Castiglione della Pescaia: libro Fasano “Voci dal passato” in cartaceo e in e book

Il testo di parapsicologia di Bianca Fasano, dal titolo “Voci dal passato”, già pubblicato in cartaceo nel 1994, è stato rivisitato nel 2012 per la pubblicazione in ebook e sta ottenendo un grande successo di pubblico. L’editore Ciro Riemma, che pubblicò il cartaceo, ha chiesto ed ottenuto un’intervista con l’autrice: Quali pensa siano i motivi dell’interesse vivissimo suscitato dal suo testo “Voci dal passato”, in ebook? Dovrei dire gli stessi che hanno accompagnato il cartaceo, ma non è proprio così. L’e book ha permesso al mio lavoro una distribuzione ottimale, che ha consentito a quanti sono interessati agli argomenti trattati, di scoprirlo e leggerlo. Inoltre i costi di acquisto per il cartaceo, stampato in quattro volumetti racchiusi in un elegante contenitore, erano decisamente più alti. Quale pensa sia l’argomento che ha attirato di più il lettore? Più d’uno. La rilettura riservata alla pubblicazione in e book, su tutto il percorso dell’opera, con gli interventi “attualizzati”, ha chiarito e dato anche più forza a quanto scritto in precedenza. Sono presenti tutte le principali motivazioni che possono spingere l’uomo alla ricerca del paranormale e le deduzioni successive propongono risposte anche al quesito se risulti positiva o negativa al fine del vivere quotidiano, la ricerca di un’anima immortale, rispetto alla vita materiale e caduca che conduciamo. Per quanto riguarda le teorie sulla reincarnazione (metempsicosi)[1], il testo attuale è stato modificato? Gli studi della prima stesura si sono avvalsi del conforto di constatazioni odierne. Resta comunque incombente sulla esistenza “che viviamo” al momento, ossia sulla nostra “unica” personalità, il sospetto o la speranza, come dir si voglia, che questa possa essere il frutto di una serie breve o lunga di successive reincarnazioni. I casi di persone che asseriscono di essere loro stessi dei reincarnati o di riconoscerne la caratteristica in altri individui non sono pochi e nel mio lavoro ne ho citato alcuni. Tra questi il caso delle “due Alessandrine”, figlie del dottor Carmelo Samonà, vissuto a Palermo, a Villa Ranchibile, di cui avevo già scritto nella prima edizione, laddove si apprende come la figlioletta morta, fosse “nata di nuovo”, assieme ad una sorellina, dopo essersi fatta precedere da un sogno, in cui annunciava alla madre il proprio ritorno. Effettuando ricerche successive alla primitiva stesura del libro, trovandomi proprio a Palermo, dove i fatti si erano svolti (avendo vinto un premio a settembre 2011, per una mia poesia, ritirato proprio a Villa Ranchibile), potei appurare che, a fine Ottocento, a seguito del matrimonio fra Don Carmelo Samonà e la Principessa Adele Monroy di Pandolfina e di Formosa, la coppia fosse effettivamente vissuta in quella splendida residenza (di villeggiatura, poi ceduta dalla stessa Principessa Adele ai Salesiani, che vi fondarono l’Istituto Don Bosco, tuttora esistente). Ebbi modo di controllare che dal matrimonio fra Don Carmelo e la Principessa Adele fossero nati quattro figli maschi ma anche due figlie femmine, Maria Pace e Alessandrina Samonà: quest’ultima fu studiosa di fenomeni spiritici e medianici e autrice dei libri “I misteri della psiche” (Fiamma Serafica, Cappuccini, 1966) e “Bagliori nelle tenebre” (1979). Tutto coincideva. La “seconda Alessandra” aveva inoltre memoria della sua prima esistenza, anche su fatti di cui neanche i genitori ricordavano più l’esatto svolgimento. Non stupisce che si sia, più tardi, dedicata allo studio dei fenomeni occulti. Resta convinta della possibilità di recuperare, dall’apparente irrazionalità della tesi parapsicologica, percorsi logici o passibili di studio? Di ottenere, partendo da asserzioni di difficile comprensione, un personale parere sulla credibilità concettuale ideologica e/o fisica della scienza parapsicologica e dei fenomeni ad essa collegati? Ho sondato “l’irrazionale”, convinta che, alle spalle della nostra realtà “tangibile” vi fosse un universo “parallelo”, o anche più di uno, che ce la renderesse più chiaramente comprensibile ed accettabile. Ho tentato di offrire al lettore un quadro complessivo di cosa possa realmente considerarsi “scontato e sicuro” nella vita di ogni individuo, per quanto concerne la realtà sociale, scientifica, religiosa e storica e proposto alcune esperienze medianiche personali. A suo parere, esiste davvero la possibilità che gli spiriti di quelli che lei definisce “disincarnati”, possano interagire con i viventi, in maniera positiva e negativa? Il mio lavoro tenta proprio di “sciogliere”, fondendo le conoscenze specifiche con le metodologie parapsicologiche, questo enigma umano. Di verificare la possibilità che gli spiriti possano effettivamente partecipare alla nostra vita umana, con una presenza “tangibile”, benché la legge preveda che “Mors omnia solvit”, ossia che con la morte fisica ogni legame sia sciolto. Come lei sa, sono convinto dell’interesse suscitato dalle tesi che il lavoro propone, nella convinzione che sia importante offrire un apporto importante al mondo della ricerca parapsicologica. Lei ha ricordi personali collegati alla medianità? Fin da bambina sentivo parlare delle capacità particolari di mia nonna Michela, di cui ho soltanto un vago ricordo del tempo in cui era spirito e carne. Avevo sette o otto anni, quando si ammalò e in seguito lasciò il nostro mondo. Di quella nonna, all’apparenza donna semplice, moglie e madre, seppi poi altre cose: le storie sulla sua medianità, il tavolo di legno, pesantissimo che si sollevava sotto la sua mano, rispondendo con salti e tocchi, “sì e no”, o lettere dell’alfabeto, alle sue domande, della sorella di lei che, possedendo un tavolino a tre piedi, lo vedeva correre sotto il proprio letto quando andava a dormire. Le storie narrate da mia madre sulle previsioni azzeccate e sulla fine del suo gratuito operato di medium, facevano parte della realtà della mia infanzia, per cui non potevo stupirmi di molto, per quanto appresi in seguito. Purtroppo nonna Michela, alla morte della sua terzogenita appena nata, vide la cosa come una punizione divina, giacché la Chiesa non ammetteva (e non ammette), contatti con l’aldilà. Non di questo tipo, comunque. Quindi, spaventata, smise. Come è vista la ricerca parapsicologica, oggi? L’argomento relativo allo spiritismo è tutt’oggi considerato una sorta di peccato o abominio dalla Chiesa Cattolica Apostolica Romana. Questo benché in realtà sia insito nell’uomo il desiderio di pensare che la persona amata e perduta alla vita ci attenda “altrove”. In proposito vi sono molte associazioni che si occupano di queste problematiche.[2] In passato le sedute medianiche partivano molto spesso da ragioni d’amore e oggi tali ragioni si esprimono diversamente, ma con motivazioni affini (la perdita di una persona cara), anche attraverso la nascita di associazioni variamente interessate al quesito della sopravvivenza dell’anima dopo la morte fisica. Ritengo che uno studio fatto per motivi collegati alla scoperta della nostra anima e di una possibile sopravvivenza di questa, ci aiuterebbe a vivere meglio la vita attuale, spingendoci a non lasciarci coinvolgere da quelle emozioni umane che la portano ala mancanza di serenità. Invidia, odio, rabbia, voglia di prevalere sugli altri, desiderio di potere, di ricchezza e insane gelosie, vanno evitate. Sono una pesante zavorra da portare con sé in un aldilà, anche pensando alla nostra anima come energia. Lasciamo che resti, o divenga, una “energia pulita”.

[1] metempsicosi Dal gr. μετεμψύχωσις, comp. da μετά (prep. che indica il trasferimento), ἐν («dentro») e ψυχή («anima»). Credenza propria di alcune dottrine religiose secondo cui, dopo la morte, l’anima trasmigri da un corpo all’altro, fin quando non si sia completamente affrancata dalla materia..