ha trascorso intere settimane senza potersi nutrire prima di essere recuperata. Dopo le necessarie cure, gli esemplari hanno preso il largo dalle coste cilentane. Hanno contribuito alle operazioni i volontari dell’Enpa di Salerno che ormai da qualche anno collaborano con i biologi. Vederle scomparire nel blu è stato stupendo – commenta Roberta Teti, volontaria dell’Enpa Salernitana – ringraziamo i biologi del Dohrn che operano per la tutela del mare e delle sue creature.